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Bulova Racer Chronograph, operazione motorsport

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Prima di parlarvi del Bulova Racer Chronograph, devo fare una premessa: ho un debole per Bulova, almeno per tre motivi. Il primo: Bulova ha legato il suo nome a imprese epiche, come la missione spaziale Apollo 15 del 1971, organizzata e condotta dalla Nasa. Missione che, per la prima volta, prevedeva spostamenti a bordo di un rover (l’LRV-1) sul suolo lunare. Ebbene sì, un astronauta che prese parte all’impresa aveva al polso un orologio Bulova, modello Lunar Pilot. E per me, che sono sempre stato affascinato da tutto ciò che riguarda lo spazio e l’astronomia, una simile avventura significa partecipare a un sogno.

Il secondo: Bulova ha ufficialmente presentato e messo in commercio, nel 1960, il primo orologio elettronico della storia, l’Accutron, basato sulla tecnologia del diapason. Innovativo in termini di precisione e design, l’Accutron, nelle sue varianti, precedeva di circa dieci anni i primi orologi al quarzo. Ora, non sto qui a raccontarvi la rava e la fava, se n’è già scritto tanto su questo sito. Ma chi mi conosce sa che la consumer electronics e la tecnologia in senso lato sono stati il mio primo amore professionale e fanno ancora parte del mio lavoro. Quindi è naturale che quella pietra miliare dell’orologeria abbia un certo peso nella considerazione che ho per il Marchio.

Il terzo motivo: gli orologi Bulova propongono da sempre alta qualità a prezzi accessibili. Una cosa importante per chi non naviga nell’oro ma deve fare i conti con il portafoglio, come càpita a quasi tutti noi comuni mortali (me compreso).
Anche se i motivi personali mi portano a essere un po’ di parte, è comunque un dato di fatto che la storia di Bulova sia costellata da una serie di record come quelli che vi ho appena descritto. Una storia iniziata nel 1875 da Joseph Bulova, un 23enne emigrato dal suo Paese d’origine (l’attuale Repubblica Ceca) negli Stati Uniti, dove aprì la sua prima gioielleria. Fu infatti a New York che ebbe inizio la produzione dei primi orologi da tasca e da tavolo a marchio Bulova.

Un passato nell’automotive

L’orologio di cui vi parlo oggi, da pochissimo entrato a far parte del catalogo Bulova, è il Bulova Racer Chronograph, un cronografo al quarzo ispirato al mondo dei motori e dal forte impatto visivo. Lo so, ve lo state chiedendo: che legame ha Bulova con il mondo delle corse automobilistiche? Perché non ne ho fatto cenno nella breve introduzione che avete appena letto? La risposta è la seguente: è impossibile in poche righe riassumere tutto ciò che una casa orologiera come Bulova ha fatto in 150 anni di storia.
Anche se – al cospetto delle imprese spaziali che vedono coinvolta la Luna – tutte le altre iniziative tendono a sbiadire, il legame tra Bulova e il motorsport è forte. Ed esiste da oltre 70 anni.

Correva l’anno 1957 quando Bulova si presentava come cronometrista ufficiale della Nascar, la National Association for Stock Car Auto Racing, società americana – ancora in attività – che organizza e gestisce diversi campionati automobilistici negli Stati Uniti e in Canada. Anche se le partnership e le sponsorizzazioni hanno riguardato soprattutto il panorama motoristico a stelle e strisce, dopo quel 1957 e in particolare negli anni Settanta, ce ne sono state altre: la Soap Box Derby, la Formula Ford, il Mosport Park Championship e via dicendo.

Bulova Racer Chronograph, tre referenze per tre look diversi

Il Bulova Racer Chronograph nasce con l’intento di onorare e riportare alla memoria questo glorioso passato. E lo fa con tre esemplari dallo stile rétro, in grado di declinare lo stesso orologio con look fra loro diversi. Due con cinturino stile racing in pelle e quadrante nero (le referenze 98B427 e 98B428), uno con bracciale in acciaio a tre file e quadrante azzurro cielo (la referenza 98B432). Le due versioni con cinturino, oltre a differenziarsi per il colore di quest’ultimo (marrone o nero), si distinguono per la finitura della cassa: acciaio per la prima, Ip nero per la seconda.

