Il 2025 è un anno importante per Patek Philippe, per tutta l’orologeria e per gli appassionati di orologi. Nel 1925, esattamente un secolo fa, la Maison ginevrina presentava il suo primo orologio da polso con calendario perpetuo, la Referenza 97975. Badate bene all’espressione “da polso”, perché il movimento che quel modello alloggiava era già stato utilizzato e brevettato per un esemplare da donna, un pendente, nel 1898. L’anniversario dei 100 anni è quindi una motivazione più che buona per riproporre alla vostra attenzione il Patek Philippe 5320G-011 Calendario Perpetuo del 2022, che quando uscì andò a sostituire l’omonima referenza presentata nel 2017, con la stessa affissione ma una meccanica aggiornata e un altro colore di quadrante.
Un ulteriore stimolo a trattarlo giunge proprio dal quadrante color salmone, di cui vi abbiamo parlato in più di una precedente occasione, e oggi ancora assolutamente di tendenza. Una colorazione definita ufficialmente dalla Casa “rosa dorato opalino”. Unita alla sottile cassa monoblocco in oro bianco e al cristallo zaffiro bombato (a box) che ricorda gli orologi con vetro in esalite di una volta, questa cromia esalta l’eleganza del Patek Philippe 5320G-011 Calendario Perpetuo. Un dress watch che, messa da parte ogni retorica, può considerarsi davvero senza tempo. Eterno appunto, come il suo calendario.
I precedenti del Patek Philippe 5320G-011
Se si guarda all’estetica del Patek Philippe 5320G-011, in realtà, si colgono una serie di stili e stilemi che appartengono alla tradizione e alla storia della Maison stessa. Un po’ come se Patek Philippe avesse volutamente recuperato – riguardo all’affissione e all’abbigliamento – dettagli tipici del proprio passato e li avesse tra loro miscelati per comporre qualcosa di nuovo.
A cominciare proprio dalla configurazione, particolarmente leggibile e amata dai collezionisti. Il display infatti si rifà al primo esemplare da polso con calendario perpetuo prodotto in serie dalla Manifattura: la Referenza 1526 del 1942. Realizzata in 210 pezzi, presentava un identico lay-out. Stesse finestrelle affiancate a ore 12, per il giorno della settimana e il mese, stesse fasi di luna a ore 6, coassiali al datario a lancetta.
Riguardo allo stile del quadrante, invece, diretto predecessore dovrebbe essere un pezzo unico. Un orologio d’ispirazione militare, oggi esposto al Patek Philippe Museum di Ginevra e appartenuto a un Maharaja, che lo indossava – si racconta – durante le partite di polo nell’India coloniale. Ovvero la Referenza 1591 del 1944, con cifre arabe dipinte e lancette azzurrate a siringa, entrambe riempite di materiale luminescente. Questo esclusivo modello in acciaio rimase sconosciuto fino al 1996, quando apparve per la prima volta all’asta. L’ultima volta fu venduto da Christie’s nel 2007 e aggiudicato per oltre due milioni e mezzo di franchi svizzeri.
Quindi il design della cassa Art Déco, reso unico dalla presenza delle particolari anse “a gradini”. Sottili, eleganti e arcuate, hanno una godronatura che riprende quelle della Referenza 2405. Un semplice esemplare “solo tempo” caratterizzato proprio dalle anse “a griffe” godronate. E datato sempre anni Quaranta, epoca di grande vivacità nella progettazione orologiera.
Il calibro 26-330 S Q
Della cura riposta nella realizzazione della cassa e di ogni altro elemento del Patek Philippe 5320G-011 Calendario Perpetuo, preferisco siano le didascalie e le immagini sopra a parlare. Qui voglio spendere qualche parola sul movimento di manifattura, il Calibro 26-330 S Q, con rotore di carica unidirezionale in oro 21 carati, secondi centrali e autonomia di 45 ore circa. Si basa sul calibro 324, cui i tecnici hanno aggiunto un modulo da 1,65 mm che integra il calendario perpetuo attraverso il datario a lancetta, il giorno della settimana e il mese mostrati appunto nelle due finestrelle.
Anche riguardo alle caratteristiche tecniche del movimento vi rimando alle didascalie. Mi soffermo però su un paio di dettagli qualificanti del Calibro 26-330 S Q, che appartengono alla tecnologia della Casa. Prima di tutto il bilanciere Gyromax®: brevettato da Patek Philippe nel 1949, è un bilanciere a inerzia variabile che permette una regolazione fine grazie alla presenza di cilindretti “tagliati”, fissati un tempo sulla massa anulare e ora sui quattro bracci. Basta ruotare il taglio dei cilindretti verso l’interno o l’esterno del bilanciere stesso per variarne il momento di inerzia. E quindi giocare sull’antipico o sul ritardo.
L’altro elemento da citare è la spirale Spiromax® in Silinvar, un materiale a base di silicio. Anche questa brevettata, ma in tempi molto più recenti – nel 2006 -, è stata sviluppata dal dipartimento Patek Philippe Advanced Research. Oggi sono in tanti a utilizzare una spirale in silicio, ma vi assicuro che – al momento del lancio – la spirale Spiromax fece scalpore, tanto apparve rivoluzionaria. Risultava del tutto amagnetica, compensava gli sbalzi di temperatura, non aveva bisogno di lubrificazione, era insensibile ai piccoli urti. Per farla breve migliorava notevolmente l’isocronismo del bilanciere.
