Attualità

Riviera, la rinascita di un “classico” di Baume&Mercier

{"autoplay":"false","autoplay_speed":"3000","speed":"300","arrows":"true","dots":"true","loop":"true","nav_slide_column":5}
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image

«L’Éternité. C’est la mer allée avec le soleil», l’eternità è il mare mischiato con il sole, scrisse il poeta francese Arthur Rimbaud. Una definizione che richiama alla mente pomeriggi di luce abbagliante in Costa Azzurra, terra che ha ispirato scrittori, pittori, fotografi… e anche Baume&Mercier per il Riviera.

Un orologio entrato nelle collezioni del marchio quasi dieci lustri fa, nel 1973, ma che – a causa di alcune discontinuità di produzione – negli ultimi anni è sparito dai radar del mercato. Non da quelli degli appassionati però, che ne hanno sempre apprezzato il design e la versatilità. E hanno sempre sperato in un suo ritorno.

Finalmente, eccolo. Sulla soglia dei 50 anni, il Baume&Mercier Riviera torna come realtà da 36, 42 o 43 mm, con novità importanti che però vi racconterò tra poco. Perché questo esemplare ha una storia che vale la pena di essere brevemente raccontata (e letta).

Riviera, figlio del suo tempo

Fin dal lancio, il design del Riviera fu immediatamente riconoscibile. Lunetta e cassa dodecagonali erano insolite sul mercato, ma del tutto logiche: se su un orologio ci sono 12 ore, perché non ci possono essere anche 12 lati? Una provocazione estetica in un periodo che vide la nascita dei modelli sportivi in acciaio, in un tripudio di lunette poligonali e bracciali integrati scatenato da quel genio di Gérald Genta e dai suoi epigoni.

Del resto, era ciò voleva un nuovo tipo di clientela, in un’epoca in cui gli esemplari eleganti erano necessariamente in oro. Una clientela abituata tanto alla vita urbana quanto al weekend fuori porta, con la spensieratezza degli anni ’60 che ormai era un nostalgico ricordo. Da indossare al polso, deve aver pensato Baume&Mercier. Che con lo stile robusto ma chic del Riviera creò un orologio portabile da lunedì a domenica, con un nome ispirato all’eleganza rilassata della Costa Azzurra.

Dotato inizialmente di un calibro meccanico, il Riviera adottò presto il movimento a diapason e successivamente al quarzo, dalla metà degli anni ’70. La seconda generazione fu lanciata nel 1979 e aveva una cassa più sottile, grazie allo sviluppo di calibri elettronici meno ingombranti. Il bracciale, reso più flessibile con due maglie esterne e una centrale, fu dotato di una nuova fibbia e fu riportato sul quadrante il nome Riviera.

L’evoluzione degli anni ‘80

Gli anni ’80 si aprirono con un simpatico aneddoto. Per testarne la robustezza che prometteva, Baume&Mercier fece fissare un Riviera alla ruota di un’auto che partecipò alla 24 Ore di Le Mans. Ebbene, il pezzo uscì indenne dagli effetti della velocità, delle accelerazioni, della forza centrifuga nelle curve, del meteo e del caldo dei freni. Un po’ impolverato, forse, ma funzionante come se fosse appena uscito da un negozio superchic della Côte d’Azur.

Nel 1981 la collezione fu arricchita da un modello subacqueo con ore del mondo e funzione GMT, mentre nel 1985 arrivò sul mercato la terza generazione dei Riviera. Lunetta più liscia e meno spigolosa, superfici lucide e spazzolate, più affidabile corona a vite, migliore leggibilità della data e movimenti al quarzo ultrasottili erano le caratteristiche principali.

Nel 1987 fu prodotto il modello con calendario completo, mentre il cronografò arrivò solo nel 1993, per il ventesimo anniversario della collezione. Nel 2004 fu la volta della quarta generazione, che vide l’introduzione delle quattro viti sulla lunetta e l’arrivo, nel 2007, del Riviera Magnum, dal design più maschio. Seguito dai Riviera Magnum XXL Automatic e Flyback Chronograph nel 2009.

