Approfondimenti

Mademoiselle Privé Pique-Aiguilles, il puntaspilli di Chanel

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Durante la settimana dell’Haute Couture parigina, a fine gennaio, Chanel ha presentato la nuova collezione Mademoiselle Privé Pique-Aiguilles. Una capsule collection – come si dice nel mondo della moda – formata da 5 orologi, ciascuno in edizione limitata di 20 esemplari, inedita sintesi di estro creativo e mestieri d’arte. Che rende omaggio ancora una volta alla fondatrice della Maison e al suo lavoro

L’ho già scritto più volte, ma il discorso resta valido. “Mademoiselle Privé” è quanto si legge su un cartello appeso alla porta dello studio parigino di rue Cambon 31, dove Coco Chanel trascorreva le giornate di lavoro. Quattro locali al secondo piano sopra la boutique oggi diventati un contenitore di ricordi, di oggetti stratificati e ormai cristallizzati nel tempo – quasi aspettassero il ritorno della loro proprietaria. Ma Mademoiselle Privé è anche il nome della famiglia di orologi incentrata proprio sulla figura di Gabrielle Chanel.

Lanciata nel 2012, la collezione da allora si è focalizzata su vari aspetti della sua persona – interessi, manie, oggetti cari -, ma anche del suo mestiere: quello di designer, sarta, imprenditrice allo stesso tempo… Del resto è impossibile scindere ciò che era Coco Chanel da ciò che faceva. Per lei il lavoro era più di una passione, era un motivo di vita, soprattutto negli ultimi anni. Ed è in questo contesto che vanno visti i nuovi Mademoiselle Privé Pique-Aiguilles, sviluppati dall’inventiva di Arnaud Chastaingt e ispirati a uno strumento d’uso comune in sartoria: il puntaspilli.

Il mestiere della sarta

Già in passato, del resto, il Direttore creativo dell’orologeria Chanel ha preso spunto dalla vita professionale della grande couturière per realizzare esemplari inconfondibili. Basti pensare ai Mademoiselle Privé Bouton: che non solo esaltano un dettaglio principe nella confezione dei capi – il bottone – ma lo accostano ai materiali tipici delle sue creazioni, come il tweed o la pelle matelassé. E lo stesso succede nei Mademoiselle Privé Pique-Aiguilles, che nobilitano un attrezzo umile come il puntaspilli – quel cuscinetto tondo di stoffa che di solito le sarte indossano al polso per praticità –, e lo associano ad altri elementi specifici della moda Chanel. Il risultato? Cinque orologi in grado di evocare le atmosfere d’atelier con una capacità di suggestione impressionante. Soprattutto se guardati tutti insieme, affiancati l’uno all’altro.

Ve lo confesso. La prima volta che ho visto l’intera collezione dei Mademoiselle Privé Pique-Aiguilles (dallo schermo del computer, oltretutto), mi sono subito venute in mente alcune immagini. I ritratti in bianco e nero (molto famosi, a dir la verità) che il grande fotografo di moda Douglas Kirkland scattò a Mademoiselle, nei primi anni Sessanta. Lei, ormai agée eppure infaticabile, vestita con il più classico tailleur, la paglietta in testa, le perle al collo e l’immancabile sigaretta in bocca, mentre prepara infiniti fitting prima di una sfilata. Qui sistema un girospalla, lì rifà la cucitura di una manica, ora è in piedi accanto a una mannequin esausta, ora seduta su una sedia a controllare un orlo, sempre insoddisfatta finché il risultato non rasenta la perfezione.

“Le mani come artigli… Le lunghe forbici portate alla cintura come una spada o appese al collo con un nastro… (Quasi fossero l’insegna) di qualche misterioso ordine di cavalierato”. Non sono parole mie: le scrive Edmond Charles-Roux proprio a corredo delle foto di Kirkland nel bel libro The World of Coco Chanel. Friends, fashion, fame, pubblicato da Thames & Hudson parecchi anni fa. Cui vi rimando per saperne di più. Del resto è vero: lei che aveva imparato a cucire dalle suore, da bambina in orfanatrofio, era riuscita a raggiungere le vette dell’Haute Couture. Un patrimonio di conoscenze e savoir-faire teso a creare abiti esclusivi, su misura, con tessuti preziosi. Un impegno di giornate, settimane, mesi di lavoro, in quella forma nobile di artigianato che è forse l’unica ad avvicinare la moda all’arte.    

