Nella moda lo chiamano “see-through”: è quell’effetto trasparenza creato da particolari materiali (come il Pvc) o tessuti (come il velo e l’organza). Un trend ciclico nei corsi e ricorsi fashion: basti pensare agli abiti di André Courrèges e Paco Rabanne degli anni Sessanta, oppure agli stivali Chanel di qualche stagione fa… Ma l’effetto see-through negli ultimi anni si è affermato anche in orologeria, dove l’habillage trasparente si è diffuso in tutti i segmenti di mercato attraverso l’uso di materie più o meno nobili. Dal vetro zaffiro – un esempio per tutti: il J12 X-Ray di Chanel – al policarbonato, fino ai polimeri sviluppati di continuo nel settore. Come nel caso degli Swatch Clear, che non solo seguono la tendenza ma la reinterpretano con la sensibilità più attuale.
Effetto see-through fra tecnologia e ambiente
Per inciso, Swatch vanta celebri trascorsi nella trasparenza: chi non ricorda il Jelly Fish del 1985? Un unicum che ha segnato un’epoca. E da lì in poi si potrebbero contare innumerevoli referenze a tema. Fino agli ultimi Swatch Clear, appunto: cinque esemplari, ambasciatori delle principali collezioni del marchio svizzero. I quali, mentre si adattano alle singole personalità individuali, da un lato lanciano un messaggio di unicità e di inclusività; e dall’altro colgono le diverse esigenze del pubblico di oggi, attento al rispetto del Pianeta e abituato all’hi-tech nel quotidiano. In pratica sono un invito a essere sé stessi. Non a caso il claim della campagna recita “Reset. Go Clear”: andate a visitare il sito ufficiale per scoprirla…
Anche se eterogenei per provenienza e obiettivo, comunque, i cinque Swatch Clear hanno in comune uno stile ben preciso e un’estetica uniforme. Cristallina, pura, quasi immacolata. Il look del tutto trasparente è ravvivato dalle lancette coloratissime: rossa e blu quelle delle ore e dei minuti, gialla quella dei secondi centrali. Le indicazioni orarie risultano così ben visibili sul quadrante inesistente – o meglio, limitato a un anello periferico argenté scandito dagli indici della minuteria. E l’effetto see-through rivela sempre il movimento al quarzo – anzi, i movimenti al plurale: perché hanno costruzioni differenti, anche se tutti sono rigorosamente Swiss made.
I cinque Swatch Clear
Entro nel dettaglio per essere più chiara. Tra gli Swatch Clear c’è, prima di tutto, il Clearly Gent: la cassa è realizzata in plastica di origine biologica (vetro incluso), mentre il cinturino è in Tpu, poliuretano termoplastico, un materiale dall’elevata elasticità, resistenza alle abrasioni e alle sostanze chimiche. Essenziale, minimal, lo Swatch più classico si adatta a tutti e veste perfino i polsi più esili. Ma è declinato anche in versione Clearly New Gent, di dimensioni maggiori, per chi ama gli orologi grandi o non ha proprio le braccia gracili né affusolate.
In crescendo di diametro, ci sono poi le due referenze del mondo Big Bold: il Clearly Bold, dalle proporzioni macro, ha sempre la cassa in plastica di origine biologica, ma il cinturino in silicone tipo jelly. Colpisce per l’audacia e non passa certo inosservato, ma supera se stesso nel proprio clone Clearly Pay!, una sorta di alter-ego dall’anima high-tech. Che permette di effettuare pagamenti grazie alla presenza di un chip Nfc: una tecnologia cui Swatch ci ha ormai abituato da tempo (e di cui abbiamo già parlato più volte, qui e qui. Evito quindi ulteriori bla bla).
Infine c’è il Clearly Skin, che fa parte appunto della collezione più sottile di Swatch. Simile ai Clearly Gent e New Gent nella scelta dei materiali, si distingue per la diversa impostazione meccanica, in cui il gioco di ingranaggi dona al lay-out una nuova “grafica”. Ma a definirne il carattere sono soprattutto quei 3,9 mm di spessore, che lo rendono piacevolissimo da indossare: quasi un tutt’uno con il proprio polso. Provare per credere.
Nota di servizio. La collezione Swatch Clear è già in vendita online e nei negozi Swatch. Per conoscere i prezzi dei cinque esemplari vi rimando alle didascalie.