Approfondimenti

Tourbillon à Remontoir d’Egalité, il record in asta di F.P.Journe

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La notizia ha fatto il giro del mondo alla velocità della luce, diventando subito virale sul web. Un orologio straordinario, il Tourbillon à Remontoir d’Egalité 15/93, realizzato da F.P.Journe, è stato battuto in asta l’8 novembre scorso a Ginevra da Phillips per ben 7.320.000 franchi svizzeri.
Cifra da record: si tratta, infatti, del risultato più alto di tutti i tempi per una creazione di un orologiaio indipendente. Febbre da rilancio, o degno riconoscimento per il Tourbillon à Remontoir d’Egalité? Ma è veramente un pezzo che deve essere considerato una pietra miliare nella storia dell’orologeria? Per comprendere le ragioni di un simile risultato, scopriamo insieme le caratteristiche di questo orologio.

Una storia che parte da lontano

Una premessa è d’obbligo: nella sua ormai lunga carriera, François-Paul Journe ha realizzato solo tre orologi da polso che siano stati interamente opera sua, cioè non solo progettati, ma anche realizzati fin nel minimo dettaglio dalle mani e dal talento del Maître horloger.
Il pezzo andato in asta è il secondo, in ordine di tempo, di questo piccolo novero: vide la luce nel 1993 e fu il capostipite della serie dei Tourbillon Souverain di F.P.Journe. E fu anche il primo venduto dal Maestro.

Difficile confrontarsi con un genio come Abraham-Louis Breguet, inventore del tourbillon, cioè di una soluzione meccanica in cui l’intero treno dello scappamento ruota su sé stesso cambiando continuamente posizione nello spazio e andando ad equalizzare gli effetti della gravità. Breguet aveva ben compreso come, per quanto si raffinasse l’esecuzione e si scegliessero i migliori materiali, l’effetto dell’attrazione gravitazionale fosse sempre presente e sempre diretto verso il centro della Terra. Si poteva solo cercare di variare la posizione relativa delle masse in gioco rispetto al Pianeta. Cioè di far sì che l’effetto – massimo in condizioni statiche, perché sempre costante per intensità e direzione – fosse almeno attenuato, e quindi abilmente compensato, nella componente centripeta, facendo ruotare le masse interessate.

Capolavoro di meccanica, creato da Breguet per gli orologi da tasca e brevettato nel 1801, il tourbillon ha avuto diverse rivisitazioni nella seconda metà del XX secolo, da parte di chi lo ha inserito nei movimenti degli orologi da polso. Sempre pronto a cogliere le sfide, François-Paul Journe decise di tentare di migliorare ulteriormente la precisione di un orologio con tourbillon, riprendendo il testimone là dove Breguet lo aveva posato.

Il problema della costanza di marcia

Se la gabbia rotante compensava uno dei problemi con cui l’alta orologeria si era sempre scontrata, restava però un altro ostacolo alla regolarità di marcia, indispensabile per ottenere la precisione: la non uniformità della forza esercitata sullo scappamento dalla molla di carica.
Il tema, ben noto, era stato affrontato sin dai secoli precedenti e risolto abilmente, sia per gli orologi domestici, che per quelli da persona e addirittura anche per quelli da campanile. Gli orologiai più abili si erano cimentati, infatti, con la creazione di diversi tipi di remontoir d’égalité: cioè di un dispositivo che era interposto tra la sorgente di energia e lo scappamento.

Il rémontoir era in grado di compensare l’inevitabile differenza della forza esercitata dalla molla, o dai pesi, tra l’inizio del funzionamento a piena carica e la fine carica, data dallo svolgimento della molla, o dalla caduta dei pesi. Obiettivo del rémontoir è infatti fare sì che – indipendentemente dal tiro istantaneo della molla, che sappiamo non essere costante – la forza applicata allo scappamento sia sempre la stessa. Per fare questo, esso stesso viene costantemente ricaricato per piccoli intervalli di tempo, per cui lavora sempre in condizioni praticamente costanti: da cui égalité. Naturalmente, ciò comportava complicare il movimento: solo i migliori autori lo applicarono per i propri pezzi di più alta gamma.

