Minimal come sempre, ma con numeri e indici sul quadrante, torna la collezione dell’azienda toscana ispirata ai Sixties. Anche nelle versioni più piccole. Al femminile
Gli anni ’60 del Boom economico sono circondati da un’alone di magia positiva, rappresentata dal sorriso stereotipato delle réclame per la nuova automobile o per la gustosa crema spalmabile alla nocciola. Perché in quegli anni ogni entusiasmo era lecito, spontaneo e alla portata di tutti. Diventare imprenditore, laurearsi in medicina, far carriera nel cinema, inventarsi un lavoro nel campo della neonata industria pubblicitaria o come mannequin negli atelier di moda… Erano tutti sogni accessibili nel 1960, ma impensabili fino a dieci anni prima, a causa dei postumi dei conflitti mondiali e delle barriere sociali ed economiche.
Quell’atmosfera euforica, incarnata anche dal fenomeno Cinecittà con la Dolce Vita romana che vi ruotava intorno, torna a scandire le ore italiane (e non solo) con il Locman 1960. Ovvero una delle più riuscite rivisitazioni, in orologeria, di quell’epoca e della sua estetica, realizzata dall’azienda con sede a Marina di Campo, Isola d’Elba. Del resto anche l’Italia ha avuto i suoi Mad Men, le sue super-modelle, le attrici emergenti, i concorsi di bellezza, per non parlare dei geni del design che facevano scuola nel mondo: se c’è una decade in cui l’aggettivo “nuovo “ ha avuto un senso, è sicuramente quella dei Sixties.
Perciò può suonare strano che quello spirito innovativo oggi sia considerato la quintessenza del vintage; soprattutto nella formula neo-vintage che recupera il lato più modaiolo ed elegante di quel mood. Ma il Locman 1960 storicizza lo stile nato ai tempi del Boom con tutto il suo bagaglio di riferimenti agli iconici esemplari svizzeri (da Vacheron Constantin a Piaget); e li rivisita in chiave più italiana, semplice e prêt-à-porter, ad un prezzo decisamente accessibile. Oltretutto con grande attenzione per il pubblico femminile. Proprio in quegli anni, infatti, le donne scoprivano il fascino dell’orologio da polso come accessorio “emancipato”. Cioè al netto dei contenuti gioiello che lo avevano precedentemente traghettato nell’universo muliebre, tradizionalmente poco interessato all’aspetto tecnologico a favore di quello decorativo.
Ecco allora comparire ai polsi delle signore gli orologi ultrapiatti e minimali, un tempo presidio maschile e oggi cuore della collezione Locman 1960. La ricerca di un design funzionale, mirato a rendere più belli gli oggetti del quotidiano, è in fondo la vera chiave del Made in Italy, reso ancora più convincente dal prezzo democratico e dalla potenziale universalità del suo messaggio. Il Locman 1960 Lady, la cui uscita segue di poco i primi modelli maschili, incontra quindi un immediato gradimento. I suoi punti di forza? Il diametro ridotto a 32 mm e la cassa piatta in acciaio lucido o Pvd golden rose, che accoglie un movimento al quarzo Swiss made. A farne la fortuna anche l’ampia scelta di cinturini in pelle, in colori tendenza, o in alternativa il bracciale in finissima maglia Milano. Neo-vintage, appunto.
Ma il percorso del Locman 1960, iniziato nel 2105, prosegue tuttora: quest’anno la collezione si arricchisce di una grafica nuova. Sul quadrante smaltato bianco o brown, per la prima volta fa capolino la minuteria puntiforme, ritmata dall’alternanza fra i numeri arabi e gli indici; dettaglio reso più chic dalla finitura oro rosa, presente anche sulle sottili lancette a gladio. In contrasto con la cassa in acciaio, il tocco prezioso è un ulteriore riferimento all’estetica d’antan. Ma è interpretato con sensibilità contemporanea, perché si ritrova sia in taglia large (41 mm di diametro) sia small (32 mm.). Così il Locman 1960 rende trasversale il proprio design e va oltre le barriere di genere.