Nelle ultime due settimane mi è capitato per due volte di avere tra le mani lo Zenith Chronomaster Sport Titanium. Mica poco, considerando che si tratta di una super-novità. L’ho incrociato prima a Milano, a fine gennaio, per la presentazione in anteprima alla stampa. Poi la scorsa settimana, a Oslo, quando è stato lanciato ufficialmente in occasione delle partite che hanno aperto la stagione 2024 dell’Ultimate Tennis Showdown. Che, per chi non lo sapesse, è il campionato tennistico fondato da Patrick Mouratoglou, ambasciatore del Brand.
Zenith Chronomaster Sport Titanium: cosa ne penso
Di solito lascio in fondo agli articoli le impressioni sugli orologi di cui scrivo. Lo faccio perché, presumibilmente, ai lettori interessa conoscere prima le caratteristiche delle referenze mentre del mio parere possono legittimamente fregarsene, o prenderlo per quello che è. Un punto di vista personale, appunto. Ma per lo Zenith Chronomaster Sport Titanium faccio un’eccezione, parto da me. E dico subito che questo orologio può ingannare.
Quando l’ho indossato e osservato in quel di Milano, non mi ha fatto una grandissima impressione. Benché io abbia un polso da Barbie, amo sentirlo appesantito dall’orologio. Ebbene, cassa e bracciale in titanio non sono proprio la combo perfetta per la pesantezza. E poi quell’aspetto grigio uniforme me lo ha fatto sembrare un po’ anonimo.
Siccome però quando non ho sensazioni positive al polso ci resto male come quando perde l’Inter, mi sono ripromesso di provare a guardare lo Zenith Chronomaster Sport Titanium senza troppi filtri. Di non pensare alla prima impressione e di ragionare in modo oggettivo, sapendo che avrei aspettato al varco l’orologio di lì a poco a Oslo, dove sono stato invitato dal Marchio. Ha funzionato.
Ho lasciato da parte idee e preconcetti e ho avuto un po’ più di tempo per far entrare l’orologio in sintonia con il polso. Così, ho visto i suoi presunti punti di debolezza trasformarsi in punti di forza ed essere complementari. Perché la sportività insita nel nome si esalta con il titanio più che con l’acciaio: materiale, quest’ultimo, più tosto ma meno performante. Il look total grey, al contrario, gli dà un non so che di elegante, quasi sartoriale. Un po’ come i calciatori che passano dalla maglia e dal pantaloncino in campo al completo giacca e cravatta, nei momenti istituzionali con la propria squadra.
L’estetica dello Zenith Chronomaster Sport Titanium
Insomma, detto che anche un orologio può insegnare a non giudicare dalle apparenze, è meglio che adesso mi metta a scrivere di questo Zenith Chronomaster Sport Titanium. In realtà non c’è da dire molto di più di quanto scrisse Augusto Veroni in occasione del lancio della linea Chronomaster Sport. Perché la referenza presentata a Oslo ricalca lo stile, l’estetica, le dimensioni dei suoi fratelli in acciaio che tanto continuano a piacere ad appassionati e collezionisti.
Detto del grigio che è il colore dominante, spiccano sul quadrante i classici tre contatori del Chronomaster, leggermente sovrapposti come da tradizione, che Zenith ha colorato seguendo un progressivo alleggerimento cromatico che va da ore 3 a ore 9. Il contatore dei 60 secondi a ore 3 è color antracite, quello dei 60 minuti a ore 6 è di un grigio più leggero, quello dei piccoli secondi a ore 9 è argento. Tutti spiccano sul grigio nichel del quadrante, sul quale la scritta 36.000 VpH a ore 12 al di sotto del logo è un graffio bordeaux tremendamente figo. A mio avviso.
Anche questo cronografo non riporta sulla lunetta una classica scala tachimetrica bensì una scala che misura il decimo di secondo, caratteristica di culto del movimento El Primero. La lunetta – a differenza di quanto accade nelle versioni in acciaio in cui è anch’essa in acciaio o in ceramica – qui è in titanio. La lavorazione satinata soleil richiama quella del quadrante e contribuisce all’uniformità visiva, oltre che cromatica, di cui ho scritto sopra.
La cassa da 41 mm dello Zenith Chronomaster Sport Titanium ha un’impermeabilità dichiarata di 10 bar, non male per un cronografo con queste caratteristiche tecniche e con un calibro ad alta frequenza. L’orologio può essere acquistato con il bracciale a tre file in titanio oppure con un cinturino integrato in caucciù. Io ho avuto modo di provare il bracciale in titanio, che ho trovato morbido. Sarei stato curioso di provare la comodità o meno della fibbia déployante montata sul cinturino, che personalmente non amo perché per me il cinturino vuole l’ardiglione. Punto. Sarò talebano ma su questo non cambio idea.
Il calibro e il prezzo
Del calibro El Primero 3600 che anima l’orologio credo sia rimasto ben poco da dire. Le 36.000 alternanze/ora o 5 Hz non influenzano negativamente la riserva di carica, che arriva a 60 ore come nelle altre referenze in acciaio. Sicuramente merita un elogio per le prestazioni, per l’evoluzione coerente con la storia di questo movimento, per l’approccio contemporaneo e ispirato della decorazione.
Questa si allinea perfettamente con il tema del titanio grigio, che caratterizza il movimento e che è visibile attraverso il fondello in zaffiro. Il calibro 3600 presenta una massa oscillante scheletrata a forma di stella con finitura satinata e caratteristiche degne di nota come la ruota a colonne azzurrata, viti azzurrate e componenti color oro, che aggiungono un tocco di estetica agli elementi tecnici di cui è costituito.
Aggiungo un dettaglio non di secondo piano, che non si vede dalle immagini né si legge in cartella stampa. Si può apprezzare solo utilizzando l’orologio ed è una peculiarità che viene proprio dal calibro, più precisamente dalla ruota a colonne. L’innesto dei pulsanti cronografici è morbido e delicato, sia nel momento dell’avvio/arresto, sia nella rimessa a zero. Per gli appassionati (o impallinati, in questo caso) garantisco che è un dettaglio importante, oltre che godurioso.
Chiudo con i prezzi, che Zenith è riuscita a contenere entro una scala ragionevole all’interno della collezione, nonostante gli orologi in titanio siano spesso più costosi di quelli in acciaio. La versione con cinturino costa quanto le versioni braccialate in acciaio con quadrante verde, bianco o nero: 11.800 euro. Quella braccialata costa 12.300 euro, ossia meno dell’edizione boutique in acciaio con lunetta a tre colori e di quella firmata dalla star della NFL Aaron Rodgers.