Attualità

Rolex e le consegne a domicilio

No, Rolex non ha cominciato a portarti a casa i propri orologi. Per chiarire la cosa agli stupidi, che non sono pochi, preferisco ripeterlo: Rolex non ti spedisce a casa l’orologio che vorresti. Piuttosto, è quel che i suddetti stupidi vorrebbero, come se gli orologi fossero pizze o specialità di cucina regionale. Il principio, in linea puramente teorica, potrebbe essere proprio quello: invece di una pasta alla Norma (ho fame), tu ordini un Rolex, magari aggiungendo la foto del modello desiderato, e il concessionario te lo spedisce a casa dopo aver ovviamente verificato il pagamento.

Ma una simile ipotesi è letteralmente impossibile. Qualcuno mi ha chiesto perché. Beh, proprio questa è la ragione per cui talvolta parlo senza remore di stupidi. Io non cerco di avere tanti lettori, ma solo lettori qualificati – dalla presenza di un certo numero di neuroni funzionanti. Al tempo stesso il dubbio, il sogno non è poi così campato in aria. In cosa differisce, di fatto, da situazioni che, in una certa misura, possono essere paragonabili? E quindi provo a prendere sul serio la cosa, anche se insieme a me credo molti stiano ridendo, nel leggere queste righe. Senza comunque mai dimenticare che tenere lo sguardo basso nel timore d’essere il primo stupido fra i tanti non è mai un errore.

Cominciamo col dire che se prenoto una pasta alla Norma (la fame cresce), non lo faccio attraverso cinque o sei servizi di consegna veloce. Ne basta uno, fra le molte aziende disponibili, e sono ragionevolmente certo di veder esaudita la mia richiesta in tempi rapidi. Ma soprattutto non è che la mia prenotazione possa passare di mano come un bene prezioso. Non ha certo un grande valore e nessuno sbava d’ansia per mettere le mani sulla mia prenotazione.

Chi invece ritiene proprio diritto fare la stessa cosa con un Rolex non è tanto una persona che cerca di speculare per puro guadagno (la cosa, tutto sommato, possiede una propria dignità), ma una persona maledettamente pigra anche nella ricerca di guadagno. Poco rassicurante. Nella stragrande maggioranza dei casi chi è in caccia di un Rolex non lo fa per se stesso, ma piuttosto per conto terzi, come dicevo, e nella speranza di guadagnare non i due o tre euro della già menzionata pasta alla Norma, ma piuttosto quel migliaio di euro che rende appetibile l’operazione.

Nel tentativo di essere meno stupido, di solito adotto un sistema che spesso si rivela di grande aiuto: cerco, semplicemente di immaginare e ricostruire la scena dell’acquisto. Entro nel negozio immaginario, scopro che sì, un Rolex non troppo raro è disponibile e cerco di perfezionare l’acquisto, di portarlo a buon fine con il saldo della somma dovuta. Perché solo quando ho pagato posso avere lo scontrino fiscale, che a sua volta è indispensabile per emettere una garanzia valida. Dopodiché cerco di rivendere l’orologio a prezzo maggiorato. E si suppone che la cosa mi riesca. Si chiude qui, la faccenda? Assolutamente no. C’è un altro dubbio da risolvere: la garanzia è un tram dal quale scendi e sali a piacimento?

Perché a me, semplice compratore, sembra che la garanzia dovrebbe essere strettamente legata allo scontrino fiscale e quindi a chi effettivamente paga l’orologio. In realtà la garanzia è associata al numero seriale dell’orologio e quindi lo segue anche dopo che è stato rivenduto. Ed è quindi trasferita a chi (dopo un passaggio che però comporta un guadagno illegale perché non dichiarato) lo ricompra usato, sempre che costui conservi tutti i documenti comprovanti l’acquisto. La garanzia internazionale dura 5 anni e in questo lasso di tempo decade solo nel momento in cui qualcuno non autorizzato ci mette le mani con interventi di manutenzione non ufficiali. Però non c’è nessun altro modo per sapere se la garanzia è attiva, se non quello di recarsi in un centro di assistenza e verificarlo. Il concessionario in questione comunque non ha alcun obbligo e può anche rifiutarsi di fornire informazioni al riguardo. Ed è giusto: chi sceglie canali non ufficiali non può pretendere nulla dalla rete ufficiale.

Al tempo stesso, se sono in grado di spendere somme più elevate del normale, perché dovrei chinarmi agli intenti speculativi di una persona dai comportamenti non chiari? Qualcosa non torna. Capisco benissimo possa accadere per orologi di difficile reperibilità, sì, ma di prezzo non particolarmente elevato…. E qui mi riallaccio alla saga degli Omega/Swatch, ad esempio, ma rimaniamo pur sempre in un ambito di “orologi alla Norma”. L’impressione però è che la cosa si fermi qui.

Bisogna anche tener presente che le prove di un regolare acquisto sono fondamentali nel caso un birbaccione dovesse rubare l’orologio: una serie di dati consente non solo di individuare con la massima precisione l’orologio in questione, ma anche comprendere meglio le “strade” che ha preso e quindi la natura dei reati commessi nel percorso. E fra un’accusa di ricettazione e una di incauto acquisto, la differenza – credete – è davvero grande.

Come al solito, in definitiva, la morale è semplice: andiamoci piano con le fantasie sugli speculatori (che sono in numero molto, molto inferiore a quel che tanti credono), e rendiamoci conto che tutto sommato un comportamento corretto è sempre la migliore soluzione. E semmai il sogno di un “Rolex alla Norma” si rivelasse impossibile, beh… Io andrei a studiarmi bene le straordinarie caratteristiche degli Omega. Si vendono con minore facilità? Può essere, ma io compro un orologio per mio personale piacere, non per rivenderlo appena possibile. Per voi non è così?