Baume&Mercier ci punta forte

Bene, vi ho annoiati a sufficienza con il Riviera che fu. È tempo di arrivare al Riviera che è, alla quinta generazione della collezione presentata in occasione del Watches & Wonders Geneva 2021 in corso e in vendita dal prossimo giugno. Un orologio che, come dichiara Baume&Mercier, “coglie i segnali del nostro tempo per reinterpretarli al meglio”.

Per caratterizzare la nuova linea, il marchio ha scelto di continuare nella strategia, lodevole, di semplificazione delle dimensioni e delle referenze. Ecco perché, come ho accennato all’inizio, il Riviera 2021 è disponibile in tre misure di cassa, 36, 42 e 43 mm. Lasciando da parte quest’ultima, che è riservata al cronografo, mi concentro sul solo tempo.

Da buon cavaliere, lascio prima spazio alle signore per le quali è pensata la referenza da 36 mm. Intanto, vi dico che ho avuto la possibilità di toccare con mano l’orologio e di indossarlo: come dimensione, il 36 mm non sfigura neppure su un polso maschile, purché sottile come il mio. È però evidente come la clientela cui pensa Baume&Mercier sia in questo caso femminile.

L’orologio ha la cassa in acciaio, impermeabile fino a 5 bar, contraddistinta dalla riconoscibilissima forma dodecagonale e dalle quattro viti sulla lunetta. Il quadrante dal particolare decoro è azzurro o argentato – abbinato al bracciale integrato in acciaio – oppure nero – con il cinturino in caucciù in tinta. Cinturini e bracciali possono essere facilmente sostituiti grazie al sistema di sgancio rapido di cui sono muniti. Il Riviera 36 mm è animato da un movimento al quarzo Swiss made o da un automatico realizzato da Sellita.

Stessi stilemi estetici per il Riviera da 42 mm, che però è disponibile solo con il movimento automatico (sempre Sellita) e con il quadrante blu, nero o argentato. Anch’esso ha il bracciale in acciaio intercambiabile con il cinturino in caucciù blu. Quest’ultimo, in abbinamento al quadrante dello stesso colore, dà vita a una versione “total blue” estremamente estiva, nello spirito della collezione.

Il Riviera si affida al Baumatic

Il plus del Riviera sta però all’interno della cassa nella versione di alta gamma, dove Baume&Mercier ha scelto di alloggiare il calibro Baumatic, definito dal marchio “di manifattura”, che gli appassionati ben conoscono per l’utilizzo nella collezione Clifton.

Evito di tediarvi con i dettagli tecnici del calibro. Se siete avidi di informazioni, leggete questo articolo che è più completo di quanto potrei esserlo io. Mi limito ad alcune caratteristiche utili per la vita quotidiana, facendomi aiutare dalla cartella stampa di Baume&Mercier: autonomia di 5 giorni, scarto di -4/+6 secondi al giorno, antimagnetismo fino a 1500 Gauss. Più che sufficiente per proteggere il movimento dall’enorme quantità di campi magnetici (non tutti leggeri, peraltro) che ci bombardano dalla mattina alla sera, e pure di notte.

Questa versione del Riviera è disponibile con il quadrante in vetro zaffiro blu fumé decorato e il bracciale in acciaio integrato, oppure in grigio fumé decorato e il cinturino nero. I quadranti fumé, così come i fondelli in vetro zaffiro, consentono di vedere in azione il movimento Baumatic. Dettaglio estetico che, avendoli visti dal vivo, è notevole e dà all’orologio un valore percepito alto.

Insomma, per il rilancio del Riviera Baume&Mercier ha utilizzato il meglio del proprio stato dell’arte orologiero, per far sì che la collezione torni a far gustare l’aria di quella Saint-Tropez che l’ha ispirata quasi 50 anni fa. Quella Saint-Tropez che lo scrittore francese Guy de Maupassant definì «una di quelle affascinanti e semplici figlie del mare, spinta in acqua come una conchiglia». Lui ancora non lo sapeva, ma è una figlia del mare da vivere con un bell’orologio al polso.