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Seamaster Aqua Terra Worldtimer, Omega riedita le ore universali

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Nuovi esemplari per la collezione Seamaster Aqua Terra Worldtimer di Omega. Tre referenze, due in acciaio e ceramica e una in titanio e ceramica, che ampliano la famiglia delle ore del mondo dal punto di vista dei materiali, con un’inclinazione verso la leggerezza e l’introduzione del colore – almeno in due casi su tre. Un assortimento inatteso dalla maggior parte del pubblico ma che porta la linea di complicati a raggiungere una certa compiutezza e un buon livello di maturità. Vediamo perché.

A proposito di complicazioni

Il primo Seamaster Aqua Terra Worldtimer esce nel 2017. È un’edizione speciale, commemorativa, sviluppata per celebrare i 15 anni della collezione Seamaster. E introduce per la prima volta le ore universali nel catalogo della Casa. Una sorpresa solo per quanti considerano Omega una marca industriale che non fa complicazioni, identificano la produzione con l’esclusivo Speedmaster o ignorano la storia del Brand (oppure hanno la memoria corta).

Per smentirli, ora come allora ricordo che già nel 1890 Louis Brandt realizzava calendari completi da tasca, seguiti nel 1892 dal primo orologio da polso al mondo con ripetizione minuti. Ed era il 1947 quando la Manifattura lanciò il primo tourbillon. In tempi più recenti, negli anni Novanta abbiamo visto sia calendari perpetui sia calendari annuali (uno per tutti: il De Ville Hour Vision), varie fasi di luna e perfino il Tourbillon Centrale tuttora in produzione. Ricordo anche che in quel di Biel esiste un team specializzato proprio in alta orologeria, l’Atelier Tourbillon.

Per tornare al primo Seamaster Aqua Terra Worldtimer, comunque, gli si deve riconoscere il carattere dell’esclusività. Realizzato con la cassa in platino e la mappa del mondo in smalto (dipinta a mano su un disco in vetro zaffiro), era prodotto in una tiratura limitata di 87 esemplari. Cosa di per sé tutt’altro che insolita nell’industria orologiera elevetica, in cui il lancio delle nuove collezioni avviene per tradizione proprio in questo modo. Con l’uscita dapprima delle versioni più preziose, seguite poi in un secondo momento da quelle più accessibili al vasto pubblico.

L’immediato precedente del Seamaster Aqua Terra Worldtimer

E così è stato anche in questo caso. Due anni dopo, nel 2019, ecco puntuale il Seamaster Aqua Terra Worldtimer in acciaio. L’orologio, presentato alla riuscitissima manifestazione Time to Move alternativa a Baselworld, esibisce già le stesse caratteristiche degli esemplari di oggi. La cassa di 43 mm di diametro ospita il calibro 8938 Co-Axial Master Chronometer, il quadrante è decorato con la raffigurazione del Globo, incisa tramite ablazione al laser di un disco in titanio grado 5, attorniato da un motivo teak a righe verticali. La lunetta è piatta.

Poi, nel 2020, la pandemia del Covid blocca tutto, i lockdown limitano necessariamente le libertà personali e con esse la possibilità di viaggiare. Gli orologi con le ore del mondo, così come quelli con funzione Gmt, subiscono una battuta d’arresto. Ma quando si ritorna alla vita normale, tornano sul mercato anche gli esemplari che evocano spostamenti intercontinentali o internazionali su lunghe distanze, incentivati anche dal desiderio irrefrenabile di ricominciare a viaggiare dimostrata da chiunque.

Ci si ricorda allora che in parallelo alla versione in acciaio, il Seamaster Aqua Terra Worldtimer era uscito anche in oro Sedna, con la cassa (e volendo il bracciale) nell’esclusiva lega di oro rosso brevettata dalla Casa. Oltre al metallo, ha anche un diverso colore del display – sfondo argenté anziché blu e il movimento è aggiornato nel calibro 8939, con la massa oscillante coordinata alla cassa.

