Attualità

Dietro le quinte: chi vince e chi perde alla guerra delle fiere

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Il mondo sta cambiando, anche in orologeria. Eppure l’unica risposta che le (sempre meno importanti) fiere riescono a trovare è la propria moltiplicazione…

In orologeria, come in altri settori di mercato, quel che conta è chi produce, chi vende e chi compra. Tutto il resto è più o meno facoltativo, un insieme di optional che vale la pena di far propri se sono utili, altrimenti è meglio espellerli come calcoli renali. Parlo di intermediari di vario tipo, di operatori o iniziative parassitarie, parlo degli stessi giornalisti e parlo delle fiere. O siamo utili o meglio lasciar perdere. Il mondo sta cambiando rapidamente e se persino il ruolo dei negozianti viene ridimensionato da nuovi mezzi, figuriamoci il resto. Dobbiamo imparare ad adeguarci.

Le necessità dei produttori e dei compratori restano sostanzialmente immutate, ma muta, eccome, il modo di far parte dell’orologeria in maniera utile, appunto. Le fiere, ad esempio. Arriva per prima la notizia che nel 2020 il SIHH (Salone internazionale dell’Alta Orologeria) si terrà a Ginevra dal 26 al 29 aprile, anziché in gennaio come è ormai tradizione. Il SIHH sarà seguito, senza soluzione di continuità, da Baselworld, a Basilea, dal 30 aprile al 5 maggio. Qualcuno la interpreta come un armistizio tra fiere in guerra. Sbagliato: non è un armistizio, ma una nuova, astuta battaglia.

La guerra delle fiere è una guerra commerciale fra gli organizzatori svizzeri. Solo in seconda istanza è anche una disputa commerciale fra marche, una disputa molto meno accesa di quanto molti credono. Non è con le fiere che si fanno concorrenza: al contrario, le fiere sono state, fino a poco tempo fa, un terreno comune sul quale far crescere il desiderio per l’orologeria svizzera, tutta l’orologeria svizzera.

Per i giornalisti, gli appassionati d’orologeria e i compratori la guerra delle fiere è quasi priva d’interesse. È la vostra guerra, non la nostra. È la vostra guerra perché non è affatto importante avere in fretta il materiale relativo ad orologi che non sono sul mercato e quindi non possono essere visti nei negozi. È la vostra guerra perché comunque per molti negozianti e giornalisti le strategie alternative dei produttori d’orologi si stanno rivelando pratiche ed efficaci, pur avendo bisogno di qualche messa a punto: manifestazioni locali che non costringono a lunghi viaggi, a lunghe assenze, a sopportare costi elevati e consentono un migliore rapporto con gli operatori, non più assediati da migliaia di blogger, influencer provenienti da tutto il mondo. Per i giornalisti, sia chiaro, le iniziative locali – a patto che non siano troppe e non rendano quindi difficile il lavoro – si stanno rivelando molto interessanti e più direttamente collegate con il mercato reale del settore. Per i negozianti, sono un doveroso riconoscimento alla necessità di ritagliare strategie più rispettose dei gusti espressi dai compratori locali.

Cosa succederà nel 2020? Fino al 29 aprile, nulla di diverso dal solito, tranne le date (fine aprile invece di metà gennaio). Come sempre Ginevra si rivela una bella fatica che culmina nel dover preparare le valigie, il 28 sera, e portarle con sé al Palexpo la mattina del 29. La sera del 29, dopo una giornata di fiera (sempre più faticosa, dopo quattro giorni di appuntamenti militarmente organizzati), devo però spostarmi da Ginevra a Basilea, per poter dormire a Basilea ed essere in fiera la mattina dopo. Ovviamente non ci sono soltanto io: nel 2018 il SIHH ha dichiarato circa 20.000 presenze, complessivamente. Se solo la metà di queste persone volessero proseguire per Baselworld avremmo 10.000 persone che devono andare, quasi contemporaneamente, da Ginevra a Basilea. 10.000, si badi bene, è il minimo per poter parlare di un successo nell’operazione travaso dei visitatori da una fiera all’altra. Meno di 10.000 sarebbe un insuccesso per Baselworld e renderebbe pressoché inutile lo spostamento e il coordinamento delle fiere.

Come si sposteranno queste diecimila persone? Nessuno lo ha ancora detto. Ci saranno treni speciali, pullman organizzati? Ciascuno pensa per sé? Nessuno lo ha ancora detto. In previsione di una lunga assenza da casa (dal 26 aprile al 5 maggio) e dopo quattro giorni piuttosto faticosi di SIHH devo portare con me più di una valigia, portare con me gli abiti sporchi dei giorni precedenti, andare a Basilea (ma arrivato a Basilea troverò taxi sufficienti?), arrivare in albergo se avrò trovato albergo in città (e gli altri come fanno? Devono essersi già spostati a Ginevra con l’auto, se