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Patek Philippe 5524G, il nuovo look del Travel Time

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Ma chi l’ha detto che l’abito non fa il monaco? A guardare gli orologi presentati negli ultimi tempi da Patek Philippe, la smentita al vecchio motto popolare arriva forte e chiara. Perché la Maison ginevrina ha saputo operare una serie di restyling estetici capaci di trasformare l’essenza di certi esemplari in catalogo. Lo ha fatto per esempio con la Grande Complicazione 5370R-001, un cronografo sdoppiante dal modernissimo appeal, e con le Ore del Mondo, diventate più “informali” che mai con il modello 5330G-001. Ma lo ha fatto anche con il nuovo Calatrava Pilot Travel Time 5524G-010, che da qui in poi per comodità chiameremo solo con il numero della referenza: Patek Philippe 5524G.

La novità, lo ripeto, sta tutta nel look: la cassa rimane di 42 mm di diametro ma acquista un luminoso quadrante avorio e lo abbina a un cinturino verde kaki. Niente di trascendentale, è vero. Quanto basta, però, per rendere l’orologio completamente diverso: più giovane, più fresco e sportivo, o meglio sportivo-chic. Un rinnovamento capace di ravvivare nel profondo la collezione – finora molto classica, concentrata com’era sui toni del blu e del cioccolato. Ma soprattutto in grado di far leva sul buon gusto delle ultime generazioni di manager facoltosi e businessmen alto spendenti. In pratica, il pubblico di Patek a livello internazionale.

Una decade di storia

Del resto, quello che oggi è univeralmente riconosciuto come un “grande classico” della Manifattura, dieci anni fa – al momento del lancio – non fu ben compreso. O perlomeno non subito. A Baselworld 2015, il Calatrava Pilot Travel Time Ref 5524G-001 (questo il nome esatto del primo esemplare) venne visto come qualcosa di anomalo nella produzione Patek Philippe. I soliti tromboni (e meno male che all’epoca non c’erano blogger e youtuber…) lo etichettarono come “militare”, lontano dalla tradizione della Casa. Beata ignoranza. Più che un orologio militare, in realtà, era un orologio da aviatore – come quel Pilot nel nome stava correttamente a indicare.

In effetti prendeva ispirazione da due siderometri (vale a dire orologi ad angolo orario) realizzati dalla Casa nel 1936, conservati al Museo Patek Philippe. Stessa idea di “strumento di volo”, stessa leggibilità di base. Sostituiva però le funzioni utili alla navigazione aerea con un secondo fuso orario, governato dall’esclusivo sistema Travel Time. Un dispositivo brevettato da Patek nel 1959 e poi perfezionato con un altro brevetto nel 1996, estremamente semplice da usare. In poche parole, un sistema formato da due lancette centrali dell’ora e da due pulsanti che permettono di correggere l’orario locale con scatti di un’ora, avanti o indietro. E poi la data, indicizzata sull’ora locale.

Presentato in origine con la cassa di 42 mm di diametro in oro bianco con quadrante blu, negli anni successivi conosce ulteriori sviluppi. Nel 2018 esce in due formati – accanto al 42 mm, anche 37,5 mm -, in oro rosa con quadrante bruno. Nel 2019, si evolve nella Grande Complicazione Alarm Travel Time, che associa il doppo fuso orario alla funzione di sveglia improntata sulle 24 ore. Poi, nel 2020, è la volta della medium size in oro bianco, senza dimenticare le edizioni speciali, in serie limitata, realizzate per le esposizioni di New York, nel 2017, e di Singapore, nel 2019. Vale la pena di ricordare che la Ref. 5524R-001, il modello più grande in oro rosa con quadrante marrone sfumato nero, è tuttora in collezione.