Ip sta per “Ion Plating” e indica lo speciale processo di colorazione chiamato appunto “placcatura agli ioni“. Si tratta di una tecnica molto usata in orologeria per ricoprire superfici metalliche tramite la deposizione fisica del vapore. Nella fattispecie, un flusso di particelle ionizzate attecchiscono alla cassa e ne definiscono la colorazione definitiva. Un processo simile, ma non uguale, al Pvd, di cui abbiamo in più occasioni parlato. 

Le principali caratteristiche

Diametro della cassa, spessore e lunetta sono invece gli stessi per tutt’e tre le varianti. La cassa tonneau del Bulova Racer Chronograph ha un diametro di 42 mm e uno spessore di 12,95 mm. La lunetta mette in bella mostra la scala tachimetrica, con il primo quarto su sfondo arancione e la parte restante su sfondo nero. Ricordo che la scala tachimetrica serve a misurare la velocità media del proprio veicolo sulla distanza di un chilometro o di un miglio. Basta attivare, alla partenza, il cronografo e arrestarlo nel momento in cui si è percorso il chilometro o il miglio di riferimento. Il numero indicato dalla lancetta centrale dei secondi indica le velocità di percorrenza media.   

L’arancione della scala tachimetrica è lo stesso della lancetta centrale dei secondi e di quella dei minuti crono, della sottile circonferenza tratteggiata che corre esternamente agli indici dei minuti e del pulsante che avvia il cronografo. Corona a pressione e fondello fissato alla cassa tramite quattro viti assicurano all’orologio Bulova Racer Chronograph un’impermeabilità massima di 10 bar. Il vetro piatto, posto a protezione di quadrante e lancette, è in zaffiro sintetico, mentre logo e scritta Bulova si ritrovano sulla corona, in corrispondenza dell’ansa inferiore destra e sulla carrure, a sinistra della cassa. Lancette e indici sono ricoperti di Super-LumiNova, una delle sostanze luminescenti con più lunga permanenza al buio. Il datario è a ore 6.

Il movimento del Bulova Racer Chronograph

Sul sito ufficiale, scorrendo le caratteristiche tecniche dell’orologio Bulova Racer Chronograph, alla voce movimento si legge: “Quarzo”. Nulla di più. Idem nei documenti informativi rilasciati a noi giornalisti. L’azienda non fornisce alcuna indicazione aggiuntiva. L’ho dovuta cercare in prima persona, analizzando i vari movimenti Miyota con complicazione cronografica oggi disponibili e riuscendo, con molta probabilità, ad assegnare un nome al calibro utilizzato dalle nuove referenze. Si tratta del Miyota OS21, la cui precisione dichiarata è di +/- 20 secondi al mese, e 5 anni di durata massima della batteria. Perché Miyota? Perché la nota azienda giapponese produttrice di movimenti appartiene al Gruppo Citizen, di cui fa parte anche Bulova dal 2007.

È un movimento standard, affidabile, ben lontano da quello ad alta frequenza (Precisionist, Hpq, chiamatelo come volete) montato a bordo degli attuali modelli Lunar Pilot. Ma pur sempre un movimento che vi permette di misurare con praticità e affidabilità i vostri intervalli di tempo.
I due contatori a ore 3 e a ore 9 indicano rispettivamente le 24 ore che compongono la giornata e i 60 minuti crono. Poiché manca il contatore dei secondi continui e la lancetta centrale dei secondi si attiva solo con il cronografo, quando il cronografo è fermo, sul quadrante non si percepisce alcun moto. Una scelta secondo me in contrasto con la filosofia alla base della nuova collezione, evidentemente ispirata al mondo delle corse e dell’alta velocità.

L’utilizzo di un movimento al quarzo ha permesso all’azienda americana di contenere il prezzo dei tre nuovi orologi. Il Bulova Racer Chronograph costa infatti 429 euro nella versione in acciaio, 399 euro nella versione con cassa Ip black, 379 euro nella versione con cassa in acciaio “non trattato”. In questo modo, mi sembra evidente, Bulova mira a catturare cuore e attenzione del pubblico giovane, attento alla moda neo-vintage ma anche alla tradizione.