Minimalismo ad alta caratura. Preziosa essenzialità. Per descrivere il nuovo Tonda Automatic mi vengono in mente solo ossimori. Anche se non amo la retorica e non mi piace metterla giù più difficile di quanto non sia, l’ultimo femminile di Parmigiani Fleurier ben si presta a simili definizioni. Perché l’assoluta purezza del design che caratterizza l’intera collezione Tonda PF qui convive con la ricchezza dei diamanti. In modo inatteso, ma inaspettatamente coerente.
Che poi io l’ho qualificato come “femminile” per via del diametro della cassa, che misura 36 mm. Ma il Tonda Automatic è uno di quegli esemplari del tutto privi di connotazioni di genere – nessun dettaglio lezioso, nessuna decorazione tipica “da donna” – ed è quindi ugualmente adatto al pubblico maschile. In linea con la recente tendenza dell’orologeria che vuole il ritorno di orologi dalle dimensioni contenute – come si usava un tempo – anche per gli uomini. Questione di gusti, di abitudini, di cultura. E ovviamente di circonferenza del polso…
Del resto la stessa presenza dei diamanti è una caratteristica non binaria, nell’orologeria. Da decenni ormai le pietre preziose non sono più considerate un’eccentricità da sceicco nel deserto e si ritrovano sui polsi degli uomini a ogni latitudine. Anche se è vero – come cantava Marilyn – che “diamonds are a girl’s best friend”. Soprattutto in casi come questo, in cui l’intera cassa è interamente tempestata di brillanti di alta qualità. Incastonati ovunque, sul quadrante full pavé, sulla lunetta e perfino sulle anse, formano un continuum preziosissimo, una superficie luminosa che vibra di bagliori iridescenti.
Diamanti all over
Sul sito di Parmigiani Fleurier si legge che i tecnici hanno progettato il Tonda Automatic come un pittore avrebbe immaginato di dipingere la propria tela con la tecnica del puntinismo. E in effetti, se si guarda con attenzione il quadrante, ci si rende conto che non si tratta del solito pavé. Piuttosto, di un’incastonatura “a neve”: i diamanti, cioè, hanno tutti carature diverse (alcuni sono più piccoli, altri più grandi) e sono disposti in modo apparentemente irregolare (in realtà studiato dall’occhio esperto del maestro incastonatore), così da creare una montatura fitta e lasciare il minor spazio possibile fra una pietra e l’altra.
In più, sono organizzati secondo un disegno particolare, tratteggiato da onde di fili d’oro, chiamato in orologeria a “Grain d’orge” – ovvero a “chicchi d’orzo”, perché evoca proprio la forma del seme di quel cereale. Un Grain d’orge personalizzato, però, dalle linee ondulate e concentriche, decisamente originale. Esclusivo, direi. Lo stesso motivo si ritrova riprodotto con il guilloché anche sugli altri esemplari della collezione Tonda PF. In cui appare come un’incisione finissima, realizzata a mano, che impreziosisce il quadrante con peculiari increspature di luce.
Nel Tonda Automatic invece il Grain d’orge è composto proprio dall’accostamento delle pietre preziose: un numero impressionate, qualcosa come 979 diamanti, tutti di eccellente qualità, per un totale di 1.21 carati. Ai quali ne vanno aggiunti ancora 70, fra la lunetta e le anse, per un totale di altri 1.69 carati. Che arricchiscono il metallo prezioso della cassa, declinata in oro rosa oppure in oro bianco. Da notare che le (poche) superfici lasciate libere dalle gemme – come i fianchi a goccia delle anse e la carrure sottile – sono ulteriormente impreziosite da una finitura lucida.
Il movimento del Tonda Automatic
Ma il Gran d’orge ritorna anche nel movimento. Se si guarda il fondello, infatti, attraverso l’oblò in vetro zaffiro spicca la massa oscillante in oro rosa, decorata con lo stesso motivo guilloché. Del resto è proprio il Gran d’orge a creare continuità estetica fra recto e verso di certi esemplari – per esempio il Tonda PF Microrotor -, fra l’esterno e l’interno, il contenitore e il contenuto. In un gioco di rimandi che da un lato sottolinea l’unicità della collezione; e dall’altro conferma che in alta orologeria l’attenzione alle finiture è qualcosa di assolutamente imprescindibile.
A proposito del movimento, l’orologio è equipaggiato dal calibro PF310, chiaramente ideato e costruito “in casa”, all’interno del polo orologiero di cui Parmigiani Fleurier fa parte. Un calibro lanciato nel 2014, e improntato fin dallo sviluppo – come dichiara la stessa Maison – sulla precisione e sulla solidità, caratteristiche che lo rendono estrememente affidabile. Per saperne di più vi rimando alle didascalie della gallery qui sopra. Concludo invece con l’indicazione del prezzo al pubblico: il Tonda Automatic costa 59mila franchi svizzeri.