Il calibro 8938

Arriviamo così ai giorni nostri. Le tre nuove versioni 2023 del Seamaster Aqua Terra Worldtimer montano sempre il calibro 8938 Co-Axial Master Chronometer. Cioè con la certificazione di cronometria rilasciata dal Metas e i conseguenti standard di qualità superiore garantiti dai relativi otto test. In primis la capacità di resistere a campi magnetici almeno fino a 15mila gauss – il limite di misurazione imposto dagli strumenti deputati.

Chissà, se domani i progressi della tecnologia consentiranno sviluppi in questo senso, si potrà testare l’effettiva resistenza dei movimenti Co-Axial. Ma credetemi, 15mila gauss sono già abbastanza: corrispondono a 1,5 tesla, l’equivalente del campo magnetico emesso durante una risonanza. Anche se i macchinari di ultima generazione arrivano a 3 tesla: ma questa è un’altra storia…

Per tornare al calibro 8938, al di là delle consuete informazioni raccontate nelle didascalie in alto, è opportuno spendere due parole sulla complicazione delle ore del mondo (altrimenti dette ore universali, appunto). Riproposta anche in questo caso con i consueti componenti ad affissione concentrica sul quadrante: l’anello più esterno indica le capitali mondiali corrispondenti ai diversi fusi orari, l’anello centrale riporta il giro delle 24 ore, distinte in colori differenti per la funzione giorno/notte, e la mappa del mondo che fornisce la rappresentazione geografica dei fusi orari stessi.

L’ingegnoso sistema, inventato negli anni Trenta dall’orologiaio Louis Cottier e rimasto sostanzialmente immutato, permette di sapere a colpo d’occhio e contemporaneamente “che ore sono” ovunque nel mondo. Ma non mi soffermo oltre per evitare di ripetere quanto scritto da Augusto Veroni in maniera esauriente in questo articolo.  

I nuovi Seamaster Aqua Terra Worldtimer: affinità…

Riguardo ai dettagli dell’habillage, le tre referenze appena lanciate presentano tutte la cassa di 43 mm di diametro: una dimensione importante, è vero (considerati i 50 mm lug-to-lug), ma dettata dalla complicazione stessa, che richiede spazio per poter offrire una visualizzazione ben leggibile delle informazioni. A migliorare l’ergonomia e la vestibilità al polso, poi, ci pensano le anse leggermente tortili (che alcuni collezionisti definiscono “a lira”), fin dall’inizio uno dei segni distintivi della collezione Worldtimer.

Altre caratteristiche comuni ai diversi esemplari riguardano la costruzione del quadrante: come dicevo, la rappresentazione della Terra dal punto di vista di un ipotetico osservatore posto sopra il Polo Nord è ottenuta a partire da un disco in titanio grado 5. Lavorato al laser così da ottenere la mappa dei continenti e degli oceani, il disco è lievemente bombato a emulare la curvatura del Globo. L’indicazione delle 24 ore è riportata invece su un vetro in esalite.

… e diversità

Per passare alle differenze fra le tre nuove versioni, quello con la cassa in titanio grado 2 si distingue innanzitutto per l’uniformità cromatica dei vari componenti, interamente giocata su un’alternanza tono su tono del nero e del grigio: il display grigio, la lunetta in ceramica nera spazzolata in senso circolare, la carrure e le anse in titanio naturale (anch’esse spazzolate), il cinturino in caucciù nero con impunture grigie e maglia d’attacco in titanio naturale. Il prezzo al pubblico di questo esemplare è di 13.600 euro.

Le due varianti con cassa in acciaio, invece, sono caratterizzate dal quadrante Pvd verde, decorato con il classico motivo teak leggermente incurvato, così da seguire l’andamento della circonferenza centrale. Dello stesso colore è anche la lunetta in ceramica spazzolata (sempre in senso circolare), a creare una monocromia audace e di tendenza. I due modelli si differenziano tra loro per il cinturino in caucciù verde con impunture grigie e fibbia déployante, o per il bracciale in acciaio con fibbia a farfalla. E di conseguenza per il prezzo: 11.700 o 11.900 euro.