Il sistema Travel Time del Patek Philippe 5524G

Per il resto, nel nuovo Patek Philippe 5524G con quadrante avorio, le funzionalità del sistema Travel Time restano immutate. Non avrebbe senso cambiare qualcosa che va bene, anzi è già perfetto così, di suo. Come i precedenti, l’orologio ha due lancette centrali dell’ora con un diverso design: lancetta piena per l’ora locale, lancetta traforata per l’ora “di casa” (o, quando si è già a casa, per l’ora di un luogo di riferimento). Come accennato sopra, quando si vuole modificare l’ora locale, basta agire su uno dei due pulsanti posti sulla carrure, per spostarne la lancetta avanti o indietro, con scatti di un’ora per volta.

Pulsanti che oltretutto sono dotati di un sistema di sicurezza brevettato, che impedisce qualsiasi manomissione accidentale dell’ora locale. Per attivarli, infatti, bisogna prima di tutto sbloccarli. E per farlo, basta ruotarli di un quarto di giro (hanno un rilievo scanalato proprio per permettere una presa migliore). Dopo aver corretto l’orario, si ripete lo stesso gesto: li si riporta di nuovo in posizione di blocco, sempre con la rotazione di un quarto di giro, in senso opposto. Un po’ come si fa per esempio con la corona di certi subacquei. A proposito, nonostante i due pulsanti, l’orologio è impermeabile fino a 6 atmosfere. Ricordo che Augusto Veroni aveva scritto “un pezzo”, proprio su questo argomento…

Ma di caratteristiche degne di nota, nel Patek Philippe 5524G ce ne sono ancora. Prima di tutto, durante queste operazioni, la lancetta dell’ora locale è disinnestata dal movimento. Il dispositivo Travel Time è infatti dotato di un “isolatore” che, durante le manipolazioni del Gmt, scollega il meccanismo dei fusi orari dal calibro di base. E impedisce che le regolazioni possano influire sull’ampiezza del bilanciere o sulla regolarità delle oscillazioni, così che l’orologio possa conservare intatta la costanza di marcia. Quindi va almeno citata la doppia funzione giorno/notte per l’ora locale e per quella “di casa”, che evita magari di svegliare i propri familiari o collaboratori nel cuore della notte con un’inopportuna telefonata.

Il movimento del Patek Philippe 5524G

In realtà, almeno dal 2023, gli esemplari del Patek Philippe 5524 (in oro bianco o oro rosa) si distinguono dai loro predecessori per il movimento. Mentre l’originale e i suoi successori erano animati dal calibro 324 S C FUS, gli ultimi montano il calibro 26-330 S C FUS. Entrambi concepiti e prodotti in-house ed entrambi a carica automatica, i due calibri di base sono parenti diretti, tant’è che possiamo considerare l’uno l’evoluzione dell’altro. Un po’ come se il 324, nato nel 1982, si fosse modificato nel tempo con l’adozione di tutte le migliori tecnologie della Manifattura.

Riporto le informazioni tecniche del calibro 26-330 S C FUS nelle didascalie in alto. Qui preferisco fare almeno un cenno all’affidabilità e alla precisione del movimento, che rispetta i canoni imposti dal Sigillo Patek Philippe. Lo scarto di marcia, per esempio, si aggira fra -3 e +2 secondi al giorno. Anche le finiture sono dettate dal protocollo di qualità della Maison. La massa oscillante in oro 21 carati è decorata a Côtes de Genève circolari, ha il centro a perlage, è ornata da motivi a chiocciola ed è personalizzata dalla Croce di Calatrava. I ponti, smussati a mano con l’anglage, riportano le consuete Côtes de Genève, mentre la platina è a perlage. E poi ci sono i contrasti tra le superfici lucidate, le incisioni dorate e lo scintillare dei rubini.

Per concludere

Chiudo, come al solito, con il prezzo di listino. Il nuovo Patek Philippe 5524G costa 61.419 euro, come riportato sul sito ufficiale. Stessa cifra, peraltro, della versione in oro rosa. Ma credo che quanto ho scritto fin qui sia sufficiente per far comprendere il perché ogni centesimo sembra ben speso. Lo scrivo per quelli che se lo possono permettere, ovvio. E credetemi, sono più numerosi di quanto noi mortali riusciamo a immaginare.