Approfondimenti

Mademoiselle Privé Bouton bague: gli anelli-orologio di Chanel

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Chanel Mademoiselle Privé Bouton atto secondo. Nuovi esemplari gioiello vanno ad arricchire la collezione che rende omaggio al mestiere di Mademoiselle Coco. Sono, ancora una volta, orologi “a segreto” dissimulati nei bottoni e scaturiti dall’immaginazione di Arnaud Chastaingt. Sintesi estetica del mondo della grande couturière, i bottoni hanno valori e significati di cui Il Giornale degli Orologi si è già ampiamente occupato altrove. Ma accanto ai modelli “a polsino”, variazioni sul tema dei precedenti (che descriverò più tardi), ce ne sono altri particolarmente interessanti: i Mademoiselle Privé Bouton bague. Chi conosce un po’ il francese lo ha già capito: si tratta proprio di anelli-orologio, cioè di anelli che mostrano l’orario e nascondono al loro interno il quadrante e il movimento.

Sarà per la preziosità, sarà per lo stile elaborato, sta di fatto che i Mademoiselle Privé Bouton bague mi hanno ricordato subito alcuni precedenti storici. Per spiegarvi a cosa mi riferisco, dobbiamo fare un grande salto indietro nel tempo e tornare agli albori dell’orologeria meccanica. Quando i progressi tecnici sostituirono i pesi con la molla metallica (una lamina fatta prima di ottone battuto, poi di acciaio temprato) come fonte di energia. Un’invenzione che rese gli esemplari non solo portatili, ma anche trasportabili. E ne permise la diffusione nelle ricche case private degli alti prelati e delle famiglie nobili.

Un capitolo di storia dell’orologeria

Nel XVI secolo, un’ulteriore miniaturizzazione dei movimenti portò allo sviluppo dei cosiddetti orologi “da persona”, che potevano cioè essere indossati. “In un’epoca in cui l’apparire era la regola all’interno della nobiltà, l’orologio – creazione tanto ornamentale che utile, malgrado la scarsa precisione – incontra parecchio successo”. Così scrive Dominique Flechon nel libretto La Montre sur Soi, pubblicato dalla Fondation de l’Haute Horlogerie a corredo di una mostra organizzata al Salone di Ginevra del 2004. “Tutte le persone di alto rango dovevano portarne uno per dimostrare il proprio potere, la propria apertura mentale verso le scienze e la propria modernità”.

E continua: “L’uso più frequente porta a indossare l’orologio come collana, anche se alcuni lo fanno cucire all’interno degli abiti o lo nascondono in una tasca. Tuttavia a qualche orologiaio riesce la prodezza di miniaturizzare il loro meccanismo, al punto da alloggiarlo nei pomoli delle spade (cioè nell’impugnatura, ndr), come quelle fabbricate nel 1518 per il re Francesco 1°; o ancora nei bottoni dei vestiti, negli orecchini o negli anelli”, appunto. Lo storico francese, quindi, si sofferma a citare diversi esemplari più o meno celebri di anelli-orologio, realizzati nel corso del Cinquecento. Con tanto di nomi e cognomi sia dei costruttori sia dei fortunati personaggi che potevano sfoggiare le “meraviglie della tecnologia” del tempo.

Illustri precedenti

“Pierre Woeriot (1532/1599), incisore e orefice della Lorena, creò numerosi modelli di pomoli di armi bianche e di pezzi di gioielleria. Nel suo Libro degli anelli pubblicato nel 1561, un catalogo di disegni destinati agli orafi e ai gioiellieri, figura fra l’altro uno spettacolare modello di anello-orologio, detto ‘anello scientifico’, il cui gambo era costituito da due arieti a supporto di un castone cilindrico contenente il meccanismo e il quadrante. Mentre in un inventario della gioielleria di Elisabetta 1a d’Inghilterra (1533/1603), redatto nel 1587, si scopre che la regina possedeva numerosi orologi e li indossava al collo, sulle dita, alla cintura; aveva perfino un orologio bracciale, ricevuto come dono nel 1572”. Per quanto ne so, si tratterebbe della prima testimonianza di orologio da polso nella storia dell’orologeria.  

Invece, l’esemplare di Guidobaldo da Montefeltro, duca di Urbino, “è descritto da Heronymus Cardanus, matematico e medico milanese del XVI secolo, come un anello da portare all’indice, in cui una pietra preziosa nasconde un orologio a suoneria. Ancora, tra gli anelli-orologio che sono giunti fino a noi, ce n’è anche uno attribuito a Jacob Weiss e realizzato verso il 1590; un esemplare a suoneria che sintetizza l’interesse per le curiosità intellettuali, le scoperte e il progresso scientifico dei primi mecenati del Rinascimento. Ornato di simboli religiosi, racchiude un reliquiario, ed è al contempo un oggetto di valore sia spirituale che scientifico”. Inutile aggiungere che gli anelli-orologio rimasero una costante – seppur rara – nella storia dell’orologeria dei secoli successivi.

