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Fridays for Future: il viaggio verso il lusso sostenibile di Chopard

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La maison ginevrina dal 2013 ha attuato un programma destinato alla sostenibilità dei propri orologi e gioielli. Un progetto che inizia dalla catena di produzione, con un approvvigionamento rispettoso dell’uomo e dell’ambiente. E la tracciabilità delle materie prime

La responsabilità è un valore fondante. La responsabilità, se posta come principio imprescindibile a qualsiasi tipo di contrattazione, risolverebbe molti problemi che ci riguardano da vicino. La responsabilità diventa ancora più importante se legata all’ambiente. Per anni abbiamo prodotto, consumato e poi buttato oggetti in maniera quasi compulsiva, spinti dal modello consumistico senza pensare al “behind the scene”. Senza chiederci quale fosse l’impatto di questo nostro comportamento sulla terra. La tendenza, finalmente, sta per invertirsi. Le nuove generazioni chiedono alle aziende trasparenza, rispetto per l’ambiente ed esperienze.

C’è una maison nel lusso che della responsabilità aziendale ha fatto un vero e proprio asset strategico: oggi parliamo di Chopard. Nel 2013 Chopard ha avviato il proprio “Viaggio verso il lusso sostenibile” – promosso in partnership con l’organizzazione Eco-Age di Livia Firth. Si tratta di un percorso guidato da un ambizioso impegno, il cui obiettivo primario è quello di proteggere e preservare la Terra da cui vengono estratte le materie prime. Chopard quindi è un’azienda responsabile che tratta la sostenibilità aziendale non come un’opportunità di marketing ma come un vero credo. Fondato su quattro pilastri portanti: approvvigionamento responsabile delle materie prime; gestione ambientale; investimento nel personale; impegno e consapevolezza.

Chopard si prefigge la massima trasparenza possibile sulle origini delle materie prime e dal 2010 è membro del Responsible Jewellery Council (RJC). Di cosa si tratta? Il Responsible Jewellery Council è un ente normativo internazionale il cui compito è quello di garantire l’attuazione di pratiche commerciali responsabili. Ha sviluppato una piattaforma di standard comuni per la filiera produttiva nella gioielleria, nonché un meccanismo affidabile di verifica dell’attuazione di pratiche commerciali responsabili attraverso valutazioni eseguite da terzi. Nel 2012 Chopard ne ha ottenuto la  certificazione.

In termini pratici tutto ciò si traduce in primis nell’impiego esclusivamente di “oro etico“. Diretta estensione del “Viaggio verso il lusso sostenibile”, dal luglio 2018 l’oro etico utilizzato da Chopard proviene responsabilmente da uno di due percorsi tracciabili: 1. Oro nuovo estratto artigianalmente da miniere su piccola scala aderenti alla Swiss Better Gold Association (SBGA), secondo gli schemi Fairmined e Fairtrade. Lo standard Fairmined richiede di dimostrare che durante il processo di estrazione vengano rispettati i requisiti previsti per le condizioni di lavoro, i criteri di sviluppo sociale e la tutela dell’ambiente.

2. Oro conforme alla Chain of Custody dell’RJC. Lo standard Chain of Custody (CoC) dell’RJC è un’iniziativa che mira a supportare richieste di materiali di gioielleria di provenienza responsabile. Inoltre la completa tracciabilità della filiera di fornitura dell’oro di Chopard è assicurata attraverso il modello operativo basato su un sistema a circuito chiuso. In questo modo, è possibile riciclare fino al 70 per cento dei frammenti di oro pre-consumo o “scarto di produzione”.

Oltre all’utilizzo dell’oro Fairmined, Chopard pone estrema attenzione alla fonte di provenienza dei diamanti. La maison sostiene e segue i principi di trasparenza stabiliti dallo schema di certificazione Kimberley Process e dal World Diamond Council System of Warranties. Inoltre, ha promosso un’iniziativa di autoregolamentazione ai propri fornitori. A tutti loro chiede di non