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L’art de vivre secondo Blancpain, fra grandi cuochi e hotel stellati

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Chi conosce Blancpain ne apprezza la capacità di perpetuare l’alta orologeria nelle sue forme migliori. Ma i connoisseurs più appassionati sanno che la manifattura di Le Brassus si lascia ispirare da un ideale edonistico più ampio e profondo, allargato ad altri aspetti dell’esistenza. Un’art de vivre che coinvolge anche l’alta cucina e l’ospitalità de luxe. Questione di cultura, di forma mentis, di legami ormai storici che continuano anche ai nostri giorni. Ecco cos’hanno in comune questi mondi così diversi.

Creatività, savoir-faire. E poi la precisione meccanica dei movimenti, eseguiti in sincrono dalla brigata di cucina, ripetuti sempre uguali e all’infinito, proprio come fossero ingranaggi di un orologio. È la precisione l’ingrediente segreto in un piatto di alta gastronomia. E anche uno dei valori che accomuna il mondo dell’haute horlogerie a quello dell’haute cuisine. Entrambe raggiungono, infatti, vette stellari grazie alla perfetta sincronia di moti e di gesti.

Non sorprende, dunque, la nuova collaborazione di Blancpain da poco siglata con la Guida Michelin. Anche perché la maison svizzera da oltre trent’anni è cronometrista ufficiale di concorsi internazionali di alta cucina. Uno per tutti, il Bocuse d’Or. E tra i partner del passato e quelli attuali vanta un palmarès di oltre 100 stelle Michelin. In un certo senso è come se il rapporto finora ideale con la famosa guida rossa che premia l’art de vivre si fosse finalmente concretizzato.

In pratica, la nuova collaborazione avrà una durata di tre anni; e si tradurrà nell’organizzazione di eventi che intendono promuovere l’insieme delle eccellenze della gastronomia sulla scena mondiale. Se ne prevedono almeno un ventina, nel prossimo futuro, e toccheranno le capitali gourmet di tutto il mondo: Parigi, New York, Shanghai, Tokyo… E naturalmente coinvolgeranno i migliori chef internazionali.

Un po’ di storia. La liaison tra Blancpain e i grandi cuochi risale al 1986, quindi molto prima che l’alta cucina fosse celebrata come fenomeno mediatico. All’epoca, la manifattura orologiera – tra le più antiche del mondo: è stata fondata nel 1735 – realizzò un modello speciale per Frédy Girardet, quando fu premiato come “miglior chef del mondo”.

Tre anni dopo, di nuovo rese omaggio con altri esemplari-ricordo anche agli “chef del secolo” Paul Bocuse, Joël Robuchon e lo stesso Girardet. Da quel momento, l’orologio Blancpain è diventato il compagno inseparabile, in cucina e al polso, delle più scintillanti stelle Michelin. Grandi chef di ieri e di oggi: dallo spagnolo Martín Berasategui al francese Julien Royer, dal tedesco Holger Bodendorf fino agli svizzeri Marie Robert ed Edgard Bovier.

Del resto, l’art de vivre della manifattura svizzera si basa su valori fondamentali condivisi con l’alta cucina. Dei “credo” fondanti quali la ricerca dell’eccellenza, la valorizzazione del territorio, il recupero delle tradizioni, l’irrinunciabile attaccamento all’artigianato. Unico è invece il rispetto per l’ambiente, che per Blancpain significa sostenere la salvaguardia degli oceani con il programma Blancpain Ocean Commitment.

Comunque l’art de vivre secondo Blancpain non si limita solo alla simbiosi con le toques blanches ma si rivolge anche alla migliore hôtellerie. La casa elvetica è infatti partner sia di Relais & Châteaux sia di The Leading Hotels of the World. Ovvero le più prestigiose catene alberghiere a livello mondiale, che offrono soggiorni esclusivi in ambienti lussuosi, tra dimore storiche e safari camp, hotel di charme in città d’arte e resort in alta quota.

Luoghi unici che includono esperienze culinarie altrettanto uniche. Perché un simile stile di vita sontuoso ha come fulcro proprio le tavole dei ristoranti. E coinvolge – per citare Philippe Gombert, Presidente di Relais & Châteaux – “anche i produttori locali, gli agricoltori, i formaggiai, i pescatori, i viticoltori… E tutti coloro che contribuiscono a fare di un pranzo una festa dei sensi e un momento di gioia condivisa”. Art de vivre, appunto.