Attualità

“Chanel Instant Eternel”: la storia del J12 in un racconto per immagini

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S’intitola Chanel Instant Eternel il nuovo libro fotografico dedicato ai 20 anni del J12. Una ricorrenza celebrata lo scorso anno, di cui Il Giornale degli Orologi si è più volte occupato e sulla quale non intendo soffermarmi di nuovo; né voglio qui ripercorrere la storia dell’orologio o spiegare cosa rappresenti. Non mi sembra il caso. Preferisco invece concentrarmi sulla monografia, arrivata intonsa nelle mie mani, con la carta ancora crepitante, rigida nelle legature tese e fragrante di inchiostro. Un piacere tutto da sfogliare.

Da oggi nelle librerie online (ma in vendita anche in quelle fisiche), Chanel Instant Eternel è un bel volume di grande formato, curatissimo nella grafica e nella stampa, uscito per i tipi di Thames & Hudson. Ricco di immagini rigorosamente in bianco e nero, è composto da oltre 150 pagine quasi tutte illustrate, eccetto quelle dell’introduzione (poche: 4 e mezza), firmata Nicholas Faulkes. Testo che vale la pena di leggere, perché il giornalista inglese – collaboratore di testate prestigiose, autore di decine di libri, un’autorità in fatto di costume e di lusso – tratteggia (lui sì, con penna brillante) le vicende e i retroscena del J12.

Faulkes racconta infatti la genesi dell’orologio attraverso la figura del suo creatore, Jacques Helleu. Un uomo con “il cervello di un ingegnere, l’anima di un artista e il gusto di un dio (…), dotato di una volontà di ferro e di un carattere inflessibile”. Altrove poi traccia un ritratto di Mademoiselle Coco, di cui riesce a cogliere, in poche righe e con particolare sensibilità, l’impronta essenziale nella storia della moda del XX secolo. Fino a giungere ad Arnaud Chastaingt e al restyling da lui compiuto nel 2019, in grado di proiettare il J12 nel futuro dei prossimi 20 anni.

Per il resto, il libro Chanel Instant Eternel è una splendida carrellata di fotografie realizzate dai grandi dell’obiettivo, di ieri e di oggi. Una galleria di immagini incisive, di estrema qualità, perlopiù riprodotte a piena pagina (perfino in doppia pagina) con qualche efficace collage. Alcune famosissime, come il ritratto di Gabrielle Chanel con le perle scattato da Man Ray nel 1935; altre note solo al pubblico più modaiolo degli addetti ai lavori, perché estratte da fashion magazine internazionali o direttamente dagli archivi della Maison.

Ecco allora il J12 negli still life ambientati di Guido Mocafico o nelle suggestive macro di Kanji Ishii. Gli “indossati” al polso delle muse Chanel: Vanessa Paradis ritratta da Peter Lindbergh, Ali MacGraw da Pamela Hanson; Claudia Schiffer per Vogue Russia o Kristen Stewart per Harper’s Bazaar UK. E poi gli scatti delle campagne, come quelle di Patrick Demarchelier e (ovviamente) dello stesso Karl Lagerfeld. Ma le foto di Chanel Instant Eternel sono davvero tante, impossibile citarle tutte… Quello che mi ha colpito, comunque, è l’effetto artistico del loro insieme, privo di un ordine cronologico ma dettato dal gusto e dalla logica. Una successione di immagini che scorrono veloci come frame in un video di carta.