Per i nerd delle lancette, uno di filoni più eccitanti è quello degli collezioni nate da orologi creati su specifiche militari per essere assegnati ai soldati e ai reparti d’élite. A questa ristretta e ambitissima cerchia appartiene il Mil-Ships di Bulova. Dopo averlo lanciato nel 2021, il Marchio lo ripropone oggi in due nuove versioni, facendosi un regalo per i propri 150 anni di storia. O meglio, il regalo lo fa a quei nerd cui ho accennato all’inizio, perché trovano una referenza aggiornata, arricchita, in grado di far assaporare il gusto di una storia di quasi 70 anni fa. Una storia che risale a un altro mondo, ma ancora capace di affascinare.
Tutto iniziò negli anni ’50 (o poco prima)
È una storia vera, non una delle tante che circondano gli orologi con la loro mitologia esagerata, a volte persino falsa. Ed è vera perché collocabile in un periodo preciso, certificato dalle date e dagli archivi. Correva l’anno 1955 quando il Bureau of Ships della Marina degli Stati Uniti istruì un bando militare per trovare un orologio da destinare ai sommozzatori che lavorassero con gli esplosivi sottomarini. Il Bureau of Ships, nato nel 1940, aveva come compito principale la progettazione, la costruzione e la manutenzione delle navi, compresa la loro stabilità e navigabilità.
Tra le caratteristiche richieste all’orologio vi erano, oltre all’ovvia impermeabilità, anche gli indici luminosi e la lunetta girevole. Queste specifiche erano identificate con la sigla MIL-W-22176 (SHIPS), dalla quale discende il nostro Mil-Ships. Poiché l’esercito americano era obbligato per legge ad acquistare le proprie forniture da produttori nazionali, le opzioni erano piuttosto limitate. Bulova era una scelta naturale: all’epoca aveva sede a New York ed era un punto fermo dell’orologeria americana da decenni. Inoltre, un MIL-SHIPS-W-2181 Submersible, mai commercializzato, fu sviluppato per la Marina americana. Accadde quando, durante la Seconda guerra mondiale, le due squadre d’élite EOD (Explosive Ordinance Disposal) e l’UDT (Underwater Demolition Teams), necessitavano di attrezzature altamente specializzate per supportare le proprie missioni.
C’è Mil-Ships e Mil-Ships
La Marina stabilì che le specifiche del MIL-SHIPS-W-2181 erano adeguate al tipo di missione. Così Bulova, sotto la guida del Generale in pensione Omar Bradley (uno dei più abili durante la Seconda guerra mondiale), creò una serie di prototipi che la Navy Experimental Diving Unit (NEDU) testò rigorosamente nel 1957. Tuttavia, pur registrando performance eccellenti nei test d’immersioni e di profondità, nel 1958 Bulova decise di non procedere con la produzione, lasciando in vita solo una manciata di prototipi, 12 per l’esattezza.
Un anno prima si era ritirato dal bando l’altro partecipante, un importatore di nome Allen Tornek, che vendeva orologi Blancpain. Sapendo che il Fifty Fathoms era già un diver affidabile, aveva combinato il proprio cognome con un anagramma del nome Villeret, dove aveva sede Blancpain, per creare un marchio chiamato Tornek-Rayville. Al quale aggiunse, sul quadrante degli orologi, la sigla U.S. Obiettivo: far sembrare quei Blancpain rielaborati abbastanza americani.
La storia, a questo punto, si fa piuttosto nebulosa. Sta di fatto che da questa nebbia, oggi, Bulova esce con una interazione del sul Mil-Ships che tanto interesse aveva destato alla sua uscita quattro anni fa. Una iterazione con alcuni aggiornamenti che rendono questo orologio, a parer mio, più interessante di quello del 2021.
Il Mil-Ships del 2025
Come sempre lascerò la maggior parte delle informazioni tecniche alle didascalie. Quello che mi preme evidenziare qui riguarda il lavoro fatto sulla cassa, che si esprime sostanzialmente in due dettagli: l’impiego del bronzo e la misura delle anse.
Del bronzo è presto detto. Se è vero che il Mil-Ships del 2021 si proponeva di essere una riedizione molto fedele dell’orologio di 65 anni prima, è stata naturale la scelta della cassa in acciaio. Il bronzo, però, è materiale marino e nautico per eccellenza, quindi perfetto per una collezione come questa che ha un’eredità subacquea incontrovertibile. Se poi ci aggiungiamo la tendenza del bronzo, che conosciamo, ad assumere una patina originale con il passare del tempo e con l’esposizione all’aria, alla luce, all’acqua, al sudore, ecco un altra goduria per i nerd a caccia dell’unicità in ogni orologio.
Sulle anse, invece, c’è qualcosa in più da dire. Nella versione precedente avevano una larghezza di 16 mm. Combinati con i 41 mm di diametro e i 15 di spessore della cassa, rendevano quel Mil-Ships un po’ “macrocefalo”, quasi sgraziato. Si trattava di preservare le dimensioni originali dei prototipi degli anni ’50, ma quell’estetica fece storcere un po’ il naso ai nerd più che ai puristi. La nuova versione ha portato la larghezza a 18 mm. Non una grande modifica, ma quei 2 mm in più fanno la differenza. Ho provato l’orologio al polso; sia visivamente (forse c’entra anche il bronzo, boh?), sia come vestibilità, il passaggio da 16 a 18 ha fatto bene al Mil-Ships, decisamente più equilibrato in questa nuova veste. Brava Bulova ad ascoltare i commenti degli appassionati.
Equilibrato anche nel prezzo
Vedremo se costoro apprezzeranno il fatto che il Brand, oltre che per l’uso del materiale della cassa, si è discostato dall’originale anche per il colore. Non più il nero ma questa volta un blu, più contemporaneo, affiancato da una versione color verde bosco. Qualcosa di più moderno ma sempre in linea con l’heritage militare dell’orologio. Indossati entrambi, personalmente trovo che quello blu abbia maggior carattere. Poi, de gustibus… In ogni caso, nella scelta del colore non influisce il prezzo: entrambe le referenze costano 890 euro.
Bulova festeggia così i 150 anni dalla fondazione con uno dei modelli più caratteristici della propria storia, legato alla ricca tradizione di orologi militari. Un’edizione celebrativa che mescola con equilibrio e intelligenza elementi artigianali e storici del mondo militare di riferimento con la tecnologia moderna. Anche oggi la collezione Mil-Ships, in onore allo scopo per cui Bulova creò l’originale, è sinonimo di precisione, resistenza e innovazione, valori che hanno definito il Marchio per oltre un secolo e mezzo. A una cifra più che abbordabile. Di questi tempi, è un dettaglio che può fare la differenza tra l’entrare in negozio e comprare, oppure passare, dare un’occhiata sconsolata e frustrata in vetrina ai cartellini dei prezzi (quando ci sono…) e tirare dritto.