Approfondimenti

Streamliner Tourbillon Vantablack: il nero secondo H. Moser & Cie.

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«Il nero è un colore in sé, che riassume e consuma tutti gli altri». Non lo pensa Giorgio Armani aprendo l’armadio ogni mattina per scegliere la T-shirt da indossare, ma lo ha scritto uno che di colori qualcosina ci capiva, Henri Matisse. Avesse avuto al polso il nuovo Streamliner Tourbillon Vantablack di H. Moser & Cie., si sarebbe compiaciuto di quanto aveva ragione.

I ragazzi di Edouard Meylan hanno fatto un lavoro egregio – un’altra volta -, unendo modernità e tradizione in un orologio che proprio del nero fa la sua firma, non solo estetica. Perché si fa presto a dire nero, ma un quadrante così non si improvvisa. E non è solamente frutto di artigianalità: è tecnologia, è investimento in ricerca, sviluppo e materiali, è scienza. E da qui parto.

Questo nome non mi è nuovo…

Il nome dello Streamliner Tourbillon Vantablack di H. Moser & Cie. non ha nulla a che vedere con la fantascienza o con il lato oscuro della Forza, come potrebbe suonare agli appassionati di Star Wars. Intanto, è un nome che abbiamo già imparato a conoscere associato alle collezioni Venturer ed Endeavour del marchio. Venturer Concept Vantablack ed Endeavour Tourbillon Vantablack Black Hands vi ricordano qualche cosa?

Ebbene, questa volta la banda Meylan ha associato il Vantablack alla sua collezione più moderna, la Streamliner, che ci sta dando belle soddisfazioni in termini di innovazioni da un paio d’anni a questa parte. Ed è riuscita a ottenere un risultato interessante: ha fatto brillare il nero assoluto. Impossibile? No, se si lavora per contrasti. Vediamo come.

Vantablack: scienza, non fantascienza

Per capirlo, partiamo dal rinfrescare la memoria sul Vantablack. Lungi dall’essere il cugino di Darth Vader, come abbiamo detto, altro non è che il nome commerciale di un materiale sviluppato, brevettato e creato una decina di anni fa dall’azienda britannica Surrey NanoSystems. Il nome è l’acronimo dell’inglese Vertically Aligned NanoTube Arrays (schiere di nanotubi allineati verticalmente), unito alla parola Black, nero.

L’utilizzo di nanotubi di carbonio sul quadrante di un orologio non è una novità: qualche anno fa, anche Panerai li aveva impiegati nel Lab-Id Luminor 1950 Carbotech. E prima ancora Richard Mille, a cominciare dall’RM 050 lanciato nel 2012. Ma il Vantablack è un salto qualitativo, come dimostrano gli esemplari già nel catalogo di Moser. Perché è stato il materiale più scuro conosciuto fino a quando, nel 2019, alcuni ingegneri del Massachusetts Institute of Technology ne hanno sviluppato uno ancora più scuro.

La caratteristica del Vantablack è quella di assorbire quasi totalmente la luce: si mangia il 99,965% di quella emessa da un fotone. E per questo motivo è impiegato in astrofisica all’interno dei telescopi, in ambito militare per il camouflage termico, nella sfera civile per la costruzione di pannelli solari. Giusto per completezza, il materiale del MIT ne assorbe il 99,995%, ma dubito che l’occhio umano si accorga di questo 0,03% di differenza.

Occhio umano che ha bisogno di luce riflessa per poter percepire ciò che gli si trova davanti, e così quando osserva il Vantablack lo percepisce come assenza di materia. Guardando il quadrante dello Streamliner Tourbillon Vantablack di H. Moser & Cie. dovremmo avere più o meno la stessa sensazione che avremmo se guardassimo un buco nero. Fa un po’ impressione, ma è emozionante.

La brillantezza dell’oro

E dove sta allora il contrasto? Come far brillare l’assenza di luce? Lavorando sul materiale della cassa e del bracciale, l’oro rosso 5N. La cassa da 40 mm ha la forma a cuscino che è il marchio estetico della collezione Streamliner, così come ben riconoscibile è il bracciale integrato con maglie articolate. Ciò che fa la differenza ed esalta il nero è la lavorazione del metallo.

