Nella seconda metà di ottobre, Omega ha intensificato le attività di comunicazione. Il che, tradotto dal gergo giornalistico, significa che ha diffuso parecchie notizie: molte di marketing e un paio – importanti – di prodotto. Come informare allora voi lettori di tanta carne al fuoco? Qui in redazione ci siamo posti il problema – consapevoli del pubblico numeroso che segue il marchio. E abbiamo deciso di dedicare alle novità “di immagine” una rubrica di News (presto, prestissimo), e di approfondire invece con due articoli monografici i nuovi esemplari. Ma a quale dare la precedenza? L’uno farà botti come fuochi d’artificio, l’altro è più “normale”. Un bel dilemma, che abbiamo risolto solo dopo molte discussioni. Cominciamo dunque dalla collezione più “semplice”: l’Omega De Ville Prestige. E rimandiamo a un prossimo futuro la più complicata Chrono Chime.
Tanti i motivi che ci hanno spinto a sviluppare il discorso in questo modo. L’Omega De Ville Prestige è una famiglia di orologi più facile in tutti i sensi, non solo dal punto di vista meccanico ma anche commerciale: è quella più raggiungibile, sia perché arriverà prima nei negozi sia perché ha costi più accessibili. Al contrario, il movimento del Chrono Chime va adeguatamente studiato, per poter essere raccontato nel dettaglio, come merita. E va spiegato anche per giustificare i prezzi elevati, che provocheranno infinite polemiche sui social (e già lo immaginiamo, perché così è successo anche con lo Speedmaster 321 Canopus, che costava molto, molto meno). Infine, vista la complessità di produzione, avrà una distribuzione necessariamente contingentata – per non dire con il contagocce.
La storia del De Ville Prestige
Non so se condividete le nostre scelte, ma andiamo avanti. L’Omega De Ville Prestige, dicevo, è rimasto immutato da una decina d’anni. Ora però la collezione conosce un generale aggiornamento: il restyling del design e l’upgrade della meccanica, che assume la certificazione di Master Chronometer. E arriva così alla terza generazione. Nel tempo però non ha mai perso la propria identità, basata su uno stile “classico”, elegante ma mai banale. Anzi, con guizzi di originalità – soprattutto negli esemplari di forma degli anni Settanta. Ma a questo punto credo sia opportuno ripercorrerne in breve le vicende storiche.
La linea De Ville nasce nel 1960, su iniziativa di Norman Morris, all’epoca l’Agente generale di Omega negli Stati Uniti. All’inizio fa parte della linea Seamaster, e si distingue per la cassa monoblocco (apribile solo dalla lunetta, per la manutenzione) e la carrure smussata. Questa costruzione combina la sottile raffinatezza del dress watch con i vantaggi di una sicura impermeabilità. E consente ai progettisti massima libertà espressiva, attraverso l’adozione di forme (cassa tonda, quadrata, ovale, rettangolare), movimenti (calibri manuali o automatici) e funzioni diverse (con o senza secondi centrali, con o senza datario eccetera).
La collezione ha successo. Nel 1963, sempre su richiesta di Morris, gli esemplari sono identificati con entrambi i nomi – Seamaster De Ville – scritti sul quadrante. Poi, dal ‘67, a ore 6 appare solo il nome De Ville. Da allora la famiglia di orologi si sviluppa in numerosi modelli, e diviene velocemente la linea più importante (anche come quantità) nel catalogo della Maison. Negli anni successivi quindi si presta a interpretare le mode del momento: diventa per esempio un ultrapiatto con cassa coussin e bracciale in maglia milanese; un gioiello con la lunetta incastonata di diamanti e il bracciale in oro lavorato; un tasca Lépine o una lunga baguette da signora… Per non parlare delle collezioni Emerald e Jeux d’Argent, che hanno fatto la storia dell’orologeria femminile.
Tanto per capire la varietà di soggetti, nel 1984 la cassa assume perfino la forma di una racchetta da tennis, sia per uomo che per donna, entrambi rigorosamente con movimenti al quarzo. Quindi, nell’aprile del 1994, a Basilea, è lanciata la collezione De Ville Prestige, che fa leva appunto sul concetto di “prestigio”. Ovvero, il ritorno di un’estetica sobria e chic – con la cassa bassine (bacinella, catino, in francese) tripartita – e la meccanica dotata delle tecnologie più avanzate. Basti pensare all’introduzione dello scappamento inventato da George Daniels nell’Omega De Ville Co-Axial del 1999, che apre la strada a una ricca progenie di cronometri per tutto il primo decennio del nuovo Millennio. E in quello successivo.
