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Nuovo Tissot Sideral: una macchina del tempo

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Erano i primi di marzo quando ho avuto la possibilità di toccare con mano e di indossare il nuovo Tissot Sideral. Era l’occasione dell’anteprima stampa delle novità del marchio per il primo semestre 2023. Ammetto che quell’orologio, per me, ha rubato la scena.

Belle le nuove referenze del PRX, dei Chemin de Tourelles, dei vari T-Race, Supersport e Seastar. Ma il Tissot Sideral aveva il classico non so che. Che in realtà so, perché l’ho capito fin da subito e provo a spiegarlo anche a voi, facendo una breve escursione nel passato.

Ha rubato la scena, innanzitutto, perché è un pezzo di design. E quando in orologeria si parla di design si pensa principalmente, salvo rare eccezioni, agli anni a cavallo tra i ’60 e i ’70. Il periodo in cui nacquero quelle forme che avrebbero attraversato i decenni, diventando imprescindibili anche oggi. Solo per restare nella famiglia Tissot, pensate al “cugino minore” del Sideral, il PRX.

Tissot Sideral: nel suo nome, la sua origine

Il Sideral del passato nacque ben prima del “cugino”, tra i due decenni in cui design, ricerca di nuovi materiali e di soluzioni tecniche passarono dallo spazio all’orologeria. Non dimentichiamo che in quel periodo si combatterono le grandi sfide tecnologiche tra Usa e Urss per la conquista del cosmo e della Luna, culminate nell’impronta di Neil Armstrong sulla polvere del nostro satellite.

Specialmente il campo dei materiali era e rimane importante per lo sviluppo di nuovi composti che, dall’ambito aerospaziale e tecnologico in generale, trovano poi utilizzo anche in oggetti della vita di tutti i giorni. E il Tissot Sideral, ieri come oggi, è un esempio calzante in questo senso.

Perché nel 1969, quando fu lanciato, si presentò al mercato con una cassa tonneau, in linea con il gusto sportivo dell’epoca, ma realizzata con un materiale ultra-moderno per l’epoca. Mai prima di allora la fibra di vetro aveva fatto la sua comparsa in orologeria. Dopo le prime versioni con bracciale in acciaio mesh, un anno dopo arrivò il Sideral S, molto più sportivo e con un rivoluzionario cinturino in caucciù, che è d’ispirazione per il pezzo moderno.

L’uso della fibra di vetro

La cassa monoblocco del Sideral era realizzata in quel materiale inedito da un’azienda svedese, che le inviava poi in Svizzera per l’incassaggio dei movimenti e per dare forma finita all’orologio. La fibra di vetro, per quanto moderna, non era una novità industriale. Utilizzata nella cantieristica navale (e la Svezia era un’eccellenza in questo) e in campo automobilistico per vetture all’avanguardia, faceva però per la prima volta capolino tra gli orologi.

Portava in dote caratteristiche perfette per quel tipo di prodotto. Resistente agli urti e ai graffi, molto più leggera dell’acciaio (con una densità di circa 2,48 g/cm³ contro i 7,85 g/cm³ dell’acciaio), antimagnetica e termicamente stabile, la fibra di vetro era perfetta per un orologio moderno. Pensato anche per i giovani.

Lo tsunami Sessantotto era appena agli inizi e quale modo migliore per presentare il Tissot Sideral se non come un pezzo di rottura con il passato? “Allontaniamoci dallo stile tradizionale dell’orologio di papà” o “L’orologio giovane, per i giovani” sono solo due degli slogan che il marchio scelse per le campagne di lancio. Oggi, a distanza di oltre cinquant’anni, il focus sulla modernità rimane intatto, così come quello sulla forma e sul materiale.

Anno 2023: il carbonio forgiato

Partiamo da quest’ultimo, che non è più la fibra di vetro ma il carbonio forgiato che costituisce la cassa del nuovo Tissot Sideral. Passano i decenni, ma non passa la tensione alla ricerca né cambiano le dinamiche industriali. Così come la fibra di vetro, anche quella di carbonio è passata dall’aerospazio all’automotive alla nautica, per arrivare all’orologeria. Anche sotto forma di carbonio forgiato che, pur non essendo una novità nel mondo delle lancette, non è così comune.

