Attualità

Seiko, tre Prospex e 60 anni sotto i mari

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Il 2025 dell’orologeria è fitto di ricorrenze e festività quasi quanto il calendario giapponese, che a noi occidentali dà l’impressione di essere una sfilza di celebrazioni, intervallata qua e là da giorni lavorativi. A consolidare il trinomio orologi-ricorrenze-Giappone, quest’anno c’è anche Seiko, che nel 2025 ricorda con la linea Prospex i 60 anni dalla creazione del suo primo orologio subacqueo. Correva infatti il 1965 quando il marchio nipponico presentò il Diver 150m, che sarebbe poi passato tra gli appassionati e gli addetti ai lavori con il nomignolo di 62MAS.

Naturalmente a Tokyo non si sono fatti sfuggire l’occasione di dedicare alla ricorrenza la bellezza di tre nuovi diver. Non si tratta solo di marketing. L’occasione andava commemorata poiché, all’epoca, il 62MAS fu per Seiko un traguardo importante e cercato con ostinazione, specialmente perché i vertici del colosso giapponese sapevano di essere in ritardo rispetto all’Europa nel settore del diver, fiorito già da alcuni anni. Il divario andava colmato per molte ragioni.

Sicuramente per entrare in un segmento di mercato in rapidissima crescita, per il diffondersi della subacquea sportiva a fianco di quella professionale. Ma anche e soprattutto per dimostrare che il Giappone, in piena rinascita dopo la devastazione del secondo conflitto mondiale, si avviava a diventare una potenza tecnologica con cui l’Europa e gli Stati Uniti avrebbero dovuto presto fare i conti. Anche in orologeria.

La competizione sui primi diver

Già da un decennio abbondante, il mercato degli orologi subacquei era stato aperto dalla competizione innescatasi tra Blancpain e Rolex, nel biennio cruciale 1953-’54. Risale infatti al 1953 la nascita del Fifty Fathoms di Blancpain, creato su specifiche militari per la Marina militare francese e destinato ai suoi uomini rana. Un percorso iniziato un anno prima con la fondazione di una compagnia di immersione legata alle forze speciali transalpine, chiamata Nageurs de Combat – ossia sommozzatori da combattimento -, da parte di due ufficiali della Marina francese, Robert Maloubier e Claude Riffaud.

È invece del 1953 lo sviluppo della referenza 6204 di Rolex, poi conosciuta solo come Submariner. Fu il primo vero diver sviluppato dal Brand dopo che, nel 1926, aveva presentato la celebre cassa Oyster, la prima a essere resistente alla polvere e all’acqua. La referenza 6204 ebbe poi la presentazione ufficiale nel 1954, durante la fiera di Basilea.

Si inserì dunque in questo scenario il 62MAS di Seiko, che nel 1965 segnò il debutto del Marchio nipponico tra gli abissi. Sessant’anni da festeggiare in grande: come ho scritto poco fa, la ricorrenza merita tre nuovi orologi, tutti in edizione limitata e tutti della collezione Prospex. Naturalmente diversificati, poiché si tratta della linea che ospita i diver di Seiko: da quelli più basici e amatoriali alle referenze professionali di alta gamma. A quest’ultimo gruppo, che il Brand chiama Marinemaster e che rappresenta la serie di punta per gli orologi subacquei, appartiene la referenza più pregiata delle tre, il Prospex Marinemaster Professional Seiko Diver’s Watch 60th Anniversary Limited Edition.

Un Prospex estremo

Si tratta del più estremo e tecnico dei tre orologi, progettato per immersioni in saturazione fino a 600 metri. La cassa è imponente, come ci si aspetta da un diver professionale – 45,4 mm di diametro per 16 mm di spessore – ma è progettata per massimizzare il comfort, come potete leggere nelle didascalie. Un subacqueo pensato per mettere in primo piano le prestazioni, ma per il quale Seiko non ha tralasciato di lavorare sull’estetica, come in generale fa all’interno della collezione Prospex.

Per gli amanti della bellezza, l’orologio ha un interessante quadrante decorato con un motivo a onde e una sfumatura di blu che diventa più intensa mano a mano che, dal centro, si sposta verso il bordo esterno. L’idea, secondo Seiko, è quella di richiamare le tonalità del mare profondo. In linea di massima, il motivo a onde sul quadrante di un diver mi farebbe esclamare «Avanguardia pura!», come Amanda Priestley di fronte al floreale per la primavera, ma in questo caso ammetto che è davvero ben eseguito.

