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Torna il Memovox, lo svegliarino di Jaeger-LeCoultre

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La Grande Maison riedita una delle sue specialità. Una complicazione utile, reinterpretata dai “tecnici felici” nella storica collezione Polaris. Ricca di novità

1968/2018: mezzo secolo di storia del Polaris Memovox di Jaeger-LeCoultre.

La rivisitazione del proprio passato è sempre un’operazione interessante. In particolar modo per un produttore d’orologi che – tanto per cominciare – può fare riferimento ad una tradizione di successo, visto che nessuno ovviamente rivisita i propri insuccessi. Per certi versi è una operazione di marketing con la quale si riafferma la continuazione di un lungo percorso, ma sarebbe tutto sommato poco convincente se non si procedesse ad attualizzare sia l’estetica sia la tecnica. Perché una riedizione acritica di un oggetto del passato rischia di rivelarsi una vera e propria falsificazione, sia pure compiuta dal marchio stesso.

Lo svegliarino

In cosa consiste la complicazione detta “svegliarino”? Si tratta di una specie di timer, già conosciuto nel Medio Evo (gli svegliarini monastici scandivano, ad esempio, le ore notturne dei monaci benedettini), un dispositivo composto da un sistema di puntamento che consente di decidere a che ora far suonare un altro dispositivo, che a sua volta libera un martelletto, ovviamente in prossimità dell’ora desiderata. Il sistema di puntamento, in estrema sintesi, è una seconda regolazione dell’ora collegata a un indice che fa scattare il secondo dispositivo quando la posizione della lancetta delle ore coincide con quella dell’indice.

Attenzione: è chiaro che il riferimento alla lancetta delle ore implica un ciclo di 12 ore e un certo grado di imprecisione. Benché sul quadrante, di solito, sia possibile effettuare una regolazione fine, la suoneria si attiverà con qualche minuto di scarto, in relazione a molte variabili. Sarebbe possibile far di meglio, in questo senso? Sì, certo, ma un dispositivo collegato alla lancetta dei minuti somiglierebbe maledettamente a quello di una ripetizione minuti e farebbe lievitare i prezzi. Lo scarto fra l’impostazione e l’effettiva attivazione dello svegliarino va quindi considerato come una caratteristica di questo tipo d’orologio, non come un difetto.

Il problema dell’energia

Una seconda caratteristica problematica è la notevole richiesta di energia: il martelletto deve avere una discreta massa, per produrre un buon suono, e muoverlo richiede una quantità d’energia legata alla massa stessa e alla durata del suono. Nel caso del Memovox Polaris, i tecnici della Casa hanno parzialmente risolto questo problema separando il bariletto “motore” dell’orologio da quello “motore” della sveglia.

Ciò avveniva già nel movimento originale degli anni Sessanta, il Calibro 825, e a maggior ragione l’impostazione è presente nella sua evoluzione, l’attuale Calibro 956. Le tre corone servono quindi a impostare e ricaricare la sveglia (al 2), a gestire la lunetta girevole interna (al 3) e alla ricarica e impostazione del movimento (al 4). La separazione dei bariletti consente di non introdurre perturbazioni nella costanza di marcia quando viene attivata la sveglia e a garantire una buona autonomia complessiva (44 ore).

Il Memovox oggi

I “tecnici felici” di Jaeger-LeCoultre – felici perché quasi nessun altro tecnico di alcuna altra marca gode di altrettanta libertà creativa – hanno già fatto riferimento, nel passato, al Memovox, ma questa volta hanno superato se stessi creando un’intera collezione di orologi che discende direttamente dal Memovox Polaris del 1968. Al centro abbiamo appunto il Memovox Polaris (13.100 euro), prodotto in 1.000 esemplari. Al Memovox si aggiungono un “semplice” automatico, un automatico con datario, due cronografi – uno dei quali con “ore del mondo” – e, di recente, un altro ore universali. Più variazioni nel colore del quadrante e nel metallo della cassa, che spazia dall’acciaio al titanio, all’oro rosa.

Variano anche i diametri, compresi fra i 41 millimetri dell’automatico e i 44 del crono World Time; e varia, infine, l’impermeabilità, che però non scende mai sotto le 10 atmosfere. Perché tutti i modelli della collezione Polaris sono a proprio agio anche in acqua, come del resto viene sottolineato dalla scelta di un cinturino in caucciù. Nel caso del Polaris Memovox la tenuta stagna sale a ben 20 atmosfere: vale a dire che l’orologio può essere usato così com’è anche per immersioni impegnative, mentre per i mesi invernali basta sostituire il cinturino (magari con uno in colori vivaci oppure nero, a seconda dei gusti) per avere al polso un orologio classico e sportivo al tempo stesso.

Alcuni indirizzi utili: Boutique Jaeger-LeCoultre
Astrua 1860 – Torino e Alessandria
Pisa Orologeria – Milano