Mettendo mano a questo articolo sul nuovo Patek Philippe 4946R-001 e sul suo fratello maggiore 4947/1A-001, ho ripensato a un passaggio di una conversazione che ho avuto di recente con il grande Aurel Bacs, consulente della casa d’aste Phillips e tra i massimi esperti di orologeria al mondo. Perché, tra i molti argomenti toccati, abbiamo parlato anche di che cosa, tra gli orologi, può essere considerato “un classico”. Secondo lui, classico non significa per forza “datato”: è in realtà un concetto molto soggettivo che si applica anche – e soprattutto, dico io – a pezzi moderni o contemporanei. Ed ecco il perché della lampadina che si è accesa.
All’ultimo Watches and Wonders, il Patek Philippe 4946R-001 ha rivitalizzato il celebre Calendario Annuale, inventato e brevettato dalla Manifattura nel 1996 con la Ref. 5035J. Un orologio che non solo a mio parere (modesto e irrilevante), ma anche per come la vedono gli esperti, gli appassionati e quelli che ci capiscono sul serio, è davvero “un classico”, nonostante compirà solo 30 anni nel 2026. Un classico che nel 2021 Patek Philippe aveva vestito di blu e di acciaio e che la scorsa primavera, nei padiglioni ginevrini, ha indossato un abito marrone e oro rosa.
Nelle prossime righe parlerò sostanzialmente del più recente arrivato, il Patek Philippe 4946R-001, ma, senza che diventiate strabici, è come se parlassi anche del 4947/1A-001. Tra i due c’è solo, si fa per dire, un cambio d’abito.
Il Patek Philippe 4946R-001 e l’arte del tessuto
Il Patek Philippe 4946R-001 è l’esempio perfetto di ciò che accade quando si parla di orologi di alta gamma: il bello sta fuori e sta dentro, c’è chi apprezza l’estetica, chi la meccanica e chi non si accontenta e non concepisce l’una staccata dall’altra. Nel caso di questo orologio, l’estetica parla di un abbinamento cromatico tra marrone e oro rosa che è molto contemporaneo, almeno quanto lo era quattro anni fa quello tra l’acciaio e il blu del 4947/1A-001. A unire le due referenze c’è la particolare lavorazione del quadrante, che Patek Philippe chiama “shantung”.
Io che sono ignorante in materia mi sono rivolto a mia moglie, molto più esperta di me in termini di tessuti e filati: mi ha spiegato esattamente ciò che trovate su Google inserendo la parola shantung. Ossia che si tratta di un tessuto di seta selvaggia, in tinta unita, con una superficie ruvida e irregolare, dall’aspetto grezzo. Per quelli che, come ho scritto sopra, prediligono l’estetica, questa lavorazione del quadrante è il pezzo forte del Patek Philippe 4946R-001. Guardandolo da vicino a Watches and Wonders, la doppia satinatura orizzontale e verticale mi ha dato proprio l’impressione plastica della trama e dell’ordito.
Qualcuno vi parlerà, come al solito, dei riflessi cangianti della luce che lo colpisce. Lasciate dire, è marketing. Ciò che conta è la realizzazione sopraffina che trasforma davvero il quadrante in un tessuto. E pazienza se non è fatto a mano da ineffabili artigiani certosini: il risultato materico unito al caldo del marrone rendono questo orologio unico nel suo genere. Anche perché il marrone prosegue nel cinturino in vitello con motivo denim e cuciture a contrasto color crema, che dà coerenza all’intero orologio.
Chiaro e pulito
Naturalmente il quadrante non è solo colore e finitura. È principalmente leggibilità, come da sempre è il Calendario Annuale di Patek Philippe. Le lancette delle ore e dei minuti – a forma di foglia, in oro rosa e con materiale luminescente – dialogano con una scala delle ore caratterizzata da numeri arabi applicati anch’essi in oro rosa. La sottile lancetta dei secondi centrali si estende ben oltre la scala delle ore e fluttua sopra uno chemin de fer di grande classicità.
I contatori nella parte superiore del quadrante indicano il giorno della settimana (a ore 9) e il mese (a ore 3). L’indicazione del giorno del mese è lasciata a una finestrella a ore 6 con il disco data bianco. I puristi diranno che il bianco stacca troppo rispetto al resto del quadrante; io dico che farlo tono su tono avrebbe “annegato” il giorno del mese rendendolo illeggibile. Un non senso per un Patek Philippe.
