l’ossidazione del metallo a contatto con la pelle), insolitamente associata a un quadrante in smalto, la doppia scala tachimetrica (in miglia, periferica, e in quarti di miglia, a chiocciola), le lancette e i numeri rivestiti di radio per essere visibili anche al buio. Solo in seguito si scoprirà che questo materiale luminescente era estremamente dannoso per la salute.
Mentre riguarda interamente un Omega in particolare il volume “From Seamaster to Seamaster. The First 70 Years”, realizzato appunto in occasione del 70° anniversario della collezione. Un racconto per immagini che ne ripercorre la storia dal 1948 a oggi: più di 200 fotografie in cui sono ritratti 70 modelli, alcuni arci-noti e altri più rari, in un’ambientazione minimale ma suggestiva. Con poco testo ma alcune “macro” notevoli che ne evidenziano i dettagli costruttivi più peculiari.
Tra gli otto capitoli, specifici sulle diverse epoche, spicca quello dedicato a James Bond: dal 1995 in poi, infatti, il Seamaster è sempre stato al polso dell’agente segreto più famoso del mondo. Seppur declinato in numerose varianti, è l’unico tratto comune ai tanti film che si sono susseguiti, da “Golden Eye” a “Spectre” (in attesa del prossimo Bond 25, di cui per ora si conosce solo la data di uscita: novembre 2019), e ai diversi protagonisti (da Pierce Brosnan a Daniel Craig).
Del resto, il Seamaster è sempre stato un orologio eclettico: ispirato agli esemplari impermeabili forniti alla British Airforce durante la Seconda guerra mondiale, era nato per “la città, il mare, la campagna”. E nel corso dei decenni ha dato vita a innumerevoli versioni: dai classici solo tempo ai più formali “dress watches” in oro anni Cinquanta, dagli estrosi cronografi ai celeberrimi Ploprof dei Settanta, fino ai subacquei dei giorni nostri. In fondo, il merito del libro sta proprio qui: attraverso l’evoluzione del design, il Seamaster diventa una chiave di lettura per mostrare i cambiamenti del gusto negli ultimi 70 anni. ”'”><\/script>‘