I Mademoiselle Privé Pique-Aiguilles

Ma sto divagando. Torno quindi sulla collezione Mademoiselle Privé Pique-Aiguilles, che merita finalmente di essere descritta. Cinque esemplari, dicevo, la cui cassa è fatta proprio come un puntaspilli: in oro giallo, misura 55 mm di diametro per 16,65 mm di spessore. Fuori dall’ordinario, oltre che per le dimensioni XL, soprattutto per il vetro zaffiro più che bombato: a parabola. Una cupola dalle geometrie diverse da qualsiasi altra già vista in orologeria (penso per esempio ai Bubble di Corum o al Klepcys Tourbillon Vertical di Cyrus), la cui convessità è ulteriormente accentuata, in senso estetico, dalla carrure sottile, profilata da due file di diamanti. La superficie curva, ovviamente rivestita da un doppio trattamento antiriflesso, interno ed esterno, non solo protegge il quadrante sottostante ma sembra amplificarne i particolari come una lente d’ingrandimento.

Già, il quadrante, o meglio i quadranti. Ognuno diverso dall’altro, ma tutti eseguiti con maestria dagli artigiani di Les Cadraniers de Genève, azienda specializzata che fa capo a François-Paul Journe. La loro bravura nel manipolare i materiali, nel trasformarli in altro con il ricorso a diversi mestieri d’arte, diventa quasi lo specchio delle abilità delle petites mains, le sarte e le ricamatrici che lavorano in un laboratorio di Alta Moda. Davvero impressionante è poi il modo in cui sono raffigurati i diversi soggetti, la fedele riproduzione di ciascuno, la resa minuziosa dei dettagli. Anche in questo caso, lunghe, arcane e complesse fasi di lavorazione, tese a realizzare realistiche miniature. Con la stessa pazienza certosina degli amanuensi chini sulle pergamene in un antico scriptorium.

Lo stile Chanel in miniatura

Ma gli orologi spiegano più di tante parole. Ecco per esempio il Mademoiselle Privé Pique-Aiguilles Décor Tweed, che riproduce una little black jacket – la tipica giacca Chanel – in fase di lavorazione, con i vari pezzi ancora scuciti tra loro. Come se il sarto addetto ad assemblarla l’avesse lasciata momentaneamente sul tavolo di lavoro, mezza imbastita e appoggiata lì insieme agli strumenti che stava utilizzando: le forbici, il metro, il ditale, un paio di bottoni – quelli più caratteristici, con la perla mabé – da attaccare. Tutto è perfettamente ricostruito fin nei minimi particolari: i lunghi tratti delle imbastiture, le passamanerie sui bordi (qui interpretate dai diamanti)… Perfino, attorno al réhaut, la catena utilizzata all’interno della fodera per garantire alla giacca un perfetto aplomb. Da notare le lancette a forma di ago, ricorrenti anche negli altri esemplari. Che puntaspilli sarebbe altrimenti?

Invece il Mademoiselle Privé Pique-Aiguilles Décor Matelassé raffigura diverse 2.55 accostate alla rinfusa. Anche qui la borsa più emblematica di Chanel, creata da Mademoiselle Coco nel febbraio del 1955 con la tracolla per lasciar libere le mani delle donne, è ritratta con dovizia di particolari: la pelle trapuntata, la catena dorata con appeso un ciondolo portafortuna, la fibbia sul battente (qui realizzata con un diamante baguette)… Notevole per il materiale di base: madreperla incisa e tinta di nero. Mentre il Décor Perles è dedicato ai gioielli della Maison, in assoluto gli accessori preferiti da Mademoiselle: ecco allora la lunga collana in oro con perle e diamanti, le catene intrecciate con strisce di pelle (come quelle delle borse) e decorate da fiocchi, le broche dal motivo “bizantino” che tanto ricordano i bracciali disegnati per lei da Fulco di Verdura…

Altrettanto emblematici dell’immaginario Chanel i rimanenti modelli. Il Mademoiselle Privé Pique-Aiguilles Décor Dentelle riprende il motivo della camelia, fiore prediletto dalla grande couturière, onnipresente nelle creazioni della Casa della doppia C. Ma lo ripropone in chiave sartoriale, come fosse un pizzo, simile a quelli di tanti abiti, soprattutto degli anni Venti. E lo ricrea attraverso lunghi processi di fabbricazione che prevedono lo smalto Grand Feu e la tecnica della décalque. Infine il Décor Broderie, ispirato al ricamo, all’applicazione di miriadi di perline di vetro o paillettes con microscopici punti nei laboratori di Lesage. Qui riprodotto con un preziosissimo pavé di diamanti taglio brillante incastonato a neve, che riveste interamente il quadrante. Forse il meno Chanel fra i cinque esemplari, ma sicuramente il più prezioso.

Info

A questo punto mancano solo due informazioni “di servizio”. Prima di tutto la disponibilità: i Mademoiselle Privé Pique-Aiguilles sono già in vendita con un prezzo che va dai 175mila ai 250mila euro. Poi una nota tecnica: tutti gli esemplari sono animati da un movimento al quarzo, rigorosamente Swiss made. Mi resta solo una domanda (retorica) da porre alla Maison: a quando una versione meccanica?