Il concetto infatti rimane anche nella seconda generazione di esemplari. Realizzata a partire dal 2012, è dotata di piccole complicazioni, dal calendario annuale all’indicazione dell’autonomia, fino ai cronografi… Senza dimenticare naturalmente i Butterfly, i Dewdrops e le edizioni speciali Orbis che tuttora popolano il catalogo della Casa. Ma, in parallelo alla collezione Prestige, meritano un cenno pure i Ladymatic, i Tresor (non solo femminili) e il Tourbillon centrale che attualmente compongono la linea De Ville.
I Prestige De Ville 2022
Anche i nuovi Prestige De Ville – che da oggi trovate in pre-vendita online, sull’e-commerce della Casa – rispondono agli stessi principi di mood elegante e movimenti al top. Perché è indubbio che i calibri Master Chronometer siano quanto di meglio esista in circolazione a livello industriale… Per conoscere in modo approfondito tutte le caratteristiche garantite dalla certificazione Metas – rilasciata dall’Istituto federale di metrologia svizzero – vi invito a (ri)leggere questo articolo. Qui mi soffermo invece sulla ricchissima collezione, declinata in esemplari da 41, 40 e 34 mm di diametro – per limitarci solo alle versioni meccaniche. Ma a titolo informativo esistono anche le versioni da 30 e da 27,5 mm al quarzo, per le quali vi rimando al sito ufficiale.
Acciaio, oro Sedna (in sostituzione al tradizionale oro rosso), oro giallo oppure mix di acciaio e oro sono le leghe prescelte per la collezione. Tutte le referenze conservano la cassa bassine tripartita, con il profilo affusolato e la lunetta sottile, leggermente bombata. Il quadrante aperto, dalla chiara leggibilità, è anch’esso bombato nei formati più grandi e declinato in tantissimi colori. Oltre alla consueta tonalità argenté o rodiata, infatti, esiste anche rosa argentato, rosa sabbia, lino, oro Moonshine™, oro platino, salmone, lavanda, blu cielo, blu, verde matcha, verde pino, verde scuro, bordeaux, vinaccia, grigio, nero… Infine, l’apprezzato bracciale a 7 file in acciaio (anche bicolore), come sempre rastremato ma con l’ampiezza delle maglie ridimensionata. In alternativa, il cinturino in pelle di alligatore, anch’esso in tante cromie.
Focus sui movimenti
Ma per non perderci nella vastità delle varianti (che a conti fatti sono quasi un centinaio), focalizzo l’attenzione sui quattro modelli meccanici “di base” che sintetizzano l’intera collezione. A partire dal 41 mm, disponibile con due diverse funzioni: piccoli secondi (e datario) oppure piccoli secondi e indicazione dell’autonomia (sempre con datario). Nel primo caso, il De Ville Prestige monta il calibro 8802, che riporta come vuole la tradizione i piccoli secondi a ore 6 e il datario a ore 3; sul quadrante, i numeri romani sono intervallati da indici puntiformi. L’equilibrio del lay-out è creato – oltre che con il logo al 12 – anche con l’inserimento dell’indicazione Co-Axial Master Chronometer al 9.
Nel secondo caso, l’orologio è equipaggiato invece dal calibro 8810, che sposta l’indicazione dei piccoli secondi al 9, simmetrica rispetto alla scritta Co-Axial Master Chronometer in epigrafe; mentre al 6 pone l’indicatore circolare a 270° dell’autonomia residua, visualizzata tramite una piccola lancetta e il cui centro è allineato con il datario e con la cifra romana. Per passare infine al De Ville Prestige 40 mm e al 34 mm, entrambi ospitano invece il calibro 8800 con i secondi al centro e il datario al 6. Per tutte le altre informazioni più dettagliate, vi rimando alle didascalie della gallery qui sopra. Concludo però con un’indicazione di prezzo degli esemplari maschili più grandi: da 5.200 euro (per la versione Small Seconds con cassa da 41 mm in acciaio e cinturino in pelle). E fino a 14.400 euro (per la versione Power Reserve, con cassa in oro sempre da 41 mm e cinturino in pelle).