Mani dietro la schiena, come un anziano davanti a un cantiere, osservo il nuovo Klepcys GMT Retrograde di Cyrus. E ripenso a quanto mi raccontò una volta Jean-François Mojon, genio creativo del brand e co-proprietario di Chronode, la manifattura interna del marchio ginevrino: «Già dall’infanzia, avevo una decina d’anni, provavo grande interesse per tutto ciò che era tecnico e per l’espressione della tecnica in forme originali».
Voilà. Bastano queste parole a far capire la filosofia progettuale alla base dell’orologio, senza averlo tra le mani. Quando, all’inizio, ho scritto “osservo”, ho infatti usato il verbo non a caso: perché la presentazione fisica del Cyrus Klepcys GMT Retrograde è saltata causa Covid e io, come altri, mi devo per ora accontentare delle fotografie. Ma con quel suo assist, come un Pirlo dei tempi migliori il maestro orologiaio mi lancia in campo aperto verso la sua ultima creazione.
Un esemplare che nasce dall’idea di inserire in collezione un orologio con doppio fuso orario, venuta al Direttore generale di Cyrus, Walter Ribaga. Instancabile viaggiatore per lavoro e per piacere, ha realizzato che una simile funzione avrebbe potuto completare l’offerta del brand, allineandola a quella di altri marchi top. La condizione era che l’indicazione dell’ora GMT fosse la più originale possibile.
(Più) piccolo è bello
Il Klepcys GMT Retrograde è sì un Cyrus fino al midollo, ma qui «l’espressione della tecnica in forme originali», per dirla alla Mojon, mostra un’evoluzione (in positivo, secondo me) rispetto ai precedenti modelli della collezione Klepcys. Per le indicazioni più tecniche vi rimando alle didascalie: qui preferisco sottolineare alcuni dettagli a mio avviso interessanti.
La cassa, per esempio. È in titanio grado 5, più forte del titanio commercialmente puro (da grado 1 a 4) pur avendo la stessa rigidità e proprietà termiche. La forma a cuscino è quella tipica di Cyrus, non però nelle dimensioni cui il brand ci ha abituati. Sono 42 mm per 13,9 di spessore, più che contenuti rispetto, per esempio, ai 44 per 19,9 del Klepcys Vertical Skeleton Tourbillon, o ai 46 per 17 e rotti del Klepcys Alarm.
Certo, la complicazione GMT retrograda è meno vorace di spazio rispetto alle altre; ma questo downsizing – tendenza comune a molte case – farà piacere a quanti etichettavano i Cyrus come “orologi da russi” per via delle loro proporzioni.
Intimamente GMT
Detto che i russi sono persone rispettabilissime e amanti della bella orologeria, veniamo alla complicazione, la funzione GMT, Greenwich Mean Time, a identificare il fuso orario di riferimento della Terra: indica l’ora della città di partenza rispetto all’ora locale della città in cui ci si trova. Definizione ormai superata in gergo tecnico da UTC, che sta per Tempo Universale Coordinato, ma ancora diffusa in orologeria.
Presente per la prima volta sul Glycine Airman nel 1953, diventa celebre un anno dopo grazie al GMT Master di Rolex, ref. 6542, creato in collaborazione con la Pan-Am, per fornire ai piloti un orologio che tenesse traccia dell’ora locale e del GMT, utile per chi attraversava molti fusi orari sui voli a lungo raggio.
La funzione può essere assolta in diversi modi: con una lunetta aggiuntiva di 24 ore per un secondo fuso orario e l’ora GMT, come nel Glycine; con una lancetta GMT aggiuntiva e impostazione del secondo fuso orario, eseguita ruotando la lunetta; con moto retrogrado come nel Klepcys GMT Retrograde: una volta arrivata alle 24 sul lato destro della scala, la lancetta ritorna con uno scatto secco sulle 24 del lato sinistro e ricomincia la corsa.
La funzione GMT retrograda non è certamente un’invenzione di Mojon. La ritroviamo, per citare solo due esempi, nel Masterpiece Double Rétrograde GMT di Maurice Lacroix e nella collezione Master Collection di Longines. Il Cyrus Klepcys GMT Retrograde, però, la valorizza attraverso il gioco di profondità che caratterizza il quadrante e che merita attenzione.
