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Seamaster Diver 300M Chronograph. Il duro watch test di un Omega

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L’Omega Seamaster Diver 300M Chronograph è uno dei cronografi più sottovalutati. Pur avendo una quantità impressionante di caratteristiche uniche.
Trovatemene un altro – a qualunque prezzo – con la stessa resistenza ai campi magnetici. Trovatemene un altro con doppio bariletto, ruota a colonne, bilanciere a inerzia variabile in titanio, spirale in silicio; e ancora, funzione di cambio rapido di fuso (serve anche per il cambio rapido della data), ore e minuti crono in un solo totalizzatore. Per giunta con la precisione certificata dal Metas. E con prezzi che partono dai 7.200 euro.
A proposito, il suo nome completo è: Omega Seamaster Diver 300M Co-Axial Master Chrononometer Chronograph 44 mm. Ma per comodità qui lo chiamerò solo Seamaster Diver 300M Chronograph.

Master Chronometer

Una prima deviazione. Tutti gli Omega con la dicitura Master Chronometer devono aver superato i controlli del Metas. E questo fa dire a qualcuno che Omega, in termini di precisione, se la suona e se la canta. È esattamente il contrario. Il Metas è, in Svizzera, l’equivalente del nostro Ufficio Centrale Metrico. Un organo statale, insomma, che garantisce l’uniformità dei pesi e delle misure. Per comodità (evitando di portare centinaia di migliaia d’orologi in giro, con gli inevitabili ritardi sulle consegne) il Metas ha aperto un laboratorio all’interno della fabbrica Omega di Bienne, con il compito di sottoporre ad una lunga serie di controlli tutti gli orologi che possono utilizzare l’appellativo Master Chronometer, appunto.

Si noti bene che la certificazione Metas può essere effettuata solo dopo che l’orologio ha superato i test del Cosc (Contrôle Officiel Suisse des Chronomètres), che quindi non sostituisce. In pratica ogni Omega Master Chronometer è Cosc+Metas, tanto per essere chiari. Alla faccia del “se la suona e se la canta”! Per giunta chi possiede un Omega Master Chronometer può verificare i risultati del proprio esemplare sul sito Omega, semplicemente inserendo il numero di serie del proprio orologio.

Il tantalio

Ma io sono qui per parlare dell’Omega Seamaster Diver 300M Chronograph (che è anche Master Chronometer) con cassa in titanio, elementi in oro Sedna a 18 carati, lunetta e maglie centrali del bracciale in tantalio. Cos’è il tantalio? Un metallo, ovviamente, ma un metallo straordinario: più duro dell’acciaio, più raro dell’oro; e anche il più resistente agli agenti corrosivi di qualunque tipo, compresa l’acqua regia che scioglie l’oro. Ha un suo colore caratteristico, fra il grigio e il blu, che si sposa perfettamente con il colore del titanio, facendo risaltare lo splendore dell’oro.

Insomma, fermi restando i gusti personali, il tantalio non è stato utilizzato tanto per poter creare un modello più costoso (19.600 euro); quanto per una coerenza estetica tipica del marchio da quando alla guida c’è Raynald Aeschlimann. Uno che è entrato in Swatch Group (di cui Omega è una delle punte di diamante) nel lontano 1996.

Prova al polso del Seamaster Diver 300M Chronograph…

Per qualche giorno ho avuto al polso e fra le dita l’Omega Seamaster Diver 300M Chronograph, del quale mi preme sottolineare una serie di caratteristiche assai poco menzionate, eppure degne della massima attenzione. Partiamo proprio dal tantalio: con me si sfonda una porta aperta. Amo questo metallo da quando l’ho visto usare, all’inizio degli anni Novanta, da Omega stessa e da Audemars Piguet. Poi il vuoto. Perché mai?

Ho scoperto che al di là della difficoltà di lavorazione, l’industria elettronica s’è accaparrata gran parte delle miniere di tantalio per realizzare condensatori di elevata capacità e dimensioni molto ridotte. Il tantalio è impiegato in quasi tutti i dispositivi elettronici portatili (telefoni cellulari, computer, fotocamere digitali ed elettronica per l’automobile). Il che rende il tantalio metallo d’importanza strategica, per l’industria.

Una storia poco edificante: nella Repubblica Democratica del Congo ci sono grandi miniere di tantalite la cui gestione ha scatenato guerre spaventose. L’orologeria, che sempre di più tende ad usare solo materiali “solidali”, che non implichino lo sfruttamento schiavistico degli esseri umani, lo ha quindi abbandonato fin quando non hanno iniziato a svilupparsi le prime cooperative per l’estrazione etica della tantalite. Scelta, appunto dall’orologeria.

