Un amore di lunga data, quello fra Breitling e il ciclismo. Che si manifesta in tanti modi: attraverso le Squad, gli ambasciatori, le sponsorizzazioni… E ora che il Giro d’Italia si è appena concluso, facciamo il punto della situazione.
Fosse una volata nel finale di una tappa del Giro d’Italia o del Tour de France, i commentatori avrebbero utilizzato l’espressione “un arrivo ruota a ruota”. Ma siamo nel mondo delle lancette, che sta vivendo un forte innamoramento per quello delle due ruote. Il Giornale degli Orologi lo aveva già notato all’inizio di quest’anno, poi la sensazione ha trovato varie conferme. Per esempio con Tissot: che, dopo aver conquistato il circuito ciclistico francese, si è “preso” la sponsorizzazione di quello italiano.
In questo trend rientra anche la strategia di Breitling, brand sempre più legato ai campioni in sella. Solo per citarne alcuni: Vincenzo Nibali, Tadej Pogačar, Marc Hirschi, Giulio Ciccone, oltre alla squadra di Triathlon formata da Chris McCormack, Daniela Ryf e Jan Frodeno. È una moda? Forse. Ma in tempi di Covid – quando la fatica del vivere è tanta, quando gli obiettivi personali e familiari appaiono come collocati sulla vetta di una montagna -, l’immedesimazione con un ciclista in una gara è facile. Ognuno di noi si sente un po’ in sella ogni mattina, involontariamente pronto per la cronoscalata quotidiana. Ma per Breitling c’è di più.
Sotto il segno dello Squad
L’attrazione magnetica fra Breitling e il ciclismo si incrocia con la strategia della casa orologiera svizzera riassunta nel termine Squad e nell’hashtag #Squadonamission. In inglese squad non è l’equivalente di team: sì, indica sempre un gruppo ristretto di persone, ma nella prima accezione l’obiettivo in gioco è vissuto come una missione. La definizione della vision è ben descritta sul sito ufficiale: «Breitling celebra lo spirito collettivo delle squadre unite nel perseguimento della loro missione. Alimentati dal cameratismo e guidati dallo scopo, realizziamo di più insieme di quanto potremmo da soli…». Segue la presentazione di squadre composte da personaggi di spicco del mondo dell’aviazione, dell’esplorazione, del cinema e dello sport.
Un prefisso, squad, che si trova nella definizione dello squadrone acrobatico delle Frecce Tricolori, di cui la marca è partner di lunga data. E i cui piloti si affidano alla precisione di un Breitling Emergency II (il nome lo deve anche al geolocalizzatore interno che consente soccorsi più rapidi). Ma il concetto rivive anche nella Aviation Pioneers Squad, composta da Scott Kelly, che ha trascorso un anno della sua vita sulla Stazione spaziale internazionale (ISS); dal comandante donna Rocío González Torres, che ha accumulato più di 1000 ore di volo su un jet da combattimento; e da Luke Bannister, che ha vinto il campionato mondiale di droni all’età di 15 anni e da allora ha continuato a vincere.
Tre atleti per il Triathlon
Sotto il cappello di #sqaudonamission spiccano invece i membri della Breitling Triathlon Squad: Jan Frodeno, triatleta tedesco, medaglia d’oro olimpica 2008, tre volte campione del mondo Ironman e due volte vincitore del campionato del mondo Ironman 70.3. Accanto a lui la svizzera Daniela Ryf, che detiene diversi titoli consecutivi ai campionati mondiali Ironman e Ironman 70.3, oltre al record del mondo femminile di Ironman. E Chris «Macca» McCormack, australiano, che è stato il vincitore dei campionati mondiali Ironman del 2007 e del 2010, nonché dei campionati del mondo International Triathlon Union (ITU) del 1997 e del campionato mondiale di triathlon dello stesso anno. Tutti con il nuovo Endurance Pro al polso.
Tra l’altro il gruppo ha partecipato, lo scorso anno e quello prima ancora, alla Coronation double century in Sudafrica, un’estenuante corsa contro il tempo, la fatica e i propri limiti. Di cui Breitling è partner per fini benefici: sostiene l’organizzazione sudafricana Qhubeka che offre biciclette ai membri più poveri della società o che vivono in comunità con limitati accesso ai mezzi pubblici nazionali. Nel team che gareggiava, anche il Ceo di Breitling, Georges Kern, e il “cannibale”, Vincenzo Nibali, già da tempo ambassador della marca. Una partecipazione simbolica e dalla forte connessione con lo sport italiano.
Breitling e il ciclismo sotto il Tricolore
Nella Trek-Segafredo, la squadra di Nibali (arrivato settimo al Giro d’Italia appena concluso), la maison svizzera supporta anche la giovane promessa nazionale Giulio Ciccone. Campione di scalata nel Giro d’Italia 2019, nell’edizione 2020 si è dovuto fermare per una bronchite alla 14esima tappa. Il ciclista «aveva preso il Covid-19 a inizio settembre, si era rimesso, ma la sua condizione fisica – per quanto sufficiente per essere al via del Giro – non era ottimale», ha commentato il dottor Emilio Magni.
Ciccone si è fermato giusto un giorno prima della tappa partita da Rivolto, l’aeroporto militare del 2° Stormo dell’Aeronautica Militare nonché “casa” della Pattuglia Acrobatica Nazionale. Un evento storico – è la prima volta che il Giro parte da un aeroporto militare – salutato proprio dal passaggio delle mitiche Frecce Tricolori. Già entrato di diritto negli annali della Corsa Rosa e nella memoria degli appassionati delle due ruote.