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Balance 2: prova al polso e confronto con l’Amazfit Balance

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Ci sono evoluzioni che somigliano a una rivoluzione silenziosa. Il 2025 ha segnato infatti un punto di svolta per Amazfit: con Balance 2 e T-Rex 3 Pro, la Casa cinese affina due prodotti molto diversi – quasi opposti – ma che condividono una stessa filosofia. Quella secondo cui la tecnologia non deve scegliere tra design e resistenza, tra comfort e prestazione, tra vita quotidiana e avventura.

Il Balance 2 è il più “urbano” dei due: un orologio intelligente, curato, preciso, che misura tutto ciò che serve, senza mai farsi invadente. Il T-Rex 3 Pro, invece, è la faccia ruvida del Marchio: nasce per chi non ha paura del fango, delle escursioni termiche o di qualche graffio in più, ma oggi evolve in uno strumento sportivo davvero completo, capace di parlare agli atleti veri senza rinunciare alle funzioni smart.

Li ho messi personalmente alla prova a lungo, alternando scrivania e sentieri, città e campagna. Ecco com’è andata.

Balance 2: la forma che si allena

C’è un momento, anche nel settore degli smartwatch, in cui la crescita non si misura più con le specifiche, ma con le sensazioni. Il Balance 2 per Amazfit rappresenta esattamente questo momento: un prodotto che non cerca di stupire con effetti speciali, ma tende a perfezionare tutto ciò che già funzionava bene nel primo Balance, come potete leggere qui. È il classico prodotto che non cambia la ricetta, la migliora. E al polso, si sente subito.

Il Balance 2 riprende l’estetica sobria del predecessore, ma con materiali e proporzioni più “importanti”. La cassa raggiunge i 47,4 mm di diametro e adotta un vetro zaffiro al posto del vetro temperato del Balance originario. È una scelta che cambia tutto: maggiore resistenza ai graffi, una trasparenza più profonda e quel tocco “premium” che lo avvicina agli orologi tradizionali.

Anche la costruzione è più solida. Lega di alluminio con fondello in polimero rinforzato e impermeabilità fino a 10 atm (contro i 5 del modello precedente) lo rendono pronto anche per mare, piscina e immersioni. C’è poi la certificazione MIL-STD-810G (lo standard militare, o meglio definito dal Dipartimento della Difesa statunitense) che lo garantisce capace di affrontare gli ambienti più difficili, in quanto a temperature estreme, umidità, cadute e vibrazioni.

Nonostante l’aumento di robustezza, il Balance 2 resta comunque leggero: 42 grammi (senza cinturino). È un orologio che si dimentica addosso, anche dormendoci.

Il display AMOLED da 1,5″, con una risoluzione di 480×480 pixel e fino a 2.000 nits di luminosità, assicura un’ottima leggibilità anche sotto il sole. Un salto notevole rispetto al Balance originale, dove qualche riflesso disturbava ancora la visione.

Hardware e sensori: precisione e potenza in equilibrio

Sotto la scocca del Balance 2 batte il nuovo BioTracker 6.0 PPG, sensore sviluppato “in casa” per misurare frequenza cardiaca, ossigenazione del sangue, stress, variabilità del battito cardiaco e temperatura. È più preciso del sensore montato sull’originale, soprattutto durante gli allenamenti intensi, e lavora in sinergia con il barometro capace di calcolare la profondità in immersione fino a 45 metri sott’acqua.

In più ha un sistema di localizzazione GNSS dual-band compatibile con sei costellazioni satellitari che migliora la precisione anche nei percorsi cittadini. Nella pratica, la differenza si sente. Mentre il Balance precedente agganciava il segnale GPS in 10-15 secondi, il Balance 2 guadagna ancora qualche secondo, e con una traccia più lineare anche in zone urbane dense.

Oltretutto il sistema è ottimizzato per consumare meno: merito del processore HS3 e del nuovo sistema operativo Zepp OS 5, che gestisce le risorse in modo più efficiente.

Zepp OS 5: un sistema che parla di sport (e di quotidianità)

Ed è proprio nel software che si percepisce il vero salto generazionale. Zepp OS 5 è più maturo, più intuitivo, più coerente.

Le schermate sono pulite, le animazioni scorrevoli, i dati centrali a portata d’occhio. Si può bloccare lo schermo durante gli allenamenti, ingrandire le metriche con un doppio tocco, personalizzare font e densità delle informazioni, gestire tutto con gesti naturali.

È uno di quegli aggiornamenti che non cambiano solo l’estetica ma soprattutto, come già accennavo, migliorano l’esperienza d’uso.

Sport e mappe: da amatore a professionista

Le modalità sportive salgono a oltre 170, un vero salto rispetto alle 150 del predecessore, con una scelta che va dal golf al padel, fino allo ski mountaineering e al freediving. La grande novità è però la suite HYROX, con tre modalità dedicate (Race, PFT e Training, quest’ultima in arrivo entro fine anno). Amazfit, partner ufficiale della disciplina, ha costruito qui un vero ecosistema sportivo.

