Attualità

L.U.C XPS Spirit of Nature e la lealtà Chopard

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Lo ripeto: a me più che gli orologi piace l’orologeria. Non sono un collezionista di orologi e forse nemmeno un appassionato, e questo certe volte mi aiuta a valutare gli orologi più di testa che di pancia. Nei confronti dell’orologeria ho però un’ammirazione talvolta quasi devota. Le persone che fanno gli orologi sono la principale ragione per cui continuo ad amare un settore che superficialmente qualcuno considera frivolo o peggio ancora business senz’anima. Lo Chopard (si pronuncia Sciòpard) L.U.C XPS Spirit of Nature è la dimostrazione che il lusso “alto” può permettersi il lusso, appunto, di seguire un’etica rispettabile.

Per me il massimo erano e continuano ad essere quelle famiglie che tengono in vita una delle virtù più tradizionali del settore. Quel calore umano che si traduce sempre in una forma etica di cui abbiamo tutti bisogno. La famiglia Scheufele, ad esempio, è quella che possiede, da due generazioni, il marchio Chopard. Una volta sono stato a cena a casa di Caroline Scheufele (la sorella estroversa di Karl-Friedrich, oggettivamente più chiuso) e già allora l’argomento principale era la necessità di rispettare non soltanto l’ambiente, ma anche la difesa dei diritti umani. Caroline si chiedeva cosa potesse fare una marca come Chopard.

In altre occasioni sono tornato sull’argomento con Karl-Friedrich e anche lui si accendeva di sorrisi. Stavo facendo un’intervista doppia a lui e Michel Parmigiani (un giorno parleremo di questa bella amicizia) e fra le altre cose mi disse: “Non possiamo permettere che la concorrenza fra le marche d’orologeria venga fatta sulla pelle delle persone che lavorano, talvolta letteralmente schiavizzate, nelle miniere d’oro o di pietre preziose. Il lusso, per me e mia sorella, deve essere gioia, deve essere dignità, deve avere un senso etico”.

Bene: dal 2013 Chopard ha affrontato un percorso che l’ha portata a non usare più alcun materiale che non rispetti ambiente e dignità umana. Sul proprio sito spiega con grande precisione e abbondanza di prove in che modo e con quali garanzie usa solo oro eticamente estratto (fairmined, in inglese). E anche le pietre preziose provengono tutte da miniere gestite da cooperative o comunque internazionalmente certificate come rispettose del lavoro umano e della natura. Persino i cinturini rispettano le più severe leggi sugli allevamenti e le pelli vengono trattate con concia esclusivamente vegetale.

Oggi come oggi – lo abbiamo già spiegato, ma ripeterlo non fa male –, nessuno è così attento a creare una filiera produttiva altrettanto virtuosa, in orologeria. Chi è interessato troverà sul sito Chopard una lunga e minuziosa descrizione del tutto, comprese le (moltissime) certificazioni necessarie per garantire che non c’è trucco e non c’è inganno.

Vorrei fosse molto chiaro che non si tratta di una scelta in qualche modo politica. Semmai c’entra quel concetto della fede protestante per cui mangiare a mensa con i tuoi dipendenti è un atto normale; e che solo in mala fede – appunto – può essere considerato un atto di più o meno ostentata generosità. Per un protestante certe regole devi seguirle qui, in vita, senza scappatoie di alcun genere. E in tanti anni d’esperienza nel settore mi sono chiesto spesso se l’orologeria sarebbe ancora un’eccellenza, se privata di questa forma etica. Non voglio certo “santificare” questo tipo d’imprenditori: sia chiaro. Dico solo che in Svizzera non è raro il tentativo di conciliare business e buona coscienza.

Per ricordare e sottolineare questo impegno (un percorso nato nel 2013, dicevo), per ribadire che non deve passare in secondo piano nemmeno in momenti difficili come quello attuale, dominato dal Covid 19 e dalla crisi economica che ne consegue, Chopard emette una serie di cento orologi, L.U.C XPS Spirit of Nature, con cassa in oro rosa e un particolare quadrante verde con un pattern “a foglie”.

Tanto per fare i conti in tasca al produttore (e comprendere che i costi etici non vengono ipocritamente scaricati solo sulle spalle dei compratori) noto che la versione di serie con quadrante bianco costa 16.500 euro, mentre i cento esemplari del L.U.C XPS Spirit of Nature costano 500 euro in più. La differenza di prezzo per realizzare i cento quadranti diversi è più che contenuta, tenendo presente che si tratta di un quadrante non facile e per giunta realizzato davvero in pochi esemplari. Anche in questo caso Chopard non bara, non imbroglia.

Tecnicamente, come gli altri esemplati della collezione, la serie Spirit of Nature monta lo splendido calibro 96.12-L, meccanico a carica automatica, di ridottissimo spessore grazie all’adozione di un efficiente microrotore che carica due bariletti sovrapposti. Come al solito troverete nelle didascalie altre considerazioni tecniche.
Qui, per concludere, voglio solo far notare che il prezzo dello Chopard L.U.C XPS Spirit of Nature è serenamente allineato a quello di realizzazioni d’alta orologeria simili per qualità, ma meno attente alla dignità dell’uomo. Chopard, insomma, non sta usando il compratore per apparire buona e rispettosa, tanto per parlar chiaro. E questo ci fa tornare al punto: ci vuole un certo tipo di orologeria per fare un certo tipo d’orologi. Grazie.