La collezione Traversetolo nasce nel 1996 e diventa subito uno di maggiori successi di Eberhard & Co. Il nome, quello di un comune ad una ventina di chilometri da Parma, nasconde una bella storia d’amicizia, di cui magari parleremo in futuro, se le persone coinvolte vorranno farlo.
Il Traversetolo di Eberhard & Co. è fatto di pochi ingredienti, ma di quelli sicuri: una ricetta semplice e originale al tempo stesso. L’originalità sta innanzitutto nel diametro della cassa, di ben 43 millimetri. Un diametro che oggi è considerato non eccessivo; ma nel 1996 – quando a malapena gli orologi più sportivi superavano i 38 millimetri – solo l’IWC Portofino (1984) aveva dimensioni più ampie: 45 millimetri. Queste dimensioni “audaci” del Traversetolo facevano però da contraltare ad una impostazione estetica molto classica.
Nessun volo pindarico a proposito della cassa (a parte una corona di generose dimensioni per ricaricare il movimento, manuale). E una gestione inizialmente tradizionale del quadrante, con il vezzo di un quadrantino molto ampio per i piccoli secondi. Una ricetta passata per una grandissima quantità di variazioni sul tema che hanno generato un vivace impulso al collezionismo. (A proposito, con l’espressione “variazioni sul tema” si indicano gli esercizi di composizione e arrangiamento in cui si avventuravano anche compositori di chiarissima fama; è una forma di architettura musicale ben conosciuta già nell’antica Grecia). Eberhard, nel tempo, ha creato quadranti d’ogni tipo, persino “militari”, sempre con il senso della misura che contraddistingue il marchio e il Traversetolo in particolare.
E proprio per i collezionisti sembrano immaginati i due modelli più recenti, ancora una volta gestiti senza la minima deviazione da quelli che sono i pregi classici di Eberhard & Co. In particolare c’è – come sempre – un’attenzione per i dettagli che solitamente troviamo in orologi di costo superiore. Prendiamo le due versioni del fondello. Per ogni variante è possibile scegliere tra un fondello tutto acciaio, con un disegno coniato con la stessa tecnica delle monete; ed uno aperto, con oblò in vetro zaffiro. Attenzione: cambia il numero di riferimento (la cosiddetta referenza) che finisce sempre con un 20 per i modelli con fondello trasparente.
Cambia anche il dato di impermeabilità, che scende da 5 atmosfere (per il fondello “intero”) alle 3 di quello in vetro. In entrambi i casi ricordo che il Traversetolo non è un orologio pensato per alcun tipo di immersione. A rendere prudenziale il fatto è il movimento meccanico a carica manuale, dal momento che l’uso frequente della corona è relativamente stressante per la guarnizione della corona stessa. Lodevole, comunque, che il fondello sia serrato con otto viti: un particolare che richiede più lavoro rispetto ai fondelli chiusi a pressione. E che ha il pregio di rispettare la guarnizione interna, premuta in verticale, rispetto ai fondelli avvitati.
Il quadrante è protetto da un ampio (e quindi costoso) vetro zaffiro bombato; e questo fa comprendere ancor meglio quanto sia positivo il rapporto fra prezzo e qualità. Sia la versione con quadrante nero, sia la Hope, con quadrante verde e decorazione soleil, costano infatti 1.860 euro (che salgono a 2.190 per la versione vitré, con oblò). Per una maggiore personalizzazione (anche del prezzo) è possibile scegliere il bracciale d’acciaio e/o la chiusura pieghevole Déclic®, con una levetta che protegge da ogni apertura accidentale. Una piccola, ingegnosa invenzione che ribadisce l’attenzione di Eberhard per i dettagli qualificanti.
Basti pensare, del resto, che le due varianti sono state personalizzate non solo per quanto riguarda il colore del quadrante, ma anche nelle lancette, che sono diverse. Usarle uguali per entrambi i modelli sarebbe stato un piccolo risparmio, un’economia di scala che avrebbe consentito ad Eberhard di mettersi in tasca qualcosina in più; ma conservare il rispetto dei compratori val bene questa decisione. Sono scelte che vanno premiate proprio per l’onestà di cui sono testimoni.
E infine un accenno ai cinturini. Solitamente non mi piace tirarla in lungo su questo argomento, ma per i nuovi Traversetolo – ancora una volta – Eberhard ha voluto ribadire la propria attenzione al cliente. Ha infatti impiegato una base di tessuto tecnico sulla quale è stato fuso un rivestimento di gomma decorato come il galuchat, la pelle di razza. Internamente, invece, troviamo una fodera di pelle di vitello anch’essa rivestita di gomma. Dettagli, certo. Ma a sommarli ci si rende conto che il Traversetolo di Eberhard & Co., indipendentemente dai gusti personali, è davvero un buon acquisto.