Si chiama Niko Romito ed è abruzzese. Si definisce “cuoco”, quando gente che non ti dico si riempie la bocca di “chef”. Che poi sarebbe “capo” in un’altra lingua, per far figo. Capo di che? Della cucina? Beh, Blancpain, la versione gourmet di Blancpain, lo premia perché Niko Romito è capo di una filosofia alimentare, capo di una scuola, capo di un’impresa che viene contemporaneamente premiata dalla Guida Michelin (tre-stelle-tre) per le stesse ragioni di Blancpain Gourmet: la capacità di intraprendere e di far scuola. Senza televisione. Il Premio Michelin Chef Mentore 2021 offerto da Blancpain allo Chef Niko Romito, appunto.
Ma Blancpain non era la marca del mare, quella coinvolta (prima fra tutte le marche d’orologi) nella tutela e nel salvataggio degli oceani? Cosa c’entra, Blancpain, con le tavole imbandite, quelle d’eccellenza?
Blancpain Gourmet, a tavola e in cucina
In realtà, pur utilizzandolo molto poco come argomento di marketing, il rapporto di Blancpain con la grande cucina stellata dura da oltre trent’anni. E ha avuto ulteriore slancio affiancando il lavoro della Guida Michelin.
Tanto per la cronaca: i fratelli Michelin, produttori francesi di pneumatici, pensarono ad un certo punto di offrire – gratis – una guida che invogliasse gli automobilisti a viaggiare, indicando loro dove pernottare e mangiare bene. La guida forniva anche indicazioni (utilissime, specialmente allora) come mappe, stazioni di servizio e dove cambiare uno pneumatico nel caso non troppo infrequente di una foratura. Eravamo all’inizio del secolo scorso.
Ma quando André Michelin trovò il suo prezioso volume usato da un gommista come tassello per non far ciondolare un banco da lavoro, allora decise che una guida a pagamento sarebbe apparsa degna di maggior rispetto. Nel 1920 usci la prima Guida Michelin concepita più o meno come oggi. Costava 7 franchi ed è diventata oggetto, come le seguenti, di un accanito collezionismo.
Da più di trent’anni, come dicevo, Blancpain tesse relazioni speciali nel mondo dell’alta gastronomia. La sua brigata nel tempo si è ingrandita, conquistando un totale di oltre 100 stelle. Blancpain Gourmet, appunto. E dallo scorso anno affianca anche la famosa Guida Michelin, diventata nel tempo un vero e proprio editore, un riferimento assoluto. A dirla tutta, è più un’operazione di mecenatismo che di marketing, come dicevo. Sempre per la cronaca, il prossimo 23 novembre, in Franciacorta, Blancpain parteciperà anche alla presentazione della “Michelin Star Revelation 2022” per l’Italia.
Niko Romito
È abruzzese, ma non un abruzzese in trasferta. Lui l’Abruzzo non lo molla. Saldamente ancorato ai 1.300 metri d’altezza di Rivisondoli, dal 2000 gestisce con la sorella Cristiana un vero e proprio complesso che comprende, oltre al ristorante, una scuola di cucina. L’Accademia Niko Romito, appunto. Apprezzatissima per il principio guida della semplicità, sì, che però non è mai banale scorciatoia. Al contrario, è un percorso di ricerca per esaltare i piatti della cucina italiana, senza però stravolgerla con stravaganze inutili.
Il ristorante Reale di Romito a Castel di Sangro conquista la prima stella Michelin nel 2007, seguita dalla seconda nel 2009 e dalla terza – il massimo – nel 2013. E poi il “sistema” Romito si è aperto al mondo. Vale la pena di segnalare il suo duplice Spazio (Ristorante in piazza Duomo a Milano, Bar e Cucina in piazza Verdi a Roma), il ristorante dell’Hotel Bulgari sempre a Milano e la prossima apertura a Parigi.
Uomo di poche parole, di qualche sorriso e molta concretezza, Niko Romito ha ricordato, nel ricevere il premio, che “fare scuola” non è solo insegnamento e poi chi s’è visto s’è visto. Fare scuola è un vero arricchimento perché non ci si perde di vista e ciò consente agli allievi di elaborare gli insegnamenti ricevuti per poi restituirli in forme nuove a chi ha insegnato. Un intercambio nel tempo che, a ben vedere, è uno dei segreti dell’orologeria artistica. Come del resto per ogni bottega d’arte, da secoli.