Coco watch: gli orologi di Mademoiselle. O, se preferite, Mademoiselle e gli orologi. Ma una premessa è d’obbligo. Gabrielle Chanel non amava gli esemplari femminili del suo tempo: troppo piccoli e leziosi, li chiamava “microbi”. Preferiva invece quelli da uomo, più coerenti con l’idea di vestire le donne con abiti e accessori presi in prestito dal guardaroba maschile. E anche nel Dopoguerra – ormai âgé – continuò a prediligere i grandi modelli Swiss made, che indossava insieme ai bracciali bianchi e che spesso regalava agli amici. Non per niente era andata a vivere in Svizzera.
Ma al di là del rapporto personale con il mondo delle lancette, Mademoiselle non avrebbe certo immaginato che un giorno lei stessa sarebbe diventata il soggetto di diversi esemplari. La sua figura, la sua immagine è infatti protagonista di alcuni nuovi modelli di Chanel Horlogerie, che per amor di sintesi definisco appunto Coco watch. Chiaro, nessuno può sapere quale sarebbe stata la sua reazione se li avesse visti. Magari li avrebbe liquidati con una battuta feroce. Ma io voglio credere che le sarebbero piaciuti.
Tutto è cominciato nel 2017, quando è uscita la prima serie del Mademoiselle J12. Un orologio (anzi due: uno bianco e uno nero, secondo i codici cromatici della collezione) ironico eppure serissimo, che faceva riferimento alla storia dell’orologeria. Chiaramente ispirato allo storico Mickey Mouse di Ingersoll, invece del personaggio di Disney riportava al centro del quadrante la silhouette di Mademoiselle Coco. In divisa d’ordinanza – tailleur bouclé, décolleté bicolori e paglietta –, indicava ore e minuti con le braccia, proprio come Topolino del 1933.
In edizione limitata, quel Mademoiselle J12 andò subito esaurito. Ma oggi la stessa effigie rivive nel Coco Clock, un prezioso orologio da tavolo disegnato (come il predecessore) dallo Studio Creativo Chanel. Ovvero da Arnaud Chastaingt e il suo team, che si devono essere divertiti come matti a realizzarlo. Sul quadrante in ossidiana si staglia la figurina di Mademoiselle, completamente tempestata di diamanti e con tre mini-perle (vere) ai polsi e all’orecchio. Ad animarla, un calibro a carica manuale, squelette, di manifattura.
Non paghi della pendulette, i tecnici di Chanel si sono fatti prendere la mano e hanno creato un’intera collezione di Coco Watch. La stessa immagine, in versione 3D, appare infatti nel Sautoir Coco, in cui Mademoiselle diventa un ciondolo appeso a una collana in oro bianco con perline di onice e diamanti. In pratica si tratta di una bambolina in oro, interamente incastonata di diamanti “a neve”, ornata di profili di smalto e di quattro perle Akoya. In questo caso però la paglietta si solleva per rivelare il quadrante di un piccolo orologio, che mostra l’orario solo a chi indossa la collana. Il massimo della discrezione.
Ma non è finita qui. Ulteriormente rimpicciolita nelle dimensioni, la figuretta di Gabrielle Chanel ritorna anche nel nuovo Mademoiselle J12 Acte II. Seguito ideale dell’esemplare di tre anni fa, trasporta l’immagine dal quadrante alla corona, cui è sospesa a mo’ di charm. Anche in questo caso forgiata in oro bianco, la micro Coco (misura circa un centimetro e mezzo d’altezza) è letteralmente vestita di diamanti, dalla testa ai piedi. Sì, perché lo spirito dei Coco watch sarà anche ludico, ma la collezione di Coco watch è destinata solo a poche, fortunatissime signore.
E non si può concludere il novero dei Coco watch senza citare almeno il Mademoiselle Privé Bouton Camée: in cui il profilo del viso è inciso come un cammeo, a bassorilievo, nella pietra dura. Vero, lì il ritratto è più realistico, l’intento più serio. Ma il fatto che Gabrielle Chanel ritorni in tanti orologi ci fa capire quanto la sua immagine sia ormai un simbolo, presente nella memoria collettiva. Potrei dire un’icona del nostro tempo, se volessi usare un termine trito e ritrito (di cui sinceramente non se ne può più). Preferisco invece definirla così: un personaggio della mitologia contemporanea.