Approfondimenti

Longines Spirit Chronograph, il pilot più tecnico della collezione

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«Vola solo chi osa farlo». Chi ha pronunciato queste parole che non ammettono repliche? Gabriele D’Annunzio? Italo Balbo? Un comandante della scalcagnata Alitalia? No, più semplicemente il gatto Zorba, protagonista con la gabbianella Fortunata di un celebre romanzo di Luis Sepúlveda. Che con questa frase si sarebbe guadagnato honoris causa l’investitura a primo felino brand ambassador Longines.

Il marchio della Clessidra alata è infatti profondamente legato alla storia e al mondo del volo, celebrato con il nuovo Longines Spirit Chronograph. Un universo al quale ha affiancato, decennio dopo decennio, quelli del mare (con l’Hydroconquest e i diver) e dell’equitazione (con l’Elegance); senza dimenticare la propria vocazione allo stile espressa in linee come la Master e l’Elegant Collection, la Record, l’Evidenza, la DolceVita.

Non perdiamo però di vista il tema da cui siamo partiti, il volo, e il motivo per cui, oggi, ho deciso di portarvi a impegnare un po’ del vostro tempo a leggere queste righe. Cioè il nuovo Longines Spirit Chronograph, appunto: la proposta più tecnica della collezione Spirit, che è il focus del marchio in questo disgraziato 2020.

Ben riuscito

Del Longines Spirit ha già parlato su queste pagine Augusto Veroni, con abbondanza di riferimenti storici; abbiamo anche scritto del rapporto che lega a doppio filo Longines e la storia dell’aviazione. Ragion per cui, mi rimane il compito di focalizzarmi sul Longines Spirit Chronograph per provare a spiegare come mai, per me, è un orologio particolarmente riuscito. Anzi, figo, pur con un difettuccio.

Partiamo da fuori, visto che con gli orologi accade come quando ci si innamora di una donna: prima ci conquista il suo aspetto, poi caso mai arriviamo ad apprezzare anche il fatto che è laureata in astrofisica, ama i gatti e nel tempo libero pulisce le spiagge dalla plastica e dai rifiuti. Fuor di metafora, il Longines Spirit Chronograph è bello e per chi ama i pilot, come me, è facile innamorarsene.

Lo Spirit Chronograph visto da fuori

La cassa da 42 mm, misura giusta per un orologio da aviatore che vuole essere casual oltre che professionale, è in acciaio; e alterna finiture satinate ad altre lucide, tra le quali spicca la lunetta liscia, fatta apposta per artigliare il vetro zaffiro con trattamento antiriflesso che protegge il quadrante. A proposito di quadrante, qui la Marca ha dato prova di savoir-faire pur affidandosi a una produzione industriale.

Propone infatti il Longines Spirit Chronograph in tre versioni di colore, per ciascuna delle quali ha scelto una particolare lavorazione che ne esalta la cromia: nera opaca, blu soleil o argento grené. Un’attenzione che dimostra quanto Longines abbia lavorato in profondità sulla collezione per non renderla solo una banale riproposizione di orologi del passato.

Lo confermano le cinque stelle applicate e non stampate, che fanno bella mostra di sé al centro del quadrante. Per chi non lo sapesse, lungi dall’alludere a qualsiasi formazione politica (gli svizzeri sono gente seria, non comici né bibitari), nella tradizione di Longines le stelle certificano la qualità e l’affidabilità dei movimenti della Maison. E cinque è il massimo cui un orologio può aspirare.

Cinturini e bracciale

Il colore del quadrante detta anche l’abbinamento dell’orologio ai cinturini e al bracciale: nero con cinturino in pelle marrone, blu con cinturino in pelle blu, argento con bracciale in acciaio. Quest’ultimo, naturalmente, è chiuso da una fibbia déployante mentre i cinturini, udite udite, hanno un comodo ardiglione. Ho scritto, con questo, solo tre pezzi sul Giornale degli Orologi, ma avrete capito che io e la déplo proprio non ci amiamo: io fatico a regolarla, lei si vendica tirandomi i peli del polso. Ah, dettaglio non da poco e nemmeno scontato: le versioni con bracciale e cinturino hanno il medesimo prezzo, 2.980 euro.

Nella cassa del Longines Spirit Chronograph

Veniamo al cuore dello Spirit Chronograph, il calibro automatico L688.4 sviluppato su base ETA (AO8.LOI). Si tratta di un movimento realizzato esclusivamente per questo modello, con ruota a colonne per l’innesto delle funzioni cronografiche. Ricordo che, rispetto a una ruota a camme, la ruota a colonne garantisce una migliore precisione degli azionamenti delle funzioni cronografiche e una maggiore dolcezza nel loro innesto. Inoltre, libidine per gli impallinati di meccanica, la pressione sul pulsante di avvio del cronografo è molto più morbida, oserei dire sensuale.

Il calibro L688.4 è un’evoluzione del 688.2 che Longines monta su un altro pilot notevole, l’Heritage Avigation Big Eye, il quale però ha una riserva di carica di 54 ore rispetto alle 64 del Longines Spirit Chronograph. Un aspetto che chi ama questa tipologia di orologi non dovrebbe sottovalutare, qualora ne volesse acquistare uno; la maggior parte dei concorrenti, anche di marchi top, costa infatti il doppio se non di più rispetto a questo Longines e dichiara un’autonomia massima inferiore di almeno il 25 per cento.

Detto del fatto che la dicitura Chronometer sotto al logo sul quadrante testimonia la certificazione Cosc dell’orologio, rimane un punto importante da sottolineare a livello di movimento, legato proprio al Cosc: l’utilizzo della spirale in silicio. Componente non certo nuova né esclusiva, conta proprio sulla caratteristica del materiale di essere del tutto insensibile alle variazioni di temperatura e ai campi magnetici, per garantire la precisione dell’orologio.

I puntini sulle i

Sopra ho parlato di un difettuccio, usando un vezzeggiativo non a caso, perché si tratta davvero di poca cosa che solo un rompiscatole come me potrebbe sottolineare. Ovvero, il pulsante a ore 10 per la regolazione della data.

Molto probabilmente Longines ha scelto di introdurlo per caratterizzare esteticamente lo Spirit Chronograph; inoltre, cambiare la data con un pulsante è senz’altro più comodo che farlo utilizzando uno stilo. La sua presenza, però, fa pensare a prima vista di trovarsi di fronte a un doppio cronografo, o rattrapante, ossia alla nobiltà della cronografia da polso. Non è che, così, la Maison vuol darsi delle arie?

Un peccato di vanità comunque perdonabile, all’orologio e a chiunque vorrà metterselo al polso. Cui auguriamo, in chiusura, di vivere la propria avventura attraverso altre parole di colui che ha aperto il pezzo, il gatto Zorba: «Ora volerai. Il cielo sarà tuo».