Anche il comparto cartografico è stato potenziato: le mappe sono offline e gratuite e includono percorsi cittadini, topografici, piste da sci e campi da golf. Ma soprattutto ora mostrano anche punti intermedi sul percorso (i cosiddetti waypoint), distanza dal prossimo punto e dislivello rimanente. Strumenti che fino a poco tempo fa erano un’esclusiva dei modelli di fascia alta.

Benessere e recupero: la scienza del corpo in un punteggio

Ricordate il Readiness Score del primo Balance? Ora è stato sostituito dal BioCharge Energy Score, una metrica più sofisticata che misura in tempo reale l’energia residua ancora presente in corpo, considerando sonno, stress e carico di allenamento.

L’orologio diventa così un consigliere, non un controllore, suggerendo quando “spingere” e quando invece è più opportuno fermarsi. Anche le misurazioni sono più accurate: il battito viene rilevato ogni secondo, rendendo l’analisi del ritmo cardiaco più affidabile.

Compatibilità Stryd: la corsa “scientifica”

Il Balance 2 ha guadagnato anche la compatibilità con i sensori Stryd, molto amati dai runner professionisti. In pratica, collegando uno di questi piccoli sensori al proprio orologio, è possibile ottenere dati molto più dettagliati sulla corsa: non solo ritmo e distanza, ma anche la potenza di corsa, cioè quanta energia si sta usando passo dopo passo.

Il sistema misura persino come il corpo si muove: quanto tempo ogni piede rimane a contatto con il terreno, quanta “spinta elastica” si genera e se c’è una differenza tra la gamba destra e la sinistra. Tutte informazioni che aiutano a migliorare la tecnica, a gestire meglio la fatica e a prevenire gli infortuni.

È un aggiornamento importante, perché per la prima volta un Amazfit offre strumenti di analisi della corsa paragonabili a quelli dei marchi dalla pura vocazione sportiva.

Assistenti vocali e funzioni smart: addio compatibilità Amazon, benvenuta fluidità

Qui si nota una divergenza filosofica tra i due Balance. Il primo integrava Alexa, insieme a Zepp Flow, l’assistente proprietario che oggi parla anche italiano. Il Balance 2 rinuncia invece ad Alexa per puntare tutto su Zepp Flow, ora più rapido e integrato nel sistema.

È una perdita per chi vive in un ecosistema Amazon, ma un guadagno in fluidità generale: Zepp Flow reagisce istantaneamente, riconosce comandi vocali complessi e controlla musica, allarmi e impostazioni.

Sul fronte smart, il Balance 2 offre Zepp Pay (compatibile con Curve e alcune banche afferenti al circuito MasterCard), chiamate Bluetooth a due speaker, musica e podcast offline, e la possibilità di installare mini-app.

Autonomia: sempre più instancabile

Il primo Balance era già un maratoneta, superando con disinvoltura le due settimane di utilizzo – un risultato che molti smartwatch blasonati si sognano ancora oggi. Era uno dei motivi per cui ci si affezionava al Balance: lo si indossava, lo si usava, e quasi ci si dimenticava di doverlo ricaricare.

Con il Balance 2, Amazfit ha voluto conservare quella sensazione di libertà, ma spingendola ancora un po’ più in là. La batteria, più capiente, e il nuovo processore, abbinato a Zepp OS 5, lavorano in modo più efficiente e costante. Il risultato? L’orologio garantisce fino a 21 giorni con un uso tipico e, anche nel concreto, mantiene la promessa: nel mio test ho superato tranquillamente i 17 giorni di autonomia.

C’è poi la modalità Ultramarathon, introdotta con uno degli aggiornamenti firmware più recenti, pensata proprio per le imprese di resistenza. Con GPS continuo e sensori sempre attivi il Balance 2 arriva a circa 33 ore, mentre scegliendo la modalità di risparmio energetico può spingersi fino a 67 ore di tracciamento.

Balance 2: un upgrade vero, con identità sportiva

Rispetto al predecessore le differenze sono evidenti: materiali premium, autonomia migliorata, fluidità del software, navigazione evoluta e metriche da sportwatch di fascia alta.
Solo chi usa Alexa sentirà la mancanza dell’integrazione con l’ecosistema di Amazon. Tutti gli altri, invece, scopriranno uno smartwatch completo, preciso, piacevole da usare – e sorprendentemente difficile da togliere dal polso.

Prezzo consigliato: 299 euro (anzi, 299,90, per essere precisi) con due cinturini sportivi, in silicone arancione e nero, inclusi nel packaging.
E che dire del T-Rex 3 Pro? Ne riparleremo presto. Prestissimo… continua