Il Radiocontrollato compie 30 anni. E Citizen lo festeggia con un esemplare speciale, chiamato Tsuki-yomi. Un concentrato di cultura giapponese: nei materiali e nella tecnologia, esclusivi della Marca, così come nel nome, che rimanda a un’antica leggenda. Il Citizen Tsuki-yomi sembra proprio il risultato di fattori tipicamente nipponici, in cui il rispetto delle tradizioni, l’amore per i fenomeni naturali e la sensibilità poetica si esprimono insieme alla volontà di innovare, alla fiducia nell’evoluzione tecnologica, alla continua ricerca dell’accuratezza e della precisione.
Prima di analizzare gli elementi distintivi del Citizen Tsuki-yomi, vediamone quindi gli ideali e i presupposti. Con una premessa: per molti appassionati della Marca giapponese, quanto sto per scrivere sarà sicuramente cosa nota. Ma credo sia opportuno raccontarne ugualmente le peculiarità, almeno in sintesi, per informare i pochi che non le conoscono e per rinfrescare la memoria agli altri. Curioso è invece il motivo per cui si chiama così.
Un nome mitologico
Secondo la mitologia del Paese del Sol Levante, Tsuki-yomi (o Tsukuyomi che dir si voglia) è il dio della Luna. Nato da Izanagi, il demiurgo della prima terra, era il fratello di Amaterasu, la dea del Sole, con cui conviveva nel paradiso celeste. Un giorno, Amaterasu lo mandò come proprio ambasciatore a un banchetto organizzato dalla dea del cibo, Uke-Mochi; ma Tsuki-yomi, disgustato dal modo in cui la dea aveva preparato da mangiare, la uccise. Amaterasu si arrabbiò tantissimo e non volle aver più nulla a che fare con lui: per questo, da allora, il Sole e la Luna vivono separati in zone diverse del Cielo.
Questo mito sulla creazione del giorno e della notte, a mio parere, è interessante perché ci avvicina ad alcuni personaggi del pantheon scintoista. Una religione praticamente sconosciuta alle nostre latitudini, lontana dalla sensibilità occidentale: basti notare che il Sole è una divinità femminile e la Luna maschile, esattamente l’opposto di come li abbiamo sempre concepiti noi.
Ma devo ancora aggiungere che il termine Tsuki-Yomi vuol dire “leggere la Luna” (o secondo altre interpretazioni “notte illuminata dalla Luna”). Ed è collegato al calendario giapponese (Wareki), una modifica del calendario cinese e come quello lunisolare. Di conseguenza, nelle tradizioni agricole, civili o religiose del Giappone, rivestono un’importanza fondamentale i cicli della Luna. E la cosa ci riporta dunque al Citizen Tsuki-yomi, il primo radiocontrollato con fasi lunari.
Il radiocontrollo
La tecnologia dell’orario radiocontrollato risale agli anni Novanta. Esattamente al 1993, quando Citizen presentò il primo esemplare capace di ricevere, per mezzo delle onde radio, un segnale orario emesso dai principali orologi atomici del Globo, posizionati in apposite stazioni radio. Grazie a questo sistema, l’accuratezza degli orologi radiocontrollati è quasi assoluta, almeno per i nostri standard umani di percezione.
Oggi come ieri, negli esemplari radiocontrollati, la connessione e l’aggiornamento dell’ora avvengono in modo automatico e sono settati sul fuso orario del luogo in cui si trova la persona che indossa l’orologio. Il che si traduce in un vantaggio immediato non solo per quanti risiedono stabilmente in una determinata località e sanno sempre esattamente che ora è, ma soprattutto per i grandi viaggiatori, che non devono più preoccuparsi di regolare l’orologio sull’ora locale della città di destinazione.
A titolo informativo, mi sembra ancora necessaria una distinzione. Il radiocontrollo non va confuso con la tecnologia satellitare, che Citizen chiama Satellite Wave, in cui l’orologio riceve il segnale dell’ora esatta dal sistema di satelliti che orbitano attorno alla Terra, e sui quali sono installati i relativi orologi atomici. Per esempio il celebre sistema Gps americano, il Glonass russo o l’europeo Galileo, cui fanno riferimento di solito gli smarwatch. Citizen ha realizzato il primo modello Satellite Wave nel 2011.
