Orologio che vince non si cambia. Per parlare del Breguet Marine Tourbillon Équation Marchante 5887 prendo in prestito un’espressione classica del mondo dello sport e sostituisco la parola “squadra” con “orologio”. Perché con la referenza 5887 la Maison ha creato un oggetto capace di evolvere senza cambiare, di mantenere un’identità estetica e tecnica riconoscibile che ha bisogno di aggiornamenti misurati, limitati principalmente al metallo della cassa e al colore del quadrante. L’equilibrio complessivo dell’orologio è infatti così preciso da non necessitare di stravolgimenti. Basta a se stesso e piace ai collezionisti. That’s it, direbbero a Londra.
In effetti il Marine Tourbillon Équation Marchante 5887 fu lanciato da Breguet a Baselworld nel 2017. Un battito di ciglia se rapportato ai tempi dell’orologeria, un’era geologica fa se si pensa a che cosa è accaduto dall’uscita di Swatch Group da Basilea a oggi, tra saloni defunti, pandemie, mercati impazziti e quasi rinsaviti. Eppure il nostro orologio è sempre lì. Sette anni fa, quello che è il modello di punta della collezione Marine fu presentato in due versioni, una in oro rosa 18 carati con quadrante argentato e l’altra in platino con quadrante blu.
Nel 2020, in occasione del 220° anniversario del tourbillon, Breguet aggiunse un’altra versione in oro rosa e quadrante marrone, per allargare l’offerta a un colore che, allora come oggi, era molto apprezzato. Oggi tocca al quadrante nero e, di nuovo, alla cassa in platino. Orologio che vince non si cambia, appunto. Specialmente per quello che riguarda la complicazione regina che ospita, ossia l’equazione del tempo.
Il Breguet Marine e l’equazione del tempo
Per spiegare in breve in che cosa consiste, possiamo dire che l’equazione del tempo indica la differenza tra l’ora solare e l’ora civile media. Ossia lo scostamento, durante il corso dell’anno, tra il tempo indicato da un orologio solare e quello indicato dall’orologio che comunemente usiamo. Due tempi che non coincidono, perché questo scostamento può variare, in un anno, da un massimo di 16 minuti e 25 secondi tra il 31 ottobre e il 1° novembre, a un minimo di -14 minuti e 15 secondi tra l’11 e il 12 febbraio.
Entrando un filino più nel dettaglio, questo scostamento è dovuto all’azione combinata tra l’inclinazione dell’asse terrestre (pari a 23 gradi e 27 primi) e l’eccentricità dell’orbita ellittica della Terra, ossia il rapporto fra la distanza di un fuoco dal centro dell’ellisse e la lunghezza del semiasse maggiore dell’orbita. Quanto maggiore è il valore dell’eccentricità (quello dell’orbita terrestre è pari a 0,017), tanto più allungata è l’ellisse.
Non c’è bisogno di spiegazioni più approfondite, sia perché non sono Margherita Hack, sia perché credo che a pochi di voi interessi. Quanto scritto sopra dovrebbe far capire due cose: che l’equazione del tempo è fondamentalmente una complicazione priva di utilità pratica, ma un virtuosismo meccanico e matematico di altissima fattura; e che poche sono le manifatture a possedere le capacità tecniche per realizzarla e racchiuderla in un orologio da polso.
In particolare, l’equazione del tempo nel Breguet Marine Tourbillon è chiamata “marciante” proprio perché è leggibile in modo istantaneo grazie alla presenza di due lancette dei minuti in continuo movimento: una di tipo Breguet à pomme che indica l’ora civile; e l’altra, la cui estremità reca un anello dorato, diamantato e plissettato, per la lettura dell’ora solare.
Ingegneria e astronomia
Tanto la lettura è immediata sul Breguet Marine Tourbillon Équation Marchante 5887, quanto il meccanismo che la consente è complesso. Esso è controllato dal tourbillon e da una camma a forma di fagiolo, entrambi visibili a ore 5 perché posizionati sotto un disco di zaffiro su cui sono riportate le iniziali dei mesi dell’anno. In questo modo è possibile seguire il funzionamento della camma rotante, il cui fagiolo è in realtà una forma di analemma. Vale a dire un diagramma grazie al quale è possibile leggere la differenza tra il mezzogiorno vero e il mezzogiorno medio nelle varie parti del mondo, in qualsiasi giorno dell’anno.