La profondità del Klepcys GMT Retrograde
Il quadrante tridimensionale a più livelli si ritrova spesso nella collezione Klepcys e in questo orologio distingue e distribuisce le funzioni. Nel primo livello, il disco antiriflesso trasparente in cristallo zaffiro riporta i numeri arabi delle ore luminescenti e il réhaut gli indici dei minuti, sempre luminescenti.
Il secondo livello è più affollato. Ospita l’arco dell’ora della località di partenza, in lacca di un bel colore blu; e il quadrante dei piccoli secondi a ore 6, decorato a triangoli, trattato con Pvd nero a rilievo e completato dalla lancetta dei piccoli secondi blu a forma di elica, il simbolo di Cyrus. Insieme a tutto questo, le altre lancette: ore, minuti e lancetta blu dell’ora della città di partenza (home time).
Un assembramento degno dei Navigli milanesi al sabato sera? No, perché il design arioso garantisce una leggibilità ottimale. Il vetro zaffiro su quadrante e fondello e la platina superiore del movimento, traforata a raggiera, alleggeriscono la struttura visiva del Klepcys GMT Retrograde senza compromettere la consultazione dell’ora. Sappiamo quanto spesso, invece, le scheletrature barocche finiscano per annegare le povere lancette dentro un mare di arabeschi. E capire che ore sono diventa allora una scommessa. Persa.
Il movimento
Eccomi, infine, al cuore dell’orologio, il calibro: il palcoscenico sul quale Mojon può sfogare la propria vena tecnica e, perché no, artistica. Credo che si diverta come un pazzo a progettare movimenti insieme al suo team, senza darsi limiti; alla fine degli anni ’90 per esempio ne concepì uno con 30 giorni di autonomia. In altre creazioni clamorose, poi, ha accoppiato due bariletti in parallelo per “nutrire” il calibro CYR1280 del Klepcys Alarm; e ha fatto alzare dal suo letto secolare il tourbillon, mettendolo in posizione eretta nel calibro CYR625 del Klepcys Vertical Tourbillon Skeleton.
Questa volta è il calibro CYR708 a carica automatica a gestire l’indicazione dei due fusi orari con funzione retrograda. Un movimento da 28.800 alternanze/ora e 55 ore di riserva di carica, sul quale avremmo voluto sapere qualcosa in più in termini di materiali e architettura costruttiva. Ma le curiosità di noi smanettoni vanno momentaneamente accantonate: avremo a disposizione ulteriori informazioni solo con la presentazione fisica dell’orologio.
Per adesso limitiamoci a dire che il colore grigio antracite dei ponti è ottenuto tramite un trattamento elettrolitico Nac, un rivestimento più resistente e durevole del Pvd, a prova di sbriciolamento. I ponti sono a raggi leggermente ricurvi con finitura satinata e microbillé, mentre i ruotismi spiccano per il loro colore dorato (ottone?). La massa oscillante monoblocco traforata riprende lo stile della platina lavorata che abbiamo visto prima sul quadrante.
In definitiva…
Il Klepcys GMT Retrograde è prodotto in tre versioni – titanio lucido, titanio lucido con lunetta Dlc nera, titanio Dlc nero -, ciascuna in 50 esemplari. I prezzi sono un po’ al di sotto degli standard dei listini di Cyrus: 18.100, 18.300 e 18.600 euro. Tra costo e tiratura limitata, anche questo Klepcys è dunque un orologio per pochi.
Personalmente, lo trovo esteticamente più gradevole ed equilibrato degli altri suoi fratelli in collezione; il Klepcys Solo Tempo è forse l’unico che riesce a tenergli testa sotto questo punto di vista, ma 46 mm per un solo tempo sono tanta, troppa roba. Comunque le opinioni estetiche sono sempre soggettive. Sotto il profilo tecnico, invece, è pregevole l’interpretazione retrograda. Ribaga è stato ascoltato quando chiedeva «a unique way to display the home time».
E così, dopo aver parlato di vil denaro, millimetri e virtuosismi tecnici, mi piace chiudere con un’altra citazione di Mojon. Che è una dichiarazione d’amore per il proprio lavoro, al di là delle logiche commerciali: «Quello del maestro orologiaio è un mestiere meraviglioso, che non è ancora pronto per essere sostituito dai robot». Meno male, caro Jean-François…