Approfondimenti

Il calibro 31-260 PS QL del Calendario Perpetuo in linea di Patek Philippe

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Ci siamo. Riprendo il discorso sul Calendario Perpetuo in linea Referenza 5236P di Patek Philippe là dove l’avevo lasciato l’altro giorno. Dopo aver raccontato le principali caratteristiche del movimento di manifattura (e dell’habillage), entro ora nel nocciolo della questione. Mi concentro cioè sul “come funziona” il calibro 31-260 PS QL, sempre attraverso le parole di Philip Barat. Del resto, chi meglio del Direttore della progettazione di Patek Philippe può spiegare i nuovi dispositivi di visualizzazione brevettati?

Ricordo che si tratta sostanzialmente di tre meccanismi:
1) Il dispositivo di visualizzazione complanare, che permette alle indicazioni allineate di giorno della settimana, data e mese di trovarsi sullo stesso piano all’interno della finestra.
2) Il dispositivo antiurto, che evita anche il doppio salto durante la correzione.
3) Il dispositivo del passaggio del calendario dal 31 all’1, che permette all’unità di rimanere al proprio posto.
Per tutt’e tre è stata appunto depositata domanda di brevetto. Ecco perché la nostra esposizione seguirà per sommi capi le linee di principio senza entrare eccessivamente nel dettaglio. Ma prima un passo indietro sul concetto di calendario perpetuo.

I ruotismi del calendario perpetuo

Come abbiamo visto, «un calendario perpetuo è un meccanismo che tiene conto automaticamente della durata dei mesi, che va da 28 a 31 giorni. Inoltre, questo meccanismo sa che ogni 4 anni, il mese di febbraio ha 1 giorno in più, cioè 29 giorni, e che nei 3 anni successivi ne ha solo 28», racconta M. Barat. «Ogni giorno, un cricchetto sposta la stella della data a 31 denti e fa avanzare la data al giorno successivo. La durata dei mesi è gestita invece dalla camma dei mesi, la cui profondità delle tacche permette al meccanismo di conoscere il numero di giorni di ogni mese». Per comprendere meglio le sue parole, vi invito a guardare le illustrazioni nella gallery qui sopra. A cominciare dalla foto 6.

«Più profonda è la tacca, più breve è il mese. Per gestire la particolarità di febbraio, una camma dedicata, chiamata tradizionalmente satellite, comporta quattro facce, di cui una più alta per l’anno bisestile, simboleggiata dall’anno 4. E quindi il satellite si trova nelle posizioni 1, 2 o 3 con il mese di febbraio di 28 giorni, e nella posizione 4 con quello di 29 giorni». Poi, in posizione intermedia nella camma dei mesi si trovano «aprile, giugno, settembre e novembre con 30 giorni e, nella parte superiore della camma, gennaio, marzo, maggio, luglio, agosto, ottobre e dicembre con 31 giorni ciascuno. A ogni transizione del mese, la camma del mese si sposta di un 12° di giro per passare al mese successivo».

A questo punto ci concentreremo sul controllo della visualizzazione della data attraverso i due dischi per le unità e per le decine. Consideriamo quindi il momento più “delicato”, ossia il passaggio da domenica 28 febbraio a lunedì 1° marzo, che si può seguire sulla tacca di scambio più profonda del satellite. «La camma del mese ha ruotato di un 12° di giro e il tastatore si trova ora sulla parte più profonda della tacca di scambio del mese successivo. Dal 29 febbraio al 1° marzo si trova sulla tacca di scambio più alta del satellite. Dal 31 marzo al 1° aprile è sulla tacca di scambio più bassa della camma, dove possiamo constatare che le unità rimangono invariate per preservare la visualizzazione del 1° del mese per 2 giorni. Quindi dal 30 aprile al 1° maggio sulla tacca di scambio più profonda della camma dei 12 mesi».

