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Gli orologi a cucù giganti: casette come baite e uccellini da record

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Anche chi non si interessa minimamente di orologeria ha sentito prima o poi parlare degli orologi a cucù. Tutti, quindi, pensano di conoscerli: in realtà, gli orologi a cucù hanno una storia non banale. Per questo, oggi, voglio presentarvi una categoria molto particolare: gli orologi a cucù giganti.

Le origini

Gli orologi a cucù, con la cassa simile a una baita alpina e il piccolo, caratteristico cuculo che esce dallo sportellino facendo «cucù» allo scoccare dell’ora, non sono una creazione svizzera, come molti pensano, bensì tedesca.
La loro vera origine è ancora avvolta nel mistero: per certo, siamo nella Foresta Nera, in Germania, e l’epoca è il XVIII secolo. Una certa tradizione assegnava l’invenzione dello strano orologio a Franz Anton Ketterer, mentre altri ricercatori preferiscono attribuirne la paternità a Michael Dilger o a Matthäus Hummel. Al di là del nome dell’orologiaio, l’epoca resta più o meno la stessa: il secondo quarto del Settecento.

Le piccole dimensioni e la semplicità di realizzazione, con un movimento minimale, insieme alla simpatica trovata dell’uccellino dal caratteristico verso, fecero del cucù un successo immediato. Il costo, molto contenuto, grazie alla meccanica semplice e alla realizzazione in serie dei vari componenti, lo rese accessibile ad una vasta fascia di popolazione. Io stessa ricordo il cucù che mi fu regalato quando avevo 4 anni: una delle cose che mi incantavano maggiormente erano i pesi, in metallo, a forma di pigna.

Stesso principio di funzionamento, ma c’è cucù e cucù

Tecnicamente, i vecchi orologi a cucù erano delle varianti sulla classica struttura degli orologi con meccanica in legno, tipici della produzione della Foresta Nera. Ma con un caratteristica peculiare: l’uso di un mantice, che veniva azionato dal movimento, per dare voce al cuculo, all’ora esatta.

Nel tempo, i movimenti sono divenuti analoghi a quelli della produzione germanica di grande serie, estremamente semplici e senza pretese di particolare precisione. Alla fine, minuto più o minuto meno, tutti si aspettano solo che l’uccellino si affacci con i suoi cucù… Certo nessuno ha mai pensato di usare un orologio a cucù in un osservatorio astronomico per misure scientifiche.

Fin dagli esordi si svilupparono modifiche e varianti. I produttori, ma soprattutto i distributori, volevano differenziarsi, per aumentare agli occhi dei potenziali acquirenti il valore del proprio prodotto. Tante le variazioni sul tema, molte delle quali si limitavano a una maggior qualità del movimento e/o della cassa, oppure a decorazioni più ricche o insolite della “casetta” del buon cuculo. Ma noi qui vogliamo prendere in esame una tipologia sicuramente notevole, o quantomeno impressionante. Per l’idea e le dimensioni.

Pezzi da museo

Gli orologi a cucù giganti sono oggetti estremamente rari: il primo che io abbia incontrato è nel Museo Etnografico Trentino di San Michele all’Adige, in provincia di Trento. Un orologiaio locale, negli anni Cinquanta del secolo scorso, ebbe l’idea di realizzare un esemplare da edificio in forma di cucù gigante. Lo fece con materiali di recupero: torna subito alla mente l’incredibile orologio di Talacia di Sant’Arcangelo di Romagna, di cui abbiamo parlato qui.

Il bravo orologiaio ha creato questo pezzo unico, in cui la casetta è alta più di un metro e l’uccellino… è grande come una grossa cornacchia! Pochissime testimonianze sono giunte sino a noi riguardo a questo insolito oggetto: si ritiene sia opera di Giulio Motter, originario di un paesino nei pressi di Pergine Valsugana, sempre in provincia di Trento. Motter – volendo dar credito alle voci che ne fanno l’autore di questo super-cucù – era il figlio di un personaggio molto conosciuto a livello locale, noto con il soprannome di “El Bào”.

Il Museo Etnografico di San Michele all’Adige merita comunque una visita: oltre a diversi orologi antichi interessanti, è un vero scrigno di pezzi antichi, a testimonianza di un mondo ormai scomparso, ma meritevole di grande considerazione. A nome del Giornale degli Orologi ringrazio la Direzione e il Dottor Luca Faoro per averci concesso la pubblicazione delle immagini e vi rimando al sito ufficiale del Museo. È ospitato in un antico edificio, un posto incantevole che vale sicuramente una gita.

