All’ingresso mascherine, guanti monouso e gel disinfettante a disposizione dei clienti. Personale in guanti e mascherina, probabilmente a turni, ad accogliere in negozio due persone per volta. Banchi e sedute sanificati dopo ogni visita. E controllo della temperatura corporea, su gentile richiesta, per ciascun cliente che varchi la soglia di ingresso. Valeria Verga, titolare della boutique di alta orologeria e gioielleria di corso Vercelli a Milano, sta scaldando i motori per la riapertura dopo quasi due mesi di lockdown per l’emergenza Coronavirus.
La data da segnare in agenda è domani, martedì 19 maggio. «La nostra settimana inizia sempre di martedì. Come tutti, siamo felici di potere riaprire. Speriamo che possa essere un segnale per un “ritorno alla normale quotidianità”. Ma siamo ovviamente coscienti che, in questa fase, le cose non saranno esattamente come prima», afferma Valeria. «Per la tutela della salute di tutti, dei nostri clienti e del nostro staff, dovremo attenerci a determinate regole. Da buoni cittadini, ci adegueremo a quanto previsto dal Decreto ministeriale e successive modifiche». Negli ultimi giorni al civico 19 di corso Vercelli si è completata la sanificazione dell’aria condizionata e dei locali.
Quattro anni fa il negozio gestito da Valeria Verga è stato ampliato con tre banchi di vendita, un salottino e un laboratorio con quattro tecnici specializzati. Nessun timore della concorrenza digitale. «L’orologio è un oggetto che va provato, visto, toccato. Ti deve trasmettere emozioni. Tutto questo non può accadere attraverso la rete. C’è bisogno di avere di fronte una persona», spiega Valeria. «L’Italia è un Paese piccolo: se esci di casa trovi, magari nella città vicina, un rivenditore che ti può mostrare l’oggetto che vorresti acquistare, con personale in grado di consigliarti e guidarti. Noi non facciamo altro che essere professionali e disponibili con i clienti a cui offriamo servizi, cercando di coccolarli».
Un’arte imparata da papà Valerio (89 anni), nella boutique di via Mazzini, da quando Valeria ne aveva 15. «È un’enciclopedia dell’orologeria. Mi ha trasmesso così tanti insegnamenti che faccio fatica a individuare i fondamentali: sicuramente la serietà e la professionalità, con i clienti e con i colleghi. Quando ho iniziato a lavorare in negozio sapevo che l’orologio fa tic-tac. E lì mi fermavo. Ho imparato tutto sul campo: da mio padre prima di tutto; ma anche da mio fratello, che lavorava da più anni di me, e dai colleghi che mi hanno affiancata».
Negli ultimi due mesi sono cambiate tante cose. Piano piano riscopriremo la bellezza delle nostre antiche abitudini. E chissà che nei piccoli-grandi piaceri non riusciremo a trovare armonia ben prima di quanto possiamo ora immaginare. «In negozio l’attività si svolgerà come d’abitudine. Il nostro servizio non cambia, resta quello di sempre», sottolinea Valeria Verga.
«Naturalmente, avendo l’obbligo di guanti, mascherine, distanziamento, mancheranno gli abbracci agli amici che siamo soliti incontrare. Non potremo andare magari insieme a bere un caffè, ma saremo come sempre pronti ad offrirlo. Noi non siamo cambiati. Siamo sempre gli stessi e continueremo a mettere i clienti a proprio agio, a seguirli e a consigliarli nelle loro scelte. Non ci potremo abbracciare. Ma la battuta, la chiacchierata, mantenendoci a debita distanza, si può sempre fare. Questo non ce lo toglie nessuno!».
Provocatoria, vera, umana: Valeria Verga, nipote del fondatore della ditta Luigi Verga, guida da diciassette anni la boutique di corso Vercelli. Suo padre Valerio, che assieme al primogenito Umberto porta avanti il negozio storico di via Mazzini, le affidò nel 2003 la direzione del terzo punto vendita familiare a Milano. Lei ci pensò poco. «Sono nata tra gli orologi. Fin da piccola ho frequentato il negozio di papà, sono cresciuta in mezzo alle lancette. Portare avanti la tradizione familiare è stata una scelta morale», confessa.
