Non so se lo ricordate. A proposito del RockWatch, parlavamo del gusto per la sperimentazione materica che da sempre è un tratto caratteristico di Tissot. Bene: potremmo fare lo stesso discorso riguardo ai nuovi PRX Damascus e PRX Titanium, rispettivamente in acciaio Damasco e in titanio. Non perché si tratti di materiali sperimentali, s’intende: non sono affatto paragonabili al granito del RockWatch o alla fibra di vetro del Sidéral di ieri. Piuttosto – proprio come il carbonio forgiato che oggi si trova sia nel Sideral che nella collezione PRX – perché rispondono allo stesso gusto per la ricerca (o forse dovrei dire ricercatezza) che fa parte della storia di Tissot. Alla stessa propensione per ciò che è nuovo e singolare, alla stessa volontà di proporre qualcosa di particolare. Come appunto le leghe dell’acciaio Damasco e del titanio.
Cominciamo dal primo. A dire il vero, l’aggettivo “nuovo” non è propriamente adatto all’acciaio Damasco, che al contrario è di per sé antichissimo. Diciamo che l’acciaio Damasco è di uso recente e sporadico negli orologi da polso, mentre è molto diffuso per esempio per i coltelli e le lame in generale, da tempi immemorabili. Si crede sia la prima tecnica siderurgica inventata dall’uomo, le cui origini risalgono addirittura al IV secolo a.C. Eppure non è chiaro perché si chiami così. Secondo alcuni il nome proverrebbe dall’altrettanto antica città della Siria. Secondo altri deriverebbe dall’arabo damas che significa “acquoso”, in riferimento ai motivi a onde e alle striature che ricordano il moto dell’acqua.
L’acciaio Damasco
In realtà quando si parla di acciaio Damasco si fa riferimento a una famiglia di acciai, suddivisi grosso modo in due macro-categorie: Damasco saldato e Damasco al crogiolo (wootz). Non entro nel dettaglio di come si fabbricano (il metodo è implicito nella definizione stessa) né dei tanti sottotipi esistenti (Damasteel, Damaworks, Damacore…), anche perché il settore continua a evolversi. Mi limito a dire che l’orologeria utilizza il Damasco saldato e che combina tecniche di forgiatura tradizionali con tecnologie all’avanguardia. A monte c’è la selezione di leghe specifiche e di qualità, con la scelta di acciai ad alto tenore di carbonio, quindi più duri, e di altri più morbidi.
Si inizia con la sovrapposizione di due (o più) acciai, li si forgia e li si salda a caldo. Il blocco si allunga, si piega, si torce, si taglia, si batte con incudine e martello o con apposite presse. E tutte queste operazioni si ripetono più volte. Dopo una decina, o anche una dozzina, di pieghe, il risultato è spettacolare, con gli strati ricchi di carbonio che diventano più scuri e gli altri più luminosi, a creare infiniti effetti, motivi, forme, figure, paesaggi. Dalle nervature del legno ai pioli delle scale, dalle striature a spina di pesce alle gocce di pioggia, dalle forme piramidali a quelle a fiamma, fino a veri e propri mosaici… Il bello è che ogni volta il risultato è diverso, così come è diverso ogni componente di un orologio realizzato con l’acciaio Damasco.
Il titanio
Anche qui non mi metto certo a dare lezioni di metallurgia. Ricordo solo che il titanio è un elemento chimico (dal simbolo Ti) relativamente abbondante nella crosta terrestre, anche se non disponibile allo stato libero in natura ma presente in rocce magmatiche e sedimenti. Fu scoperto alla fine del Settecento e prese nome dai Titani della mitologia greca, i figli di Urano e Gea considerati le forze primordiali del cosmo. Oggi è in gran parte prodotto in laboratorio per usi commerciali, dato che è ampiamente utilizzato in lega soprattutto nell’industria aeronautica e aerospaziale (compresa quella della Difesa: non a caso, negli States è stato un’esclusiva militare fino agli anni Cinquanta del secolo scorso). E nelle ultime decadi anche nella produzione biomedicale e degli oggetti “di lusso”, come gli orologi.
Tutto merito delle particolari proprietà. Estremamente resistente alla corrosione, è leggero, duro, difficile da lavorare. È resistente come l’acciaio ma più leggero del 40%, pesa il 60% in più dell’alluminio ma ha una resistenza doppia. E in più è biocompatibile, perfettamente tollerato anche dalle epidermidi più sensibili, il che lo rende adatto agli orologi.
Le leghe di titanio sono classificate con gradi diversi, a seconda della loro composizione chimica e delle proprietà meccaniche. Ne esistono una quarantina, ma anche qui catalogazioni e studi sono in continua evoluzione. In orologeria di solito si utilizzano le leghe comprese fra il grado 2 e il grado 5 (con qualche eccezione, come Blancpain che utilizza il grado 23).
Il titanio utilizzato da Tissot nel PRX Titanium suppongo sia di grado 2 perché è più facile da spazzolare, ma la documentazione ufficiale non fornisce alcuna informazione in merito. Ho chiesto lumi direttamente in azienda e mi riservo di correggere queste righe, nel caso avessi clamorosamente toppato.
Il PRX Damascus e il PRX Titanium
Chiusa la lunga ma doverosa premessa sui materiali, arrivo finalmente ai due esemplari che fanno il loro ingresso nella storica collezione. Storica perché nata nel 1978, anche se riportata a nuova vita pochi anni fa, nel 2021, e da allora declinata in tante versioni: Automatic con Powermatic 80, Chrono, Digital, mini e perfino in due “animazioni” Ufo Robot. Non mi soffermo quindi sullo spirito vintage né sulla forma tonneau, ma ci tengo a sottolineare che il design potente e il prezzo accessibile hanno reso il PRX un bestseller della Maison di Le Locle, disponibile in ben 60 referenze. Cui ora si aggiungono i nuovi modelli (3, per l’esattezza).
New entry nel vero senso della parola. Mentre il PRX Titanium introduce appunto il titanio nella collezione, il PRX Damascus segna il debutto dell’acciaio Damasco all’interno della produzione Tissot. Quanto al resto, rimane tutto com’era, a partire da quella “Precisione, Robustezza e impermeabilità fino a 10 atmosfere (X)” che sono sintetizzate nell’acronimo del nome. Le nuove referenze mantengono i 38 mm di diametro e soprattutto il Powermatic 80 montato all’interno della cassa. In particolare l’esclusivo movimento automatico, celebre per le 80 ore di autonomia, qui è allestito con spirale in Nivachron™ che lo rende insensibile ai campi magnetici di una certa intensità, agli urti e agli scarti termici.
Nel dettaglio, il PRX Damascus presenta cassa e quadrante “marmorizzati”, che regalano riflessi e flash luminosi sempre diversi. Lancette e indici a bastone sono rivestiti di Super-LumiNova a emissione verde, mentre la lancetta dei secondi è nera per offrire maggiore visibilità. Nero è anche il cinturino in pelle, agganciato alla carrure dalle anse centrali. Il prezzo è di 1.075 euro.
Il PRX Titanium invece ha la cassa e il bracciale integrato, come vuole la tradizione, e il quadrante coordinato, antracite, su cui spiccano lancette e indici a bastone color oro rosa. Esiste comunque anche con quadrante blu, sempre dalla lavorazione soleil e dalla stampa “a nido d’ape” (come lo definisce Tissot). Entrambi gli esemplari costano 875 euro.