…ed esemplari architettonici

Quello che in genere è ritenuto il più grande orologio a cucù del mondo si trova – ovviamente – in Germania, nella Foresta Nera. È a Triberg-Schonach: la casetta è una vera e propria baita, sulla quale troneggia il super-cuculo dalla voce forte e decisa. Le canne vibranti che gli forniscono il caratteristico suono sono lunghe, infatti, circa quattro metri. Opera di Ewald e Ralf Eble, provetti orologiai, è ispirato in tutto e per tutto ai tradizionali omologhi per uso domestico, ma in formato gigante.

Il giga-orologio a cucù è aperto al pubblico e visitarlo è un’autentica esperienza: il movimento, enorme, è alto oltre 4 metri e pesa circa 6 tonnellate. Il regolatore è un pendolo lungo ben 8 metri. Il solo cuculo, l’uccellino (si fa per dire), pesa 150 chili. La costruzione ha richiesto cinque anni ed è stata ultimata nel 1994. È entrato qualche anno dopo nel Guinness dei primati e ancor oggi detiene il titolo di cucù più grande del mondo.

La magia universale degli orologi a cucù giganti

Ma il fascino degli orologi a cucù giganti non conosce confini: un bellissimo esempio si trova negli Stati Uniti, a Sugarcreek, nell’Ohio. Ci si potrebbe domandare come mai proprio nell’Ohio, ma è presto detto: Sugarcreek è una cittadina abitata da discendenti di Svizzeri emigrati negli States in cerca di fortuna. Gli orologi, è chiaro, sono nel loro Dna.
Prima dell’arrivo del super-cucù di Triberg-Schonach, questo esemplare deteneva il titolo di cucù più grande del mondo nel Guinness dei primati. Oltre al canonico volatile, diverte grandi e piccini con caroselli di automi: ballerini in costume si esibiscono al suono di una polka svizzera, eseguita da una banda di musicisti meccanici, ogni mezz’ora.

Sempre a caccia di primati, anche se non proprio un cucù in senso stretto, in Inghilterra incontriamo un orologio gigante, dotato di pennuto canterino, nei giardini di Westonbury Mill nell’Herefordshire. Opera di Richard Pim, un giardiniere appassionato di orologeria a livello amatoriale, è azionato ad acqua e il canto del suo bipede abitante è in realtà fornito da un organo automatico, nascosto all’interno dell’edificio. Cosa complicata per un semplice dilettante?
Il segreto sta nel fatto che il signor Pim, in realtà, ama definirsi “giardiniere”, ma per tutta la vita è stato un esperto di ingegneria idraulica, che ha lavorato a grandi sistemi d’irrigazione in mezzo mondo, dalla Penisola Arabica al Nepal. Nella sua categoria, in qualità di orologio a cucù idraulico, l’orologio di Westonbury Mill vanta anch’esso il primato di essere il più grande del mondo.

Un vero cucù dev’essere appeso

Per i puristi del genere, il vero orologio a cucù dovrebbe essere appeso. Quindi, a buon diritto, le varie case e casette di cui abbiamo parlato nei paragrafi precedenti non dovrebbero essere considerate dei “veri” orologi a cucù. Se vogliamo essere assolutamente aderenti al concetto di orologi a cucù giganti come entità da appendere, perciò non ci resta che tornare in Germania, a Sankt Goar sul Reno, nella regione del Palatinato.

All’esterno di un celebre negozio specializzato proprio nella vendita di questi cinguettanti esemplari, fa bella mostra un mega-cucù alto 3 metri e mezzo e largo 2, perfettamente funzionante. Oltre all’immancabile uccellino, allo scoccare dell’ora l’orologio si anima con caroselli di automi e presenta un’altra caratteristica tale da renderlo ancor più unico: è double face. Ha un quadrante per lato, per cui può essere ammirato dai passanti da qualsiasi parte della strada arrivino.

Se vi capita di viaggiare e vi trovate da quelle parti, ormai gli indirizzi li conoscete: concedetevi un’ora di svago e andate a vedere queste stranezze. L’incanto degli orologi a cucù giganti non tradisce mai, statene certi. E ci regala anche il piacere di tornare un po’ bambini.