E non tutti, forse, sanno che la sua invenzione si deve a un ingegnere meccanico italiano, Paolo Feraboli. Fondatore della Gemini Composites (consociata interamente controllata da Mitsubishi Chemical Carbon Fiber and Composites) e dell’Automobili Lamborghini Advanced Composite Structures Laboratory, nell’ambito di quest’ultimo Feraboli lavorò al progetto dell’auto Sesto Elemento. La vettura aveva la scocca e altre parti proprio in carbonio forgiato. 

Un composto ottenuto dalla combinazione di frammenti di fibra di carbonio con una resina sintetica, diverso dalla fibra di carbonio perché le fibre non hanno tutte un orientamento preciso e definito. Sono infatti spezzate, fuse e pressate fino a costituire una struttura piena. E diventano un materiale che, come la fibra di vetro, è leggero, inscalfibile, insensibile agli sbalzi termici e agli effetti del magnetismo.

I dettagli del Tissot Sideral

Insomma, metodi e materiali moderni ma risultati analoghi. Perché la cassa del nuovo Tissot Sideral, ve lo garantisco, è leggerissima e molto vestibile. Non ha anse e i suoi 41 mm di larghezza sono bilanciati da un lug-to-lug contenuto a 46,5 mm e da uno spessore inferiore ai 14 mm che la rendono indossabile anche su un polso da bambolina come il mio. Inoltre, la particolare struttura del carbonio rende ciascun orologio unico, a beneficio di quanti amano dire «Ce l’ho solo io».

Detto che la cassa è impermeabile fino a 30 bar, diamo un’occhiata al quadrante, la cui vocazione sportiva è un rimando diretto al Sideral S. È infatti presente un settore colorato rosso e verde su base dieci minuti che serve da funzione regata, completata da due settori da cinque minuti presenti sulla lunetta, da utilizzare come conto alla rovescia. La lunetta stessa, del diametro di 39 mm, è girevole, unidirezionale, in acciaio trattato Pvd nero, abbinata a un anello lucido.

Il giro della minuteria è colorato in tinta con il cinturino, nelle versioni blu e gialla, e indica il tempo trascorso dall’avvio della regata. È ben riempito con Super-LumiNova come le lancette di ore e minuti, mentre quella dei secondi centrali, rossa, ha il classico contrappeso a T.

Affidabile e adorabile

Per quanto riguarda il movimento, calibro che vince non si tocca. Tissot ha in casa il Powermatic 80, frutto delle sinergie di ricerca e sviluppo di Swatch Group. Non ha bisogno di presentazioni: automatico, 80 ore di autonomia e spirale in Nivachron, una lega amagnetica a base di titanio, resistente alle variazioni termiche e agli urti. Se nel Sideral S originale la resistenza ai campi magnetici era garantita almeno fino a 150 Gauss da una gabbia di Faraday intorno al calibro, ancora una volta, oggi, l’avanzamento della tecnologia porta a performance migliori.

Poco sopra ho citato il cinturino in caucciù colorato. Disponibile rosso, giallo o blu, in quest’ultima cromia richiama il colore dei pigmenti presenti nel carbonio della cassa. Quello giallo, invece, rimanda direttamente al progenitore degli anni ’70 anche nella chiusura. Di fatto senza fibbia, si affida a un piccolo bottone a incastro che sfrutta la traforatura lungo l’intero cinturino.

Un orologio furbo

Il prezzo? Tenetevi forte. Con 1.075 euro, il Tissot Sideral si pone in un segmento furbo, soprattutto per i contenuti che ha. Cassa in carbonio forgiato, movimento automatico, cinturino speciale: stando di poco sopra i 1.000 euro significa un posizionamento intelligente e allettante. Lungi dall’essere un orologio estivo, nonostante il look disimpegnato e le cromie sbarazzine, credo che voglia puntare a replicare l’effetto PRX. Sicuramente, il Tissot Sideral è meno pop di quest’ultimo, ma penso abbia i contenuti giusti per parlare a un cliente che non è solo quello del suo antenato, giovane e ribelle. Trasversale e attuale.