I Mademoiselle Privé Bouton bague…

Ecco, i Mademoiselle Privé Bouton bague mi sembrano gli eredi diretti di quei nobili predecessori. D’accordo, sono animati da moderni movimenti al quarzo Swiss made e non da calibri meccanici, ma la cosa si spiega da sé. I movimenti al quarzo risolvono contemporaneamente il problema delle dimensioni (più che ridotte, lillipuziane), che va di pari passo con quello della precisione (irrinunciabile ai nostri giorni); e in più limitano i costi – già di per sé cospicui, visti i materiali preziosi con cui sono realizzati gli anelli-orologio di Chanel. I tre modelli dei Mademoiselle Privé Bouton bague sono infatti anelli importanti, a pinnacolo o a sigillo, forgiati nell’oro giallo e interamente tempestati di diamanti, sia sul gambo sia sul quadrante.

Si differenziano l’un l’altro per il “coperchio” che nasconde l’orario (ricordo che sono sempre “orologi a segreto”, come gli altri esemplari della collezione). E che li fa apparire a tutti gli effetti come vistosi pezzi di gioielleria, dalla funzione insospettabile. Un esemplare quindi ha la cover decorata con un motivo in 3D a camelia: posto su una base laccata, il fiore prediletto da Gabrielle Chanel è composto da petali incastonati di diamanti. Un altro invece è ornato da un cammeo che riproduce il profilo di Mademoiselle Coco scolpito nell’agata niccolo. Il terzo infine ha un decoro bizantino – rimando alla passione della grande couturière per i mosaici veneziani – formato con diamanti di vario taglio, ad alta caratura.

… nel dettaglio

Il Mademoiselle Privé Bouton bague Camélia ha il fiore composto da petali in oro giallo, incastonato di diamanti con la tecnica “a grani”; al centro presenta una pietra di mezzo carato di estrema qualità (certificata E-vvs). Il gambo dell’anello è completamente tempestato di diamanti incastonati “a neve”: la montatura delle gemme ha richiesto un’intera settimana di lavoro di un maître sertisseur. In totale questo anello-orologio è impreziosito da 7.26 carati di diamanti.

Per il cammeo del Mademoiselle Privé Bouton bague Camée, invece, il maestro incisore ha lavorato per un mese intero: prima per riprodurre il profilo di Mademoiselle su un modello più grande, in scala 1:7, così da studiare nei particolari l’espressione del volto, e poi per riportarlo esattamente nell’agata niccolo (un tipo di calcedonio). In questo caso i diamanti totali – limitati (si fa per dire) al quadrante, al bordo del bottone e al gambo dell’anello – raggiungono i 6.38 carati.

Nel Mademoiselle Privé Bouton bague Décor Byzantin, infine, ciascuna pietra è tagliata su misura in modo da corrispondere con precisione al design del Creation Studio di Chanel. Il bottone è ornato infatti con cinque diamanti taglio cuscino (quello centrale da 1.50 ct), quattro diamanti taglio a goccia e otto taglio rotondo, tutti incastonati a griffe; cui si aggiungono il full pavé del quadrante e il gambo incastonato “a neve”, per un totale di 10.87 carati.

I Mademoiselle Privé Bouton manchette

Gli stessi soggetti ritornano poi negli altri esemplari “à manchette” della collezione Mademoiselle Privé Bouton. Tre alti polsini di pelle matelassé in una palette cromatica tipicamente Chanel: champagne (o, meglio, mordoré), rosso e nero. Cui si aggiunge un altro modello in organza di seta completamente rivestita di perline dorate – applicate a mano una ad una dalle esperte ricamatrici della Maison Lesage – e foderata di pelle nera. Come dicevo, i bottoni che nascondono l’orologio sono impreziositi da diversi motivi: la camelia con la corolla di madreperla e diamanti; l’effigie di Gabrielle Chanel o la testa di leone scolpite nell’oro giallo; il decoro bizantino incastonato di gemme di colore.

Anche ogni orologio a segreto dei Mademoiselle Privé Bouton manchette in effetti meriterebbe un ulteriore approfondimento per conoscere i tempi di sviluppo del progetto, le tecniche di costruzione, i metodi di incastonatura, il ricorso ai mestieri d’arte, le ore di lavoro degli artigiani che hanno permesso di realizzarli. Potete comunque trovare qualche spiegazione e curiosità nelle didascalie delle foto. Qui mi limito a sottolineare che la loro esclusività deriva proprio dalla fabbricazione complessa. I Mademoiselle Privé Bouton sono infatti prodotti in tiratura limitata: gli anelli-orologio in 5 esemplari ciascuno, i polsini in 55 esemplari. Per avere ulteriori suggestioni vi rimando ai tanti video sul sito ufficiale.