Se si guarda il Calibro 26-330 S Q con attenzione attraverso il fondello in vetro zaffiro, il bilanciere Gyromax® con la spirale Spiromax® saltano subito all’occhio. Ma ciò che colpisce è la bellezza, l’armonia del movimento nella sua interezza, sublimato da un livello di finiture al limite della perfezione. Al di là dell’estetica, comunque, la peculiarità della funzione calendario perpetuo merita qualche cenno.
Cos’è il calendario perpetuo?
È un complesso meccanismo. Una delle complicazioni più affascinanti che si possano osservare in un orologio meccanico. È anche una delle più costose. Un calendario perpetuo tiene infatti conto dei mesi composti da 28, 29, 30 e 31 giorni e degli anni bisestili – quelli che, ricorrendo con periodicità quadriennale, hanno il mese di febbraio di 29 giorni anziché di 28. Mi spiego meglio.
Il Patek Philippe 5320G-011 Calendario Perpetuo passa direttamente dal 30 aprile al 1° maggio, dal 30 settembre al 1° ottobre, dal 28 febbraio al 1° marzo. “Sa” cioè da quanti giorni è composto ogni mese dell’anno e adegua gli scatti di data. In un calendario di tipo tradizionale, il cosiddetto calendario completo, la correzione del giorno in funzione del mese, non senza fastidio, spetta invece a voi. Non è finita: sempre il Patek Philippe 5320G-011 Calendario Perpetuo sa se l’anno in corso è bisestile o meno, andando a segnare il giorno 29 dopo il 28 febbraio, per poi passare al 1° marzo.
Di solito la prima regolazione (dall’acquisto) va eseguita a mano. Ma, dopo aver impostato correttamente il mese, il giorno della settimana e la data, il capolavoro di Patek farà tutto al vostro posto. A patto che resti sempre carico, indicherà correttamente il giorno fino al 28 febbraio del 2100, anno secolare che il calendario gregoriano, a cui noi facciamo riferimento, non considera bisestile. Sì, avete capito perfettamente: oggi comprate il Patek Philippe 5320G-011, ne regolate il calendario e, se sarete attenti a non farne mai arrestare la marcia, non dovrete più toccarlo per i prossimi 75 anni. Voi o chi per voi, magari i vostri eredi.
Infine, meritano un cenno le piccole finestrelle circolari che si osservano a ore 4:30 e 7:30. Indicano rispettivamente il ciclo degli anni bisestili (con i valori 1, 2, 3 e 4) e l’alternanza giorno/notte, passando dal bianco al blu scuro.
Il meglio delle fasi lunari
Potevano nella Manifattura ginevrina fermarsi a questo? Direi proprio di no. Perché, come scrivevo sopra, il Patek Philippe 5320G-011 indica anche le fasi lunari. E non lo fa in maniera basica, ma affidandosi a una soluzione meccanica tanto elegante e sofisticata da permettere al fortunato proprietario di dover correggere lo scarto di un giorno rispetto al ciclo lunare effettivo soltanto ogni 122 anni. Più perpetuo di così…
Due parole per farvi capire quanto diverso è il dispositivo delle fasi lunari del Patek Philippe 5320G-011. La gran parte degli orologi meccanici dotati di calendario perpetuo accusano lo scarto di un giorno ogni 3 anni. Il miglioramento è reso possibile dall’utilizzo di una ruota a 135 denti, che garantisce una precisione ben maggiore rispetto alla consueta ruota a 59 denti. Ora, è difficile che da qui ai prossimi decenni, il vostro Patek Philippe 5320G-011 Calendario Perpetuo non si fermi mai. Dovreste sempre indossarlo o riporlo in una scatola con caricatore integrato. Però, il valore ingegneristico di un calendario perpetuo così concepito resta fuori discussione e giustifica ampiamente il prezzo a cui l’orologio è venduto.
Patek Philippe 5320G-011 Calendario Perpetuo: conclusioni e prezzo
Chi desidera un orologio Patek Philippe, per giunta un calendario perpetuo, non fa tanto caso al prezzo. Il Patek Philippe 5320G-011 Calendario Perpetuo va interpretato come il risultato di un secolo esatto di tradizione e ricerca. E in questo senso potrebbe anche costare di più di quanto effettivamente costa: 104.424 euro. Non farebbe una grinza.
Il Patek Philippe 5320G-011 è un orologio che non lascia nulla al caso, curato in ogni dettaglio interno ed esterno, e può considerarsi a tutti gli effetti un investimento. Il color salmone del quadrante, come anticipato nell’introduzione, si sposerà da qui all’eternità (è proprio il caso di dirlo) con un carattere vintage ed elegante.
Vi lascerei però con un’ultima riflessione: non tanto sul prezzo in assoluto, quanto sull’incremento che di questo la referenza ha subito dall’anno del lancio, il 2022. Si sa, il prezzo dell’oro è ormai alle stelle, ma se all’uscita il Patek Philippe 5320G-011 costava 84.700 euro, oggi per portarselo a casa occorre spendere 20mila euro in più.