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Apple Watch. La storia degli orologi elettronici – Sesta uscita

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Apple non ha avuto fretta a entrare nel mondo degli orologi digitali. L’azienda di Cupertino, nel 2013 (a due anni dalla scomparsa di Jobs), credeva poco agli smartwatch. Così ha atteso oltre dodici mesi dopo la discesa in campo del primo Galaxy Samsung prima di far uscire l’Apple Watch. Nel 2015 Wired pubblicò i retroscena accaduti nei labs californiani durante lo studio, con fasi di progettazione e uscita sul mercato avvenute al rallenty. Curioso conoscere cosa sia successo. Ecco gli antefatti.

All’inizio era un iPhone col velcro

È saltato fuori che il primo prototipo dell’Apple Watch altro non era che un iPhone legato al polso dei progettisti con un velcro. Semplice il motivo: il software era pronto con tanto di sistema operativo, mentre i designer non sapevano ancora come e dove inserire l’elettronica. Fu allora che Jonathan Ive prese in mano le redini della situazione. Studiò a fondo storia dell’orologeria e sistemi di misura del tempo. Soprattutto trovò la risposta al perché Apple dovesse entrare in questo nuovo mercato: «Come valida alternativa per quelli che non amavano tenere in tasca un telefonino», ma preferivano avere le informazioni direttamente al polso. Così il 9 settembre 2014 Apple svelò la prima serie, giunta sul mercato a gennaio dell’anno successivo. Prezzo: 349 dollari.

Nasce la corona digitale

L’Apple Watch, progettato come un “unicum”, era dotato dell’innovativa Digital Crown, una corona posta superiormente sul lato. Un uovo di Colombo, non adottato dagli altri costruttori orientali. Il motivo della scelta? Scorrere, zoomare e navigare senza coprire il display Retina con il dito. Un’originale trovata del team di Ive. Non solo. Integrava già l’innovativo sistema di pagamento elettronico Apple Pay. Il quadrante con tre cerchi colorati indicava calorie bruciate e minuti di intensa attività. Insomma, il  primo chiaro segnale dell’interesse per un dispositivo da polso dedicato alla salute. Unico neo, mancava il Gps.

In quattro anni Apple batte gli orologiai svizzeri

Da quel momento ogni anno venne presentato un nuovo modello con aggiornamenti del sistema operativo WatchOS. E nuove caratteristiche tecniche: l’introduzione del Gps, cassa resistente all’acqua, connessione a telefonino e applicazioni. Ma soprattutto il proseguo sulla strada di wellness e salute con l’arrivo di un nuovo cardiofrequenzimetro. Tutto questo ha portato Apple in vetta alla classifica dei produttori, con modelli delle Special Edition, vedi Hermès, con prezzo oltre 1700 euro. Fino ad arrivare al 2019. Anno storico della svolta. Per la prima volta la vendita di 30,7 milioni di Apple Watch ha battuto l’intero settore dell’orologeria svizzera che segnava in totale “solo” 21,1 milioni di pezzi. 

Numeri impressionanti, sì – ma da prendere con le pinze. Perché in realtà l’Apple Watch e il mercato degli smartwatch non disturbano più di tanto l’industria elvetica delle lancette (soprattutto l’alto di gamma). Che si basa su principi opposti: l’uno è improntato all’obsolescenza tecnologica, l’altra mira a sfidare i secoli. L’orologeria svizzera si rivolge a un pubblico differente. Questione di cultura, di interessi, di passioni differenti: chi apprezza gli orologi meccanici, specialmente di un certo prezzo, cerca ben altro. La pretesa concorrenza dell’elettronica con l’orologeria svizzera quindi è un’idea del tutto falsa. Semmai la concorrenza è con l’orologeria elettronica giapponese: un contesto ben diverso, in cui la sola Citizen vende oltre 450 milioni di pezzi all’anno. Ma andiamo oltre.

Apple Watch serie 7 cambierà vestito

Come da tradizione il prossimo settembre uscirà il nuovo Apple Watch 7. E sette sarà l’anno della svolta. I rumors sui cambiamenti non mancano. Il primo riguarda il design. A sei anni dalla nascita gli angoli smussati che lo hanno caratterizzato fino a oggi saranno sostituiti da una cassa squadrata. Minimal. Si ipotizza poi un ulteriore passo avanti in termini di salute. Potrebbe integrare un sensore in grado di misurare glicemia e tasso alcolemico. Due parametri fondamentali per chi soffre di diabete e ha il vizietto di “alzare troppo il gomito”. Se queste novità fossero confermate, l’azienda di Tim Cook compirà una forte accelerazione per distanziare i concorrenti. Riprenderla sarà difficile.

Nella prossima uscita: i migliori orologi digitali di sempre