Precedenti in linea

Come dicevamo, «l’orologio da tasca che ha ispirato la Referenza 5236P è la Referenza 725/4 del 1972 che si trova al museo Patek Philippe. E che aveva una finestrella in linea nel formato detto “americano”, poiché la visualizzazione inizia con il mese». Bene, quell’esemplare aveva già un display complanare che mostrava le indicazioni di mese, data, giorno sullo stesso livello e in un’unica finestra. «Il display complanare di questo orologio da tasca non era tecnicamente complesso perché si era optato per il disco della data con 31 giorni, che l’altezza dell’apertura di 1,7 mm offriva una buona leggibilità. Una soluzione che è stata esclusa per il nostro orologio da polso Ref. 5236P perché con questa disposizione l’altezza della finestra sarebbe stata di soli 1,4 mm».

Dobbiamo considerare infatti che l’orologio da polso è ovviamente più piccolo di quello da tasca, quindi risultano più piccoli anche i componenti del calibro 31-260 PS QL, tra cui i dischi complanari e di conseguenza la finestrella che visualizza i numeri e le lettere. «Abbiamo quindi diviso il disco della data in due parti: una per le unità e una per le decine. Nonostante le dimensioni più contenute del movimento, l’altezza della finestrella è di 2,05 mm ed in grado di offrire una lettura ottimale», conferma Philip Barat.

La complanarità nel calibro 31-260 PS QL

«In merito alla rotazione dei dischi, si è pensato di farli ruotare in maniera indipendente uno dall’altro per limitare gli attriti e risparmiare energia. La soluzione più elegante è stata quella di montare i dischi su cuscinetti a sfera; e soprattutto di utilizzare un doppio cuscinetto a sfera brevettato, costituito da un cuscinetto interno ed uno esterno che ruotano attorno a un elemento fisso», cioè attorno a un asse centrale. In pratica i cuscinetti a sfera si trovano sia sul profilo interno del disco delle decine sia su quello esterno della base con i giorni della settimana, da un lato. E dall’altro sul profilo interno del disco delle unità e su quello esterno della base del disco del mese.

«Di conseguenza, il disco delle decine può ruotare attorno al disco dei giorni e il disco delle unità attorno al disco del mese senza che abbiano alcun contatto tra di loro. Grazie a questo sistema di doppio cuscinetto a sfera, i dischi vengono mantenuti alla corretta altezza indipendentemente dal quadrante. Mettendo i dischi di profilo, possiamo constatare che i 4 dischi sono sullo stesso piano». Lo si vede nella foto 7.

Il passaggio della data dal 31 all’1

Come abbiamo visto, proprio nel passaggio tra fine mese e l’inizio del mese successivo si esprime una delle principali particolarità del calibro 31-260 PS QL. Per visualizzare il processo si può seguirne i passaggi nell’animazione della foto 7. «Tutti i giorni a mezzanotte il cricchetto della leva principale ingrana uno dei 31 denti della stella e cambia la data da 18 a 19, da 19 a 20 eccetera. Allo stesso tempo, possiamo anche vedere il dito di recupero dei giorni che si appoggia sulla camma di recupero.

Raggiunto il 27 febbraio, al ritorno della leva principale, il dito di recupero passa davanti alla camma di recupero; così, nella notte dal 28 febbraio al 1° marzo, il dito di recupero comincia a trascinare la camma di recupero e quindi anche la stella di 31. Passa allora dal 28 al 29, poi al 30 e infine al 31. E, insieme, il cricchetto e il dito di recupero passano la data dal 31 al 1° marzo.
Al passaggio al 1° marzo, la camma dei mesi ruota di un 12° di giro, per posizionarsi sul mese di marzo alla cima della camma poiché il mese di marzo ha 31 giorni. A mezzanotte, il ciclo ricomincia e il cricchetto della leva principale aziona nuovamente la data per passare al 2, poi al 3 marzo e così via
».

Astuzia o ingegno?

«Ma come si passa dal 31 all’1 senza far saltare il disco delle unità? Ecco qual è il trucco.
La stella a 31 denti è divisa in due parti. Una parte superiore dove sono presenti i 31 denti azionati dal cricchetto; e una parte inferiore, dove sono stati tagliati 2 denti. Questa ruota a 31 denti ingrana con la ruota delle unità che controlla il disco delle unità e ogni giorno spinge le unità in avanti di un giorno. Quando arriviamo al 31, l’1 deve quindi rimanere al suo posto, e grazie ai due denti mancanti, la stella di 31 avanza di un 31° di giro, ma la stella delle unità rimane al suo posto poiché non è ingranata. Quindi, poiché non ci sono più denti tagliati, le unità riprendono il ritmo abituale di un giorno al giorno. E così via
».