Il bilanciamento della disposizione dei contatori si chiude con la finestra delle fasi lunari a ore 6, dove c’era il contatore delle 24 ore nella Ref. 5035J del 1996. La manifattura sviluppò il primo orologio con fasi lunari nel 1925, noto come Perpetual Calendar 97975. Il Patek Philippe 4946R-001 combina il design originale della complicazione delle fasi lunari con eleganti innovazioni e con la facilità d’uso tipica delle referenze della Maison ginevrina. Infatti, supponendo che l’orologio sia sempre carico, la data dovrà essere regolata solo una volta all’anno, il 1° marzo, non avendo lo scatto automatico dal 28 febbraio. L’indicatore delle fasi lunari presenta uno scarto di un solo giorno ogni 122 anni rispetto al vero ciclo lunare. Quattro correttori posizionati sulla cassa, due per lato, facilitano la regolazione dei contatori tramite uno stilo apposito.
Oro e marrone
A proposito di cassa, ho anticipato sopra il materiale, oro rosa. Chi si ricorda del 4947/1A-001 avrà capito che parliamo di un diametro di 38 mm, misura perfetta per inquadrare il Patek Philippe 4946R-001 tra gli orologi che fuggono dall’apparenza e dall’ostentazione. Sia nella precedente versione in acciaio sia in questa, la cassa è splendidamente rifinita e sinuosa. La impreziosiscono molti dettagli sottili che arricchiscono l’aspetto generale dell’orologio.
Ad esempio, il vetro zaffiro ha un bordo smussato che si assottiglia verso la lunetta, un particolare che può sembrare insignificante, ma se considerato insieme a numerosi altri piccoli dettagli, arricchisce l’esperienza al polso. Nonostante il carattere sobrio, la cassa è interamente lucidata a specchio, un trattamento che Patek Philippe ha eseguito alla perfezione e che non tutti gli orologi sono in grado di portare. Un po’ come un abito: blu o marrone, solo il Calendario Annuale di Patek Philippe è capace di indossarlo senza mai sfigurare.
Il calibro del Patek Philippe 4946R-001
Detto che la cassa è completata da un fondello a vista, arriviamo a ciò che da quel fondello si vede: il calibro automatico di manifattura 324S QA LU, splendidamente rifinito. I ponti sono decorati con motivo Côtes de Genève verticale e hanno i bordi smussati e lucidati. Il perlage impreziosisce la platina e abbondano le scritte dorate. La massa oscillante è realizzata in oro giallo 21 carati ed è impreziosita da Côtes de Genève circolari e dall’emblema della Maison, la croce di Calatrava.
Oltre alla finitura eccellente del movimento, sono presenti numerose raffinatezze tecniche. Lasciando i dettagli alle didascalie, per esempio, il calibro 324S QA LU è dotato del bilanciere Gyromax® di Patek, che è sostanzialmente un tipo di bilanciere a inerzia variabile in cui la lunghezza della molla del bilanciere rimane fissa. I quattro pesi a forma di C, fissati ai raggi del bilanciere, si possono ruotare in senso orario o antiorario per regolare il momento di inerzia, rendendo il movimento più veloce o più lento.
Il bilanciere Gyromax® è superiore al più diffuso bilanciere con indice regolato, poiché la molla è meno soggetta a errori di posizione. Anche la stabilità della frequenza è superiore. Patek Philippe ha posizionato i pesi inerziali sui raggi del bilanciere invece di adottare l’approccio tradizionale che prevede il fissaggio di viti al bordo esterno. Grazie a questo accorgimento, il bilanciere Gyromax® genera meno turbolenze d’aria, favorendo così la precisione di marcia del calibro.
Andare oltre il prezzo
Chiudo con il prezzo, che per la versione in oro rosa è di 55.836 euro, qualcosa meno per quella in acciaio: 52.866. E con una considerazione finale, prima di lasciarti alle didascalie. In linea con i prodotti di alta gamma, sotto la superficie di ciascun orologio della Maison si nasconde una grande sostanza. Infatti, Patek Philippe 4946R-001 non è solo bello all’esterno, ma possiede anche un’anima meravigliosa, il calibro 324S QA LU un combinato disposto che va oltre il mero valore commerciale.
Certo è che quando si parla di Patek Philippe, e in particolar modo di una collezione come la Nautilus, il tema degli investimenti, della rivalutazione dell’orologio e dei rendimenti spesso travalica il dato di fatto di avere tra le mani un orologio raffinato. Mi auguro che sia il Patek Philippe 4946R-001 sia il 4947/1A-001 non conoscano lo stesso loop del Nautilus e possano finire nelle mani di proprietari che ne apprezzano il vero valore, al di là della speculazione. È anche da questo che si riconosce un classico.