La vita di Valeria in realtà sembrava andare in una direzione diversa. Laurea in Biotecnologie, specializzazione al Cnr, era avviata a studiare le malattie genetiche. «Da bambina volevo diventare medico: cardiochirurgo o neuropsichiatra», racconta. E si accorge di non aver mai smesso di imparare a conoscere le persone, distinguendone le mille sfaccettature e confrontandosi con loro. «È questo l’aspetto che più mi piace del mio lavoro», commenta.
Espansiva, solare e gioiosamente eccentrica, Valeria si considera la parte estrosa della famiglia. Può capitare di trovarla – sempre perfettamente a suo agio, tra piccoli capolavori di orologeria e gioielleria – con i capelli fucsia. Oppure in jeans, maglietta e anfibi. «Non so essere diversa da quella che sono. E questo mi ripaga. Tanti mi dicono di sentirsi liberi di entrare in negozio, anche quando sono a spasso la domenica in jeans e sneakers. Da noi non è mai capitato», sottolinea, «che un cliente sentisse quella soggezione che può bloccare all’ingresso di una boutique di lusso. Siamo in una zona poco turistica. E anche grazie alla nostra posizione ho stabilito rapporti umani amichevoli con i miei clienti».
Proprio la posizione del suo negozio può essere l’asso nella manica per la ripartenza. «Questa pandemia – come tutti ben sappiamo – ha arrestato sia l’arrivo degli stranieri nel nostro territorio, molti dei quali si recavano a Milano proprio per fare acquisti, sia dei turisti italiani provenienti da altre regioni. Ma in corso Vercelli il flusso turistico ha sempre avuto un impatto minimo. Noi abbiamo prevalentemente una clientela locale, che ci segue da lungo tempo e che contiamo di poter rivedere a breve».
Aspettative, speranze e ansie sulla ripartenza: «La ripresa sarà un’incognita in questo momento. Probabilmente ci sarà sicuramente chi avrà voglia di buttarsi indietro questa difficile situazione e avrà il desiderio di gratificarsi con l’acquisto dell’orologio dei propri sogni. Altri, per comprensibili e svariate ragioni, preferiranno essere più cauti nelle spese. Non abbiamo la sfera di cristallo per prevedere il futuro; ma ci auguriamo di poter soddisfare nel tempo le richieste dei nostri clienti. Vedremo, passo dopo passo, come evolverà la situazione».
Nuove dinamiche e tanta pazienza. «È un periodo difficile e complicato; ma i marchi stanno facendo il possibile per ritornare alla normalità. Purtroppo quest’anno le fiere, che eravamo soliti visitare, sono state annullate. L’organizzazione di Watches & Wonders di Ginevra (ex Sihh) si è comunque adeguata, presentando le novità 2020 nel salone virtuale del 25 aprile scorso», riferisce Valeria Verga.
E continua: «Da parte di altre marche che dovevano esporre a Baselworld stiamo ancora attendendo di conoscere le date in cui saranno svelate le nuove creazioni. Alcune case ci hanno già contattato con video-conferenze per presentarci e raccontarci i nuovi prodotti. Probabilmente i tempi di consegna delle novità saranno un po’ rallentate, anche perché in Svizzera le aziende sono state chiuse per alcune settimane. Il 2020 sarà sicuramente un anno diverso. Ma tutti noi faremo del nostro meglio per fronteggiare questa nuova sfida».
Stolto chi non impara dalle difficoltà, cogliendone opportunità. «Questo periodo di lockdown, anche se non piacevole per ovvi motivi, mi ha consentito di avere più tempo per me stessa», conferma Valeria, confidando che la gestione del negozio, solitamente, non le lascia molto tempo da dedicarsi. «Mi sono concentrata su di me», aggiunge, «ritrovando il piacere per le piccole cose. Mi è mancato non poter incontrare i miei genitori e gli amici più stretti. Ma mi ha anche aiutato a comprendere chi sono realmente le persone che hanno maggior valore nella mia vita. Adesso però è arrivato il momento di rimboccarsi le maniche e di ripartire. Io, insieme ai miei collaboratori, ce la metterò tutta!». Buon lavoro!