Per le decine, invece, la stella della data si attiva tramite una ruota intermedia con la stella della data delle decine. Vedi foto 9. «La stella delle decine è composta unicamente di 4 denti che si trovano in corrispondenza dalla data dell’1, del 10, del 20 e del 30. Così la stella delle decine ingrana la croce di Malta e fa avanzare l’unità delle decine». Il che succede quindi dal 19 al 20, dal 29 al 30 e infine dal 10 all’1. «Per questo motivo mancano due denti dalla ruota delle decine, per il passaggio dal 30 all’1».

Il problema dell’energia nel calibro 31-260 PS QL

M. Barat spiega quindi che un altro problema da risolvere era quello del «consumo di energia del meccanismo di visualizzazione, che richiede due treni di ruote aggiuntivi: uno per le decine e uno per le unità. Va ricordato che questo complesso meccanismo di visualizzazione, da solo, conta 118 componenti». Il calibro 31-260 PS QL infatti è alimentato da un unico bariletto che fornisce una consueta autonomia di 48 ore. Mentre i dischi complanari e i relativi ruotismi formano un sistema che sembra aver bisogno di parecchia energia.

«Per ottimizzare l’efficienza degli ingranaggi, quasi tutte le ruote sono imperniate su rubini (55 in totale). L’energia viene così trasmessa dal movimento attraverso una ruota della minuteria aggiunta appositamente per questo scopo.
Al fine di limitare e ridurre al minimo il consumo di energia dei dischi delle decine e delle unità è stato necessario trovare un meccanismo autobloccante del treno delle ruote per impedire il disallineamento delle stesse in caso di urto
».

Il meccanismo antiurto

«Per il treno delle decine abbiamo optato per un ingranaggio a croce di Malta in cui un quadrato interagisce con una superficie cilindrica e assicura che le ruote non possano girare al di fuori dei momenti autorizzati, cioè quattro volte l’anno». Lo vediamo di nuovo nella foto 9. «Per il treno delle unità, abbiamo sviluppato un meccanismo autobloccante brevettato, in cui due ruote sfalsate impediscono la rotazione delle ruote fintanto che la data non è ingranata». In questo caso facciamo invece riferimento ancora all’animazione della foto 8.

«ll disco delle unità è alimentato dalla ruota della data attraverso un treno di ingranaggi, composto da una ruota autobloccante che porta due ruote, una fissa e l’altra a molla. Queste due ruote, per effetto della molla, tendono ad allontanarsi», prosegue M. Barat. «Quindi la ruota della data guida le ruote. La ruota a molla poggia su un dente di un pignone a 4 denti, mentre la ruota fissa continua il suo percorso e poi aziona il pignone a 4 denti che fa saltare il disco delle unità del display della data. Dopo il salto, la ruota a molla si allontana nuovamente dalla ruota fissa.

In caso di urto, il pignone a 4 denti entra in contatto con la punta del dente della ruota a molla e impedisce al disco delle unità di cambiare data. Una volta superato l’impatto, il disco delle unità viene riposizionato dalla leva principale. Questo meccanismo brevettato s’ispira a quello che si trova nel meccanismo della ripetizione minuti». La cosiddetta sorpresa, per intenderci. La quale «garantisce che nessun minuto è suonato ai quarti d’ora».

Conclusioni

«La Referenza 5236 – con calendario perpetuo in linea in un’unica finestra – colma una mancanza nella nostra collezione di calendari perpetui, con questo nuovissimo display che fino ad ora era riservato solo agli orologi da tasca», conclude Philip Barat. In effetti non so se si tratta proprio di una lacuna. Sicuramente con il calibro 31-260 PS QL Patek Philippe ha ampliato la scelta del proprio pubblico in tema di Grandi Complicazioni. E soprattutto lo ha fatto attraverso le soluzioni più eleganti e sofisticate, risultato di un’incessante ricerca tecnica. Credo che sia questo il bello dell’orologeria meccanica.

p.s. Complimenti a quanti sono riusciti ad arrivare fino in fondo a questo testo. E grazie per l’attenzione…