La carrure alterna superfici satinate orizzontali, satinate soleil e lucide. Le maglie del bracciale sono satinate verticalmente all’esterno, all’interno e di lato; la smussatura è invece lucida, così come lucidi sono i lati interni delle maglie, dove si congiungono tra loro. Queste superfici, nascoste quando il bracciale è compatto, diventano visibili ogni volta che le maglie vengono piegate, generando giochi di luce sul bracciale.

In oro rosso sono anche gli indici, elementi a diretto contatto con il nero del quadrante e che, per questo, sono stati oggetto di particolari attenzioni da parte di Moser. Non sono infatti applicati, ma posizionati sul quadrante attraverso la parte posteriore, utilizzando una speciale placca: in questo modo, a seconda dell’angolatura con cui si guardano, compaiono o scompaiono alla vista.

Le lancette delle ore e dei minuti sono anch’esse in oro rosso, con la classica forma “a siringa” della collezione Streamliner. E sono evidenziate dagli inserti luminosi in Globolight, materiale a base di ceramica che contiene Super-LumiNova.

Il tourbillon volante secondo H. Moser & Cie.

Non dimentichiamo che nel proprio nome, lo Streamliner Tourbillon Vantablack ha anche la parola tourbillon. Che nel caso di H. Moser & Cie. non poteva essere un tourbillon qualunque: doveva essere volante, il top della complicazione. Un sistema che ha un secolo di storia, sviluppato dal maestro orologiaio sassone Alfred Helwig intorno al 1920.

Helwig, originario della valle di Glashütte, patria dell’orologeria tedesca, aggiornò l’invenzione di Abraham-Louis Breguet fissando il meccanismo regolatore a un unico punto e impiegando due cuscinetti, posti tra loro a una distanza minima, per governare il tourbillon. Nella versione di Helwig la gabbia che racchiude scappamento, ruota e spirale del bilanciere è fissata da un unico ponte ancorato alla platina del movimento.

Una trovata tecnica che come ha una conseguenza estetica: far apparire il tourbillon, durante la rotazione, come sospeso nel vuoto. Eliminato il ponte nella parte superiore, il tourbillon volante infatti lascia liberi alla vista la gabbia e l’intero meccanismo.

Il calibro e le sinergie industriali di H. Moser & Cie.

Il tourbillon volante un minuto con ponti scheletrati dello Streamliner Tourbillon Vantablack è posizionato a ore 6 e fa da pacemaker al cuore dell’orologio, il calibro automatico HMC 804. Un movimento da 21.600 alternanze/ora, che ha un’autonomia minima di 72 ore ed è un esempio di efficace sinergia industriale. H. Moser & Cie. ha infatti una società sorella specializzata nella realizzazione di componenti orologieri per scappamenti, la Precision Engineering AG, incorporata nel 2012 nella Moser Watch Holding.

Precision Engineering produce pezzi come organi di regolazione e spirali del bilanciere, utilizzati sia per la produzione interna sia per la fornitura a società partner. E nei propri laboratori copre tutte le fasi della costruzione, dalla progettazione fino alla realizzazione del prodotto da integrare nel movimento orologiero che dovrà regolare.

Per il calibro HMC 804 dello Streamliner Tourbillon Vantablack, Precision Engineering ha sviluppato e prodotto in-house una doppia spirale, che riesce a correggere lo spostamento del punto di gravità subìto da ciascuna molla al momento dell’espansione, e riduce anche l’effetto di frizione. Così la precisione e l’isocronia del movimento risultano di gran lunga migliori.

Streamliner Tourbillon Vantablack: conclusioni

Come sempre, dopo aver raccontato tante belle cose, mi tocca tornare sulla terra e parlare di vil denaro. Perché questo concentrato di tecnologia costa, come è giusto che sia. I materiali, i macchinari, le persone e il loro tempo vanno pagati, altrimenti in H. Moser & Cie. farebbero volontariato, non orologi. E pagati il giusto, perché lo Streamliner Tourbillon Vantablack costa 126mila euro, un prezzo in linea con la media del listino del marchio. Anche con orologi dal contenuto tecnico inferiore.  

E se ho aperto con Matisse, permettetemi di chiudere con Goethe, il quale senza saperlo formulò un pensiero che è il perfetto pay-off per questo orologio: «Dove c’è molta luce, l’ombra è più nera». Volete dargli torto?