Attualità

Calatrava, la prima impressione non è quella che conta

{"autoplay":"false","autoplay_speed":"3000","speed":"300","arrows":"true","dots":"true","loop":"true","nav_slide_column":5}
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image

Ogni tanto anch’io mi diverto a scherzare. In questo caso ho preso un Patek Philippe bello come il sole (Calatrava 5227G-010 con cassa in oro bianco) e ho chiesto alla nostra (anche) grafica, Paola, di eliminare tutte le scritte dal quadrante. Dopodiché ho postato la foto su Instagram chiedendo: “Quanto paghereste per quest’orologio?”.

Lo so, sarebbe uno scherzo idiota se l’obiettivo fosse stato solo quello di un banale quiz didascalico. Nel quale probabilmente sarei caduto anch’io. Dal punto di vista didascalico i professionisti (concessionari Patek Philippe) hanno individuato al volo uno degli orologi più belli del marchio ginevrino. Dagli altri punti di vista (risposte dirette e messaggi privati) le cose sono andate ben diversamente.

Eviterò di parlare di chi ha “sbagliato” (eliminando il post da Instagram prima di pubblicare questo articolo) perché nomi e cognomi sono assolutamente ininfluenti. Professionisti e dilettanti hanno mancato il bersaglio in misura quasi pari. La risposta più interessante, quella che speravo, l’ha data però un signore che voi non conoscete, Gigi Cravero, vecchio lupo d’orologeria, venditore di orologi da quando aveva i pantaloni corti: “Vediamo cosa c’è dentro”. È questo, il punto. Smettiamola di giudicare (quasi esclusivamente) dal quadrante e torniamo ad appassionarci al movimento.

È una strana situazione. Oggi anche orologi da 150 euro riescono ad esibire un progetto grafico ammaliante, che convince a prima vista. Credo sia una grande conquista perché a ben vedere discende dall’essenza stessa di Swatch: un bell’orologio a prezzo contenuto. La differenza, soprattutto per quanto riguarda Swatch, è che stiamo parlando di un orologio che esibisce anche una qualità unica. Mentre se vai ad aprire il fondello di certi orologi “belli fuori”, trovi – dentro – l’orrore di movimenti di piccole dimensioni, talvolta persino arrugginiti e comunque di qualità pessima.

Il problema sta nel fatto che ci sono anche i comportamenti virtuosi – che come tali vanno apprezzati – di chi riesce a darti allo stesso prezzo un orologio dignitoso. A dimostrazione del fatto che alcuni si rimboccano le maniche per fornire risultati accettabili; mentre altri si limitano a speculare su una “bella faccia”, talvolta copiata da orologi del passato.

In pratica, andando con ordine, abbiamo orologi che effettivamente valgono il loro prezzo (fermo restando che il rapporto fra prezzo e qualità di un qualunque Swatch resta imbattibile: ma non si vive di solo Swatch);  mentre aumentano gli imbroglioni che usano quadrante e fondello per nascondere vere e proprie schifezze. Come certi imbonitori televisivi, insomma. Perché ci caschiamo come allocchi?

Ah, per altro l’allocco è un uccello rapace notturno che – guarda caso – si è fatto la nomea d’essere un po’ stupido solo perché persone stupide hanno giudicato stupido il suo aspetto. Quelle stesse persone stupide che giudicano un orologio in base a fotografie sapientemente studiate e ritoccate per farlo apparire molto migliore di quel che è; foto che, per giunta impediscono di studiare bene i dettagli.

Ve lo dico sempre: dopo aver letto i nostri articoli andate sempre a verificare, in un negozio, con i vostri stessi occhi. Per quanto l’articolo possa essere interessante, per quanto gli ingrandimenti a volte sembrano aprirti il mondo della micromeccanica, nulla può sostituire la verifica faccia a faccia. Io, noi, possiamo indicarvi cosa andare a controllare, ma i veri giudici sono i compratori o quanti, comunque, intendono farsi una seria cultura dell’orologio.

E ora un ultimo piccolo spunto di riflessione. Se l’importanza della ricerca e della comprensione di quanto la qualità sia più importante dell’impatto estetico vale per un settore frivolo come l’orologeria (frase un po’ lunga: respiro), perché non applicarla a tante e ben più importanti cose della vita? Eviteremmo di farci abbindolare da imbonitori d’ogni tipo. Dalla politica alla medicina, dalla vendita di oggetti inutili a presunte invenzioni geniali, i furbastri contano sulla nostra vista corta. Sul nostro accontentarci di un primo sguardo con la presunzione di essere tanto esperti quanto furbi. E ci fottono.

Detto questo, spedisco questo articolo al Direttore, non prima d’aver cancellato il post da Instagram. E godetevi le foto, movimento compreso, di questo meraviglioso Calatrava di Patek Philippe. Che ormai, da quando ho avuto la maledetta idea di far questo giochino, perseguita i miei sogni. Mi sono fregato con le mie mani.