Questa camma, la cui progettazione ha richiesto calcoli molto precisi basati sul moto di rivoluzione della Terra intorno al Sole, compie un giro completo intorno al proprio asse nell’arco di un anno. Un tastatore, a sua volta collegato a un rastrello, legge sulla camma le informazioni in essa contenute e le trasmette alla lancetta dei minuti dell’equazione marciante. Grazie a un differenziale si corregge la marcia della seconda lancetta dei minuti in base alle informazioni trasmesse dal tastatore, così che indichi correttamente il tempo solare. I calcoli alla base della complicazione sono stati elaborati in rapporto al meridiano di Greenwich, in modo da consentire la lettura della differenza fra tempo medio e tempo solare, qualunque sia il meridiano cui ci si riferisce.
Un virtuosismo tecnico che fa quasi scomparire un’altra complessità del Marine Tourbillon Équation Marchante 5887, ossia il tourbillon. Che a casa Breguet è il pane quotidiano e che, come l’equazione del tempo, qui non è una funzione che definiremmo pratica, visto che è più utile su un orologio da tasca o da tavolo che su uno da polso. Ma Breguet non è un brand “pratico” e non dovrebbe diventarlo, se vuole restare Breguet.
Il calendario perpetuo del Breguet Marine
Mi viene da sorridere a pensare che l’altra grande complicazione dell’orologio, il calendario perpetuo con indicazione retrograda del datario, possa essere quasi derubricata a un dettaglio di routine. La si vede distribuita nella metà superiore del quadrante e strutturata con due finestrelle, rispettivamente a ore 10:30 e 1:30, nelle quali compaiono il giorno della settimana e il mese, quest’ultimo con a fianco l’eventuale anno bisestile. A ciò si abbina un indicatore ad arco per la data, individuata da una lancetta retrograda a forma di àncora, giusto per ricordare in quale collezione di Breguet ci troviamo.
Completa la serie delle informazioni presenti sul quadrante un discreto indicatore dell’autonomia residua. Ha la forma di un piccolo arco posizionato da ore 7 a ore 8, tra il cerchio delle ore e la parte centrale del quadrante. Quando il Breguet Marine Tourbillon Équation Marchante 5887 è al massimo della propria carica, l’indicatore e completamente blu e si “svuota” man mano che l’autonomia diminuisce.
L’architettura meccanica dell’orologio è sorretta dal calibro di manifattura a carica automatica 581DPE, lo stesso che equipaggiava le precedenti referenze del Marine Tourbillon Équation Marchante. Lavora a 28.800 alternanze/ora e ha un solo bariletto, capace però di erogare potenza per una carica di circa 80 ore.
Estetica codificata
Tutto questo ben di Dio è al servizio dell’estetica propria della collezione Marine, specialmente per ciò che riguarda il quadrante. È in oro bianco con finitura nera e si struttura in quattro settori. Il più interno è un disco nero decorato manualmente a guilloché, con il classico motivo a onde del Marine. C’è poi il giro delle ore color argento, lavorato con una satinatura circolare, sul quale spiccano i numeri romani neri in oro, applicati. Segue un altro cerchio, nero, che riporta gli indici piramidali in oro trattati con Super-LumiNova. Più all’esterno il réhaut, decorato con un motivo ondulato.
Una geometria piuttosto articolata, come si vede, che tuttavia è ben bilanciata esteticamente. Forse un po’ “importanti” le presenze del tourbillon e della camma, ma si può capire: sono il cuore meccanico dell’orologio, hanno una struttura non banale ed è giusto che si prendano il proprio spazio, anche visuale. Il tutto è racchiuso nella classica cassa da 43,9 mm di diametro del Marine Tourbillon Équation Marchante, qui in platino. Lo spessore di 11,8 mm è di tutto rispetto se si considera le complicazioni che ospita.
Come sempre, prima di lasciarvi alle didascalie chiudo con il prezzo: 297.000 euro. E con una notazione. La storia della collezione Breguet Marine ha origini lontane, poiché il suo nome deriva dal titolo di “horloger de la Marine Royale” di cui Abraham-Louis Breguet fu insignito nel 1815. Il nome di Breguet sarà legato alla Marina reale francese per decenni, poiché anche il figlio e il nipote le fornirono cronometri. Nel 1990, la Maison cavalcò questa storia per presentare la collezione Marine, ispirata proprio all’aspetto classico e alla grandezza tecnica dei cronometri da marina. La linea, rinfrescata nel 2018, è tuttora uno dei pilastri della Maison. Di fronte a un orologio come questo si capisce il perché.