Segni particolari: capolavoro

Dotare un medesimo orologio da polso sia del tourbillon che del remontoir d’égalité avrebbe quindi garantito, a patto di riuscirci, una precisione ancora superiore: fu questa la sfida che l’allora giovane François-Paul raccolse e di cui celebriamo, oggi, il capostipite.
Nasce così l’idea che si concretizzerà dapprima nel 1991, con la creazione di un prototipo il cui movimento è interamente realizzato in oro, ingranaggi compresi. Tutte le caratteristiche che faranno di questa linea di orologi un vero e proprio sogno per i collezionisti sono ormai mature.

A questo primo prototipo, che Journe porterà per anni al proprio polso e che è ora parte della sua collezione privata, fecero seguito due altri orologi, nel 1993. I tre esemplari sono sostanzialmente identici fra loro: il primo, il prototipo, porta il seriale 11/91, a indicare che si tratta dell’undicesimo orologio prodotto da Journe e che è stato realizzato nel 1991. Il secondo, quello battuto in asta, porta il seriale 15/93; il terzo invece il seriale 16/93.

Le caratteristiche del Tourbillon à Remontoir d’Egalité 15/93

Passiamo ai dettagli del pezzo finito sotto il martelletto di Aurel Bacs. Cassa in platino, di diametro 38 mm, movimento interamente in oro giallo, a carica manuale, quadrante innovativo, con la gabbia del tourbillon sulla sinistra, affiancata dal piccolo contatore che mostra ore e minuti, mentre nella parte superiore del quadrante troviamo l’indicatore dell’autonomia residua.

Il design complessivo è già programmatico di quello stile che renderà i pezzi di F.P.Journe inconfondibili. Compresa la firma ben visibile, posta tra ore 6 e ore 3, e il numero seriale, 15/93, che si trova tra ore 6 e ore 7. Il fondello è pieno e non permette, come invece accadrà con i successivi tourbillon del Maestro, di poter godere visivamente della bellezza del movimento. Bracciale in pelle, con chiusura ad ardiglione in acciaio, una scelta di sobrietà.

Un corredo principesco

L’esemplare era giunto in asta con un corredo veramente unico. Non solo una copia del libro F.P.Journe Invenit et Fecit, scritto da Jean-Pierre Grosz, sulla cui copertina il Tourbillon à Remontoir d’Egalité 15/93 appare in tutta la sua bellezza. Ma anche con una ricca serie di disegni tecnici originali, propedeutici alla realizzazione, una collezione di articoli dedicati, usciti nel 1993, la fattura originale di vendita e addirittura con il foglio di metallo dal quale fu ritagliata la gabbia del tourbillon. Il tutto, da sempre appartenuto alla medesima famiglia, si riaffacciava al mercato per la prima volta. A onor del vero, proprio quest’estate i proprietari avevano ritenuto necessaria una revisione, naturalmente effettuata da F.P. Journe personalmente.

Dopo aver realizzato il Tourbillon à Rémontoir d’Egalité, possiamo immaginare la soddisfazione di Journe. Giustamente orgoglioso per il traguardo raggiunto, F-P commentò che il risultato era la crasi delle capacità di ben cinque Maestri: Breguet, quale inventore del tourbillon; Guinand per l’estetica della gabbia del tourbillon; Bürgi per il sistema di rémontoir; Berthoud per l’estetica generale; e lui stesso, che aveva sublimato in questo pezzo decenni di esperienza e di studio.

Pillole di storia

Per prima cosa, è d’obbligo notare che Journe ha fatto dei propri tourbillon dei veri e propri pièces de resistence. La padronanza della tecnologia gli ha permesso di presentare, dopo il 1993, diverse serie – naturalmente, sempre in numero molto limitato – di esemplari dotati della magica gabbia rotante.
Dopo i due prototipi gemelli, il 15/93 ed il 16/93, nacque in Journe l’idea di realizzare una serie limitata di soli 20 esemplari. Sempre sull’onda dell’emulazione del mitico Breguet, decise di aprire una souscription, come avrebbe detto il Grande, ovvero una sottoscrizione. In brevissimo tempo i 20 pezzi disponibili furono prenotati dietro pagamento anticipato, prima ancora che la loro lavorazione fosse iniziata.

