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I movimenti Citizen: intervista a Soichiro Morita

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In questo 2024 Citizen festeggia i 100 anni dal primo orologio co il proprio marchio. I due momenti più importanti della celebrazione sono stati una mostra itinerante di pezzi storici e un evento internazionale a Parigi lo scorso ottobre. Per la mostra, Citizen ha esplorato un vasto archivio di oltre 6.000 pezzi, selezionandone 100 in 12 categorie simbolo dell’essenza e del design del Brand. Il tour, partito da Tokyo, origine dell’azienda, si è poi spostato a New York e, infine, a Parigi. Inoltre, è stato creato un orologio da tasca in edizione limitata ispirato all’originale del 1924 e realizzato in soli 100 esemplari per tutto il mondo.

L’azienda, fondata nel 1918 nel Shokosha Watch Research Institute, nel 1924 adottò il nome “Citizen”, “cittadino”, per il suo primo esemplare, da tasca. Il nome voleva esprimere l’idea di un orologio disponibile per il maggior numero possibile di cittadini, che l’avrebbero utilizzato e apprezzato negli anni successivi. Il nome si legò nel 1930 all’azienda, che assunse la denominazione di Citizen Watch Co. Ltd. 

Noi de Il Giornale degli Orologi eravamo a Parigi in occasione dell’evento, insieme a pochissimi altri giornalisti selezionati. Ho avuto modo di intervistare Mr. Shoichiro Morita, ingegnere dei movimenti di Citizen, che ha lavorato ad alcuni dei più importanti calibri del Marchio giapponese. Ecco che cosa ci ha raccontato.

Il Giornale degli Orologi: Il movimento EcoDrive è uno dei vostri vanti: possiamo aspettarci aggiornamenti in futuro?
Lo scorso anno abbiamo sviluppato e messo in commercio il modello EcoDrive 365. È chiamato così perché una volta carico ha un’autonomia di 365 giorni, ma non è solo l’autonomia a essere stata migliorata. Abbiamo migliorato l’estetica, per esempio disegnando il modello in modo che sia maggiormente in evidenza la lancetta dei secondi. In quanto ingegnere ragiono sempre per capire come migliorare le funzioni di un orologio o di un movimento. Anche se siamo completamente soddisfatti delle nostre attuali collezioni, siamo convinti che ci sia sempre qualcosa che si può migliorare. Ecco perché sviluppiamo e aggiorniamo continuamente i nostri orologi: perché siano capaci di dare emozioni a chi li indossa. Vedremo sotto questo aspetto gli aggiornamenti più importanti.

GdO: Invece, quali sviluppi possiamo attenderci per i movimenti radiocontrollati?
S.M. Nel settore dei radiocontrollati abbiamo sviluppato di recente un movimento, e di conseguenza un orologio, con le fasi lunari, l’Attesa Hakuto-R, che oltre alle informazioni sulle ore dà a chi lo indossa l’emozione di una complicazione come questa. È l’esempio di come vogliamo sviluppare nel futuro la tecnologia radiocontrollata: qualcosa che non assolva solo alcune funzioni pratiche, ma che dia spazio anche alle emozioni. Da un punto di vista tecnico, il radiocontrollato si basa sulla tecnologia Gps, la cui “antenna” ha delle dimensioni ancora importanti; la sfida attuale sta nel renderla sempre più piccola senza diminuirne la performance. Penso quindi che questo lavoro di miniaturizzazione sarà il prossimo focus su cui lavorare. Come ingegnere ritengo che la tecnologia Gps e quella dei movimenti radiocontrollati dovranno essere sviluppate insieme, una non può e non deve escludere l’altra.

GdO: Pensate di introdurre nuove complicazioni nei movimenti della Serie 8?
S.M. Per quanto riguarda i movimenti meccanici della Serie 8 lavoriamo su un concetto di minimalizzazione. Ragion per cui non credo che in futuro ci saranno complicazioni sugli orologi di questa serie quanto, invece, una sempre maggiore semplificazione.

GdO: I movimenti Miyota sono realizzati su specifiche Citizen o in maniera “autonoma” da parte dell’azienda?
S.M. Myiota appartiene a Citizen ma produce movimenti che poi commercializza all’esterno del gruppo. I movimenti a marchio Myiota sono prodotti anche da Citizen, ma tutti i movimenti utilizzati da Citizen sono fabbricati da Citizen stessa, che infatti ha in produzione un gran numero di calibri. Questo ci dà un grande vantaggio competitivo su altri marchi anche perché, come ho detto prima, lavoriamo su ciascun calibro con l’obiettivo di migliorarlo costantemente. 

GdO: In passato Citizen è stata pioniere nei movimenti ultrapiatti: pensate di svilupparne ancora in futuro?
S.M. È una domanda alla quale per me oggi non è facile rispondere in maniera concreta. Negli anni ‘70 c’era un modello che è esposto anche qui (alla mostra itinerante, a Parigi, ndr), l’Exceed Gold, per la cui realizzazione l’obiettivo era quello di avere un movimento che stesse al di sotto del millimetro di spessore. Una sfida importante, per cui ciò che mi sento di dire è che in futuro avremo la possibilità di lavorare per raggiungere quel risultato. È un po’ come nel caso della precisione. Quando negli anni ’70 fu sviluppato l’orologio al quarzo Crystron Mega, si riuscì ad ottenere una precisione di circa +/-3 secondi all’anno; nel 2018 siamo riusciti a sviluppare un movimento con una precisione cronometrica di +/-1 secondo. Allo stesso modo, penso che anche per quanto riguarda lo spessore dei movimenti ci siano margini per scendere ancora di più.