Ciò che però, a mio avviso, è il plus di questo Seiko Prospex, non si vede. Perché sta nella cassa. È il movimento, il calibro automatico 8L45, evoluzione dell’8L35 sviluppata sulla base del calibro Grand Seiko 9S65. Una scelta che definisce da sola il valore dato dal Brand a questo orologio. È un movimento con tutti i crismi dell’eccellenza che derivano dalla radice comune di Grand Seiko, e che equipaggia anche i nuovi King Seiko VANAC. Accreditato di un’accuratezza di marcia tra -5/+10 secondi al giorno, lavora a 28.800 alternanze/ora, ha un’autonomia di 3 giorni e si avvale del sistema antiurto proprietario Seiko Diashock.

L’eredità degli anni ‘60

Detto del Marinemaster, Seiko non ha certo riservato un trattamento meno accurato alle altre due referenze celebrative. Si tratta del Prospex 1968 Heritage Diver’s GMT Watch e del Prospex 1965 Heritage Diver’s Watch, entrambi accomunati dalla dicitura Seiko Diver’s Watch 60th Anniversary Limited Edition, la stessa del Marinemaster di cui sopra. 

Come si intuisce facilmente dai nomi, si tratta di edizioni ispirate a due modelli degli anni ’60. Il primo lo abbiamo già visto, è il 62MAS del 1965, il secondo è un diver di tre anni dopo. Al 62MAS, Seiko ha già dedicato di recente altre referenze, perché è stato davvero una pietra miliare nella storia del Marchio. Aveva nella cassa un calibro meccanico automatico ed era garantito impermeabile fino a 15 bar, un’ottima prestazione per l’epoca. Un’affidabilità che gli valse la “convocazione” per le missioni che il Giappone condusse in Antartide negli anni ’60, epoca di grande fervore esplorativo. 

Il diver del 1968 fu invece un salto in avanti rispetto al precedente, per tre motivi. Incassava un calibro automatico ad alta frequenza (era quello il periodo delle grandi sfide tra le manifatture a colpi di 5 Hertz); aveva un’impermeabilità aumentata a 30 bar; aveva la corona al 4. Quest’ultimo dettaglio, pensato per minimizzare il rischio di urti contro scogli o coralli con conseguente rottura o allentamento della corona, divenne poi uno standard di design ampiamente utilizzato nei diver.

La forza del Prospex e la forza di Seiko

Lasciando qualche dettaglio in più alle didascalie, segnalo che questi due Prospex hanno anch’essi il quadrante con motivo a onde, uno blu e uno argentato. Entrambi incassano un calibro della famiglia 6R, quello blu con la funzione Gmt a renderlo ulteriormente prezioso sia nella meccanica, sia nell’estetica.

Come ho scritto poco sopra, tutti questi tre Seiko Prospex sono in edizione limitata: 600 pezzi per il Marinemaster, 6.000 per gli altri due. Con dei prezzi che vanno di conseguenza: la referenza più preziosa costa 4.900 euro, il Gmt 1.900 euro, 1.500 la versione con quadrante argentato. Prezzi perfettamente in linea con i listini del Brand, relativamente al posizionamento di ciascuno degli orologi.

Ed è un po’ questa, oggi, la forza di Seiko. In un mercato dell’orologeria che vede inesorabilmente spostarsi verso l’alto i cartellini, il Marchio giapponese riesce a presidiare in maniera efficace diverse fasce di prezzo, specialmente quelle del medio di gamma che si stanno spopolando. Quando scrivo “in maniera efficace” mi riferisco principalmente al rapporto qualità-prezzo sempre ottimo che caratterizza i diver del Brand.

È vero che Seiko può contare su una potenza industriale capace di sfornare volumi inavvicinabili per la maggior parte delle case svizzere, contenendo così i prezzi a listino. Non è neppure banale, però, riempire di referenze il proprio catalogo mantenendo inalterato quello che gli inglesi chiamano “money for value”. Seiko ci riesce perché non sacrifica la qualità alla quantità. Non è solo questione di capacità industriale, qui c’entrano anche visione, programmazione, strategia per affrontare al meglio i marchi concorrenti. Del resto sono giapponesi: 80 anni fa ci sono volute due bombe atomiche per fiaccarli, credete che si spaventino per qualche semestre debole del mercato dell’orologeria?