Sarà un anno favorevole, per gli uomini e per la terra. Un periodo di pacificazione, saggezza, ottimismo, moderazione, dialogo. Una chimera? Anche no. Lo suggerisce lo zodiaco cinese. E il fatto che un segnale di speranza arrivi proprio dalla Cina, primo mercato mondiale dell’orologeria, ci dà forse un sollievo ancor più grande. E allora, benvenuto anno del Bue. Secondo segno dell’oroscopo cinese, che domani (12 febbraio 2021) prende il posto del Topo.
L’astrologia del Celeste Impero
Se proprio ignorate la questione, provo a spiegarvela in poche parole. Secondo la leggenda, i 12 animali del ciclo zodiacale sono stati selezionati dall’Imperatore di Giada attraverso una gara. Il Bue arrivò secondo portandosi sulla schiena il Topo. Quest’ultimo riuscì a vincere grazie a questo stratagemma. Diventò quindi il primo animale dello zodiaco. E anche il primo dei 12 simboli terrestri (gli animali, appunto) a cui vengono associati gli anni del calendario cinese.
E domani, appunto, con il Capodanno cinese (o Festa di Primavera) inizia l’anno del Bue. Perché ne scriviamo qui? Perché non vi stupirete a trovare grossi e imponenti buoi sui quadranti degli orologi. Rendere omaggio all’astrologia cinese è una tradizione ormai consolidata, nella quale le marche sembrano sfidarsi a colpi di incisioni e miniature. Con puro divertimento. Ne stiamo vedendo di tutti i colori. E per tutti gli animali, anche per quelli che non rientrano propriamente nei tradizionali codici estetici.
I quadranti per l’anno del Bue
Con risultati sorprendentemente belli. Come il femminile Breguet della linea Reine de Naples con quadrante in cammeo. Elegante, nonostante la possenza del bue scolpito in una conchiglia naturale. D’altra parte, di quell’energica possenza, che si nutre di lavoro instancabile fino al raggiungimento dei suoi obiettivi, avremmo tutti bisogno.
Sarà forse anche per questo che le maison ci hanno preso gusto. Sbizzarrendosi in una sorta di gara di creatività per l’anno del Bue. O Bufalo, come alcuni chiamano il quadrupede cornuto che ci accompagnerà fino al 31 gennaio 2022. Un’oscillazione di terminologia tra due animali ben distinti – il toro castrato e il maschio della razza bufalina – che suona come un tentativo di nobilitazione per un essere che ha tutta la sua dignità.
Comunque sia, l’anno del Bue è una buona occasione per lanciare nuovi esemplari. Occasione in cui, più che mai, l’orologeria mette in mostra il savoir-faire dei propri maestri incisori e smaltatori. Con tecniche molto complicate e talvolta antichissime. Come l’arte giapponese della lacca Urushi abbinata alla polvere d’oro secondo la lavorazione del Mak-i, realizzata per Chopard nei laboratori della secolare azienda Yamada Heiando dall’artista Minori Koizumi. Un minuzioso lavoro che ora, sul sottilissimo L.U.C XP Urushi Year of the Ox, riprende una scena bucolica di fatica ancestrale.
E pure Piaget, per l’anno del Bue, presenta un’edizione speciale dell’Altiplano. Come sempre ultrasottile, ma con il quadrante cloisonné grand feu realizzato dalla maestra smaltatrice Anita Porchet.
E poi c’è il Perpetual Moon di Arnold & Son, con fasi lunari ad alta precisione. Indicate da una luna in madreperla, con ombre dipinte a mano, che di notte si illumina (grazie al rivestimento in Superluminova) sopra al grande bove che si staglia a ore 6. Una scultura d’oro in miniatura su uno scenario di pagode a più piani, dipinto a mano con polvere d’oro.
Preziosi armenti
Il Capodanno cinese è insomma consacrato dalle maison svizzere come il momento per presentare le più estrose prove delle abilità dei loro maestri. Vacheron Constantin ha scelto l’arte dello Jianzhi, un’antica tecnica di découpage della carta. Con cui gli artisti/artigiani hanno realizzato due nuove creazioni che arricchiscono la collezione Métiers d’Art La légende du zodiaque chinois. Inciso a mano, in platino o in oro rosa, il bue è applicato sul quadrante decorato secondo l’iconografia cinese classica delle foglie.
Non è d’altronde nuovo il rapporto delle case svizzere di orologeria con la Cina. Una relazione commerciale che affonda le radici nel tempo. Fino al 1774, quando Jaquet Droz varcò per primo i confini della Città Proibita, portando automi e orologi alla corte imperiale. In parte tuttora conservati a palazzo. Per l’anno del Bue la maison ha creato ben quattro modelli. Che utilizzano due Métier d’Art: la pittura in miniatura e l’incisione a rilievo.
E l’elenco potrebbe continuare con altri esemplari a tema, firmati Blancpain, Harry Winston, Zannetti… Perfino Swatch ormai da anni non si perde un segno dello zodiaco cinese, interpretandolo con la consueta ironia che gli è propria. E stavolta, per l’anno del Bue, ha concepito un inedito quadrante stampato, in cui il bue dà vita a una figura vorticosa che rimanda all’idea di Yin e Yang. Un plauso per l’originalità della creazione.
Non so voi. Ma quando ho letto che i nati sotto il segno del Bue hanno le doti del grande capo, affidabile, paziente e instancabile, capace di raggiungere prosperità attraverso la forza d’animo e il duro lavoro, sono andata a controllare la data di nascita del nostro Presidente del Consiglio incaricato. Per l’oroscopo cinese, però, Mario Draghi è del segno del Maiale. Ci auguriamo che l’anno del Bue sia comunque di buon auspicio.