«Lascio agli altri la convinzione di essere i migliori, per me tengo la certezza che nella vita si può sempre migliorare», disse una volta la divina Marilyn Monroe. Una frase che in Omega devono avere preso alla lettera, visto ciò che hanno appena fatto con il loro Moonwatch. Cioè? Hanno provato a migliorare qualcosa di già vicino alla perfezione, lavorando al suo interno. Omega ha infatti diffuso quello che, un po’ pomposamente, ha definito “il più grande annuncio di orologeria del 2021”, ossia l’arrivo della nuova generazione di Speedmaster Moonwatch.
Il nuovo cuore del Moonwatch
Una generazione che si differenzia dalle precedenti sostanzialmente per il calibro. Dopo i vari 861, 1861, 321 e i loro fratelli, gli Speedmaster Moonwatch di nuovissima produzione montano il calibro Co-Axial Master Chronometer 3861. In sostanza, con il nuovo movimento l’orologio si può fregiare della certificazione di Master Chronometer rilasciata dall’Istituto federale di metrologia svizzero (Metas).
Che cosa significhi ciò, è stato spiegato in modo semplice ed esaustivo in questo articolo da chi ne sa infinitamente più di me, ragion per cui vi invito a leggerlo se volete “seguir virtute e canoscenza” (come scrisse Dante Alighieri). A me basta aggiungere che questo calibro è realizzato per resistere a campi magnetici estremi, dichiarati da Omega fino a 15.000 Gauss. Anche in questo caso, potete approfondire qui i danni che quel briccone del magnetismo può causare al meccanismo di un orologio.
Per il resto, il calibro rimane un carica manuale con scappamento coassiale. Inventato da quel mostro sacro dell’orologeria che è stato George Daniels, questo tipo di scappamento ha come grande vantaggio, rispetto a uno normale ad àncora svizzera, quello di ridurre quasi a zero gli attriti derivanti dalla trasmissione degli impulsi al bilanciere da parte dei denti della ruota e del pignone. In questo modo non c’è necessità di impiegare lubrificanti, il cui deperimento con il tempo influisce negativamente sulla regolarità di marcia dell’orologio.
In soldoni, quindi, i nuovi Speedmaster danno un’ulteriore garanzia di precisione. E coloro che lo vorranno (ma lo sconsigliamo…) li potranno indossare durante una seduta di magnetoterapia o di risonanza magnetica, restando ragionevolmente sereni. Ma per quanti si innamorano di un orologio per il suo aspetto esteriore, quali sono i valori aggiunti dei nuovi Moonwatch?
Il diavolo sta nei dettagli
Partiamo con il dire che in questo caso Omega ha applicato all’orologeria ciò che applicano ormai molti marchi, ossia il postulato fondamentale di Lavoisier: «Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma». Perché lo Speedmaster Moonwatch Master Chronometer si ispira nell’estetica a quello che è il suo più illustre antenato: la referenza ST 105.012, che avevano al polso nel 1969 Neil Armstrong e compari, a bordo dell’Apollo 11.
Un’estetica che è fatta principalmente di dettagli, tra i quali cinque sono quelli evidenziati da Omega come tributi all’orologio sbarcato sulla Luna: la cassa asimmetrica; il quadrante cosiddetto “step”; il fondello a doppia smussatura; il punto sul 90; e il punto diagonale al 70 sull’anello della scala tachimetrica. Spieghiamoli.
Della cassa asimmetrica c’è poco da dire: è ben visibile come il lato con i pulsanti del cronografo e la corona sia più sporgente rispetto a quello opposto, quasi a filo con la lunetta. Il quadrante “step”, a differenza di quello bombato, presenta uno scalino che divide la parte centrale da quella esterna, con il giro dei minuti. Minuti che, per inciso, sono divisi in 3 parti, a differenza delle 5 dei modelli precedenti, in virtù della maggiore precisione data dalle 21.600 alternanze/ora del calibro.
Il fondello a doppia smussatura è tipico degli Speedmaster cosiddetti “pre-Moon” e, come dice il nome stesso, non è piatto ma caratterizzato da un doppio livello che degrada verso la carrure. Il punto sul 90 (o Don, “dot over ninety”) è il punto della scala tachimetrica posto sopra il numero e non a fianco di esso, che distingue le referenze anteriori al 1970; alle stesse referenze appartiene il punto del 70 in basso a destra, a differenza di quelle posteriori dove il punto stava a fianco della cifra o sotto di essa.
Speedmaster Moonwatch per tutte le tasche (o quasi)
Minuzie per i comuni mortali, vere sequenze del Dna dello Speedmaster per gli appassionati e i collezionisti del Moowatch, cui Omega strizza l’occhio con questa nuova generazione di cronografi, provando magari a distoglierli dal mercato del vintage. Anche utilizzando la leva del prezzo.
Le otto versioni dello Speedmaster Moonwatch 2021 vanno dai 6.000 euro di quella in acciaio con fondello chiuso, logo Omega stampato e cinturino in tessuto rivestito in nylon, fino ai 45.400 di quella preziosissima in Canopus Gold 18 carati (un tipo di oro esclusivo della casa); passando per i 7.200 del Moonwatch in acciaio con fondello a vista, logo Omega applicato e bracciale in acciaio e i 34.900 della versione in oro Sedna 18 carati (idem).
Insomma, ce n’è abbastanza per rendere ancora più desiderabile un orologio difficilmente perfettibile. E lasciamo rosicare quanti dicono che se non fosse andato sulla Luna, lo Speedmaster Moonwatch sarebbe solo uno dei tanti, anonimi cronografi: a mio modesto avviso, è uno dei più sexy in assoluto. Ma in quanto alle forme… continuo a preferire quelle di Marilyn.