L’idea fu un successo. Con la somma ottenuta, F.P.Journe poté fare, anche in termini di attrezzature, il salto di qualità che gli permise di diventare quel che è oggi. I pezzi souscription, usciti sul mercato tra il 1999 ed il 2003 con il nome di Tourbillon Souverain, sostanzialmente hanno le stesse caratteristiche principali dei due prototipi fatti a mano dal Maestro. Ma presentano alcune differenze.
Il movimento non è in oro: è in ottone. Il numero individuale e progressivo all’interno del lotto di 20 è inciso sul quadrante. La cassa è quasi sempre in platino, anche se un limitatissimo numeri di esemplari è stato prodotto in oro rosa. E il fondello è in vetro zaffiro, consentendo così di ammirare l’incredibile qualità della meccanica.

Di prodezza in prodezza…

Nel 2003, Journe pensò bene di aggiungere alla già notevole meccanica del Tourbillon à Remontoir d’Egalité un’ulteriore complicazione: quella dei secondi morti, spesso in Italia chiamati secondi indipendenti. In questo caso, l’idea ancor più particolare è quella di far azionare la lancetta dei secondi direttamente dal remontoir d’égalité. La lancetta dei secondi si muove con uno scatto netto non appena il secondo è trascorso, cioè morto – da cui la denominazione, altrimenti difficile da interpretare.

Nasce così, come naturale evoluzione, il Tourbillon à Remontoir d’Egalité avec Seconde Morte. Con cassa in platino oppure in oro rosso, movimento in oro rosa, quadrante guilloché in oro rosso o in argento. E fondello in vetro zaffiro, attraverso cui si ammira la maestria delle finiture e della lavorazione: platina a perlage e côtes de Genève sui ponti. Pezzo da alta collezione. Appena disponibile, il mercato lo percepì come quello che in altri ambiti si definirebbe un Instant Classic.

…fino all’impensabile

E arriviamo in tempi più recenti. Per celebrare i vent’anni della produzione della linea Tourbillon Souverain, Journe ha voluto superare sé stesso. Ha progettato e realizzato un nuovo tipo di tourbillon: in cui la rotazione della gabbia, che avviene tradizionalmente in orizzontale, avvenga invece in verticale. Ecco dunque il Tourbillon Souverain Vertical. Per aggiungere al tutto anche un tocco di scenografia, il Maestro ha portato il periodo di rotazione della gabbia del tourbillon, solitamente della durata di un minuto, a 30 secondi. All’interno della cassa un anello lucidato a specchio riflette il treno del tourbillon, dando luogo a un vero effetto ipnotico.

Ma non finisce qui. Sin dal 2001 F-P aveva introdotto un’ennesima innovazione: l’uso del rutenio per il trattamento superficiale di quadranti e movimenti. Un metallo raro del gruppo del platino, dalle caratteristiche peculiari. Sarà proprio un Tourbillon à Remontoir d’Egalité a inaugurare la collezione Ruthenium, nella quale il Maestro reintrodurrà anche l’uso dell’oro per i movimenti. Al Tourbillon, si affiancarono in questa collezione anche l’Octa Jour/Nuit, l’Octa Calendrier, l’Octa Chronographe e il Chronomètre à Résonance.

Per concludere

Difficile concludere: ogni pezzo, ogni caratteristica meccanica o tecnica di queste creazioni di F.P.Journe meriterebbero fiumi di inchiostro. Tornando al punto di partenza, il risultato eccezionale esitato da Phillips per il Tourbillon à Remontoir d’Egalité poteva essere in buona misura prevedibile. I pezzi unici, di qualità superlativa, sono e saranno sempre il Santo Graal dei grandi collezionisti. Così è sempre stato e probabilmente così sempre sarà. Fino a che grandi maestri come F.P.Journe saranno pronti ad accogliere le sfide più estreme e a mostrarci le loro incredibili capacità.