Il calibro H874 Moonphase
Ma il discorso della tecnologia alloggiata nel Citizen Tsuki-yomi non finisce qui. I dati ricevuti dai trasmettitori radio sono rielaborati all’interno del movimento tramite il circuito integrato preposto a gestire tutte le funzioni dell’orologio, tra cui appunto le fasi lunari, calcolate con esattezza e in qualsiasi momento. In questo modo le fasi di luna non hanno neppure bisogno dei periodici interventi di correzione manuale – come avviene invece negli orologi meccanici – proprio perché la trasmissione radio è aggiornata di continuo ed è sempre molto precisa.
Del resto il calibro H874 montato all’interno del Citizen Tsuki-yomi potenzialmente può funzionare a lungo, senza interruzioni. Si tratta infatti di un movimento Eco-Drive®, a carica luminosa, dall’autonomia estremamente elevata: 2,5 anni. Un’altra tecnologia proprietaria molto nota, ma che vale la pena riassumere in poche parole. Sviluppata da Citizen negli anni Settanta, sfrutta qualsiasi fonte di luce grazie a una cella fotovoltaica a elevato assorbimento posta sotto il quadrante. L’energia, immagazzinata in un accumulatore, è controllata dal circuito integrato che la trasmette al moto delle lancette.
Il calibro H874 radiocontrollato fornisce numerose informazioni. Le fasi lunari, appunto (Moon program), e intuitivamente l’età della Luna. Poi le ore del mondo (Worldtimer), compresa l’ora legale, con la possibilità di scegliere tra 24 fusi orari. E infine il datario perpetuo, che tiene conto della diversa lunghezza di ciascun mese, compreso febbraio negli anni bisestili. Tutte le funzioni si regolano tramite la corona e l’utilizzo dei due pulsanti posti sulla carrure.
Il Supertitanio®
Un’altra caratteristica esclusiva del Citizen Tsuki-yomi è poi il materiale con cui è realizzato: il Supertitanio®. Anche in questo caso un brevetto della Casa giapponese, che vanta una lunga esperienza nella ricerca e nello sviluppo dei materiali per l’orologeria. In particolare, va detto che Citizen ha iniziato gli studi sulla lavorazione del titanio fin dalla metà degli anni Sessanta e ha prodotto il primo esemplare con questo metallo nel 1970.
Il Supertitanio, in particolare, è una lega di titanio protetta da un rivestimento di superficie, chiamato Duratect® e declinato in diverse tipologie. Nel Citizen Tsuki-yomi si tratta di Duratect® Mrk (con tempra a gas) che rende il titanio cinque volte più resistente dell’acciaio, soprattutto ai graffi e all’uso quotidiano, e gli dona una particolare luminosità (se lucidato). Ovviamente non influisce sulle tipiche doti di leggerezza (40% in meno dell’acciaio) e di biocompatibilità (per cui risulta perfettamente tollerato anche dalle epidermidi più sensibili).
Le peculiarità del Citizen Tsuki-yomi
Detto questo, non mi resta che dare la descrizione estetica dell’orologio e qualche informazione pratica. La cassa misura 43 mm di diametro, mentre il bracciale a 5 file si allaccia al polso con una fibbia déployante. Il quadrante è decorato dalla riproduzione della Luna, sulla cui superficie stampata si riconoscono i mari (macchie scure) e le terre alte (macchie chiare). Disponibile in quattro tonalità – grigio scuro, blu, verde e bordeaux –, ospita tre contatori in posizione 6/9/12. Elenco qui per sommi capi le indicazioni principali, ma rimando al manuale di istruzioni, a corredo dell’orologio, chiunque voglia saperne di più nel dettaglio.
Il contatore più grande, a ore 6, riporta le fasi lunari, con il senso di rotazione per i due emisferi, Nord e Sud. Quello a ore 9 visualizza l’indicazione delle 24 ore per “l’ora di casa” con la funzione giorno/notte. Quello a ore 12 l’indicazione dell’autonomia residua, l’indicazione dell’emisfero boreale o australe, e il giorno della settimana. Sul réhaut invece si trovano le ore di differenza dei diversi fusi orari rispetto al tempo UTC, l’indicazione dell’ora solare o legale, l’indicazione della ricezione in corso e l’esito della ricezione stessa.
Infine, il prezzo e la disponibilità: il Citizen Tsuki-yomi costa 698 euro. E si trova in tutti i rivenditori autorizzati del Marchio, che in Italia vanta una capillare rete di vendita.