Approfondimenti

Mademoiselle Privé Bouton, il tempo couture di Chanel

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I bottoni fanno parte del “patrimonio spirituale” di Chanel. Segni di stile di Mademoiselle Coco, appartengono a quell’eredità trasmessa prima a Karl Lagerfeld e ora a Virginie Viard. E raccolta anche da Arnaud Chastaingt, Direttore del Watch Creation Studio di Chanel, che li ha posti al centro dei nuovi Mademoiselle Privé Bouton. Sette esemplari-gioiello dalla forma insolita: «Ho sognato un bottone come un orologio. Ho sognato di scucire la manica da una giacca e di lasciare solo il polsino, con il bottone e l’asola», ha spiegato Monsieur Chastaingt. Secondo cui si tratta di «creazioni audaci nel mondo delle lancette, ma una mossa ovvia per Chanel». A riprova di quanto l’orologeria e la moda della Maison siano strettamente legate.

Per secoli simbolo di ricchezza, i bottoni in passato erano appannaggio dei reali e dei nobili. Cesellati nell’oro o intagliati nelle pietre preziose, erano usati come decorazione, applicati soprattutto (ma non solo) alle maniche delle camicie e dei farsetti. Si dice che Francesco I di Francia ne avesse fatti cucire 13.600 su un abito di velluto nero… Fu però solo con l’invenzione delle asole, nel Cinquecento, che se ne sfruttò l’utilità: realizzati via via in materiali più poveri, a poco a poco divennero a tutti gli effetti elementi funzionali nell’abbigliamento. A recuperarne la valenza ornamentale ci pensò secoli dopo Coco Chanel, che li trasformò di nuovo in dettagli gioiello.

Rigorosamente rotondi e dorati, i bottoni di Chanel apparvero fin dai primi tailleur di tweed, nel 1954. Probabilmente derivavano da quelli delle uniformi degli ufficiali incontrati per le strade di Vichy, dove la piccola Gabrielle abitava con la nonna, o di Moulins, dove diciottenne faceva la commessa. Sta di fatto che in ogni collezione di Mademoiselle degli anni Cinquanta si trovavano da sei a dieci modelli diversi di bottoni. Tutti color oro, talmente splendenti che talvolta, sui set fotografici o durante le sfilate, si dovevano annerire per limitarne la luminosità (per interventi rapidi si ricorreva perfino al mascara).

Sui bottoni Mademoiselle trasferiva il proprio immaginario: sbalzati al centro, li faceva decorare con i suoi portafortuna e li trasformava in magici amuleti. Autentici bijoux che raffiguravano teste di tartaruga o di leone, fiori, trifogli e foglie di acanto, fino alle sue iniziali intrecciate. E proprio da questi temi, sintetica espressione dell’universo estetico di Gabrielle Chanel, ha preso spunto Arnaud Chastaingt per comporre i Mademoiselle Privé Bouton. Una collezione di montre-à-secret costruiti come polsini dell’emblematica giacca, chiusi da strategici bottoni gioiello.

“Bottoni” a forma di perla, di camelia, di testa di leone, di croce bizantina, in oro e diamanti… C’è perfino il ritratto di Mademoiselle, inciso in un cammeo, a sottolineare gli aspetti scaramantici della sua personalità. È il «mondo mistico di simboli» di Coco Chanel, come lo definisce Arnaud Chastaingt. Ma in realtà non si tratta di semplici bottoni: basta sollevarli per scoprire il piccolo quadrante interamente tempestato di brillanti. «Prima lo stile, poi il tempo – se ne avete voglia, oppure no!», ha commentato Monsieur Chastaingt al riguardo. «Solo Chanel conosce il segreto di questo tempo couture».

Omaggio al mestiere della grande couturière, in effetti, i Mademoiselle Privé Bouton sembrano proprio dei polsini staccati da una tipica little black jacket di Chanel. Cinque modelli su sette sono fatti con un alto bracciale di tweed, nero con trame d’oro: lo stesso tweed già utilizzato anche per i cinturini del Boy·Friend. E lo stesso tweed dei celebri tailleur, simile a quelli realizzati a mano sui telai di legno negli atelier di Lesage. Foderati in morbida pelle di vitello e profilati da un bordino d’oro, sempre in pelle, si possono stendere come strisce di tessuto, per cogliere l’esatta corrispondenza dell’orologio-bottone da un lato e della chiusura ad asola all’estremità opposta. Struttura che ricorda un altro esemplare di Chanel Horlogerie: il Code Coco. Ma, per saperne di più, vi rimando alle didascalie.

Gli ultimi due Mademoiselle Privé Bouton sono invece veri e propri pezzi di alta gioielleria, realizzati con sottili lamine d’oro. Uno annerito da un trattamento di superficie, l’altro completamente incastonato di diamanti “a neve”, riprendono il motivo della perla e della croce bizantina. Troverete informazioni tecniche più dettagliate, di nuovo, nella gallery posta in alto in questa pagina. Qui basti aggiungere che i Mademoiselle Privé Bouton sono tutti realizzati in edizione limitata (con diverse tirature, fino al pezzo unico). E sono animati da un piccolo movimento al quarzo (ovviamente di produzione svizzera). La scelta tecnica più opportuna, viste le dimensioni ridotte della cassa: 25 mm di diametro.