…ed esperimenti casalinghi

Le dimensioni della cassa (in titanio) sono extra large (44 mm di diametro), ma al polso la cosa non sembra poi rilevante anche in relazione al peso, piuttosto contenuto. Noto la grande comodità della lunetta girevole, priva delle classiche (e disastrose per gli abiti) zigrinature periferiche, eppure agevole da usare anche con i guanti della muta. Che io ho sostituito, per un esperimento autunnale casalingo, con guanti da cucina e uno strofinaccio. Il risultato è stato soddisfacente.

A proposito di esperimenti casalinghi, dal momento che m’era stato giurato che avrei potuto azionare senza problemi i pulsanti anche sott’acqua, ho riempito il lavandino della cucina d’acqua tiepida. L’ho immerso e ho cominciato a torturare i pulsanti. Per non annoiarmi troppo, avevo precedentemente iniziato una conversazione telefonica con una persona particolarmente logorroica.

Una combinazione, quella tra due conversatori instancabili, che mi ha consentito di giocare con i pulsanti fin quando i polpastrelli erano raggrinziti e l’acqua s’era raffreddata. Il cronografo non ha fatto (lui) una grinza. Ho anche provato a metterlo su una piastra calda (voi non fatelo, mi raccomando) per vedere se si formava un po’ di condensa a causa dell’umidità entrata nella cassa, ma niente. Non darei al mio esperimento il valore di un vero test, anche perché eseguito su un orologio nuovo di pacca, ma le buone premesse ci sono tutte, anche perché i pulsanti sono ben protetti.

Ho molto apprezzato anche la robustezza generale e la quasi totale assenza di fastidiosi giochi fra le diverse componenti di cassa e bracciale. Ho apprezzato le modalità di regolazione quasi automatica della chiusura pieghevole e la diversa colorazione, al buio, del materiale luminescente. Mi ha lasciato un po’ più freddo la decorazione del quadrante in ceramica, ma è una cosa strettamente personale. Io avrei preferito una superficie meno riflettente. In generale, comunque, resta il fatto che siamo di fronte ad un cronografo che si presta senza paura ad impieghi professionali molto onerosi. Per giunta con un movimento, il Calibro Omega 9900, da applausi a scena aperta.

Entusiasmo (anche per la Naiad Lock)

Ma se mi chiedeste cosa mi ha davvero entusiasmato del Seamaster Diver 300M Chronograph (chiedetemelo, per favore) vi risponderei la non ancora ben compresa chiusura Naiad Lock del fondello. Sono riuscito ad ottenere del materiale per uso interno, con la promessa di non pubblicarlo, per motivi di brevetto in corso di approvazione. E mi limiterò quindi a dire che si tratta di una variazione sul tema dell’attacco a baionetta tipico degli obiettivi fotografici. Solo che in questo caso, dovendo mantenere un’elevata tenuta stagna, la faccenda si complica parecchio.

In pratica, si devono far coincidere due segni di riferimento (somigliano alla stella delle auto Mercedes) e poi far ruotare di 47°, con una specifica chiave, il fondello. Non c’è bisogno di esercitare alcuna pressione durante l’operazione. Il vantaggio estetico sta nel fatto che le scritte sul fondello possono essere orientate con assoluta precisione, cosa impossibile con i fondelli avvitati. Quello tecnico è che la pressione esercitata sulla (grande) guarnizione di tenuta è ben controllata e non si corre il rischio di storcere la guarnizione stessa, con risultati disastrosi per l’impermeabilità. Come talvolta accade con i fondelli a vite.

Sostanzialmente il Naiad Lock dell’Omega Seamaster Diver 300M Chronograph si comporta come un fondello chiuso tramite viti, con la differenza che si risparmia qualcosa (meno pezzi e meno azioni da compiere); e al tempo stesso si ottiene una chiusura più sicura nel tempo perché non c’è il rischio che una o più viti si allentino. Per evitare comunque questo rischio, fra la cassa e la baionetta del fondello viene interposta una “guarnizione” metallica sagomata che rende più difficile l’apertura del fondello di quanto non sia la sua chiusura. L’ho trovata una soluzione geniale che sarebbe bello trovare anche sulla corona (quando mai sarà possibile realizzarne la miniaturizzazione a prezzi umani). Ma non sarà facile perché proprio la “guarnizione di sicura” ostacolerebbe l’apertura della corona.

Mi rendo conto, ovviamente, che il prezzo di quasi 20mila euro non è per tutti (ma il tantalio etico val bene la spesa). Ricordo però che la versione tutta in acciaio, sebbene più pesante, si traduce in un cronografo subacqueo professionale che costa meno, molto meno di tanti solo tempo. Fateci un pensierino, se cercate il miglior rapporto fra prezzo e qualità. Ma non prima di gennaio, quando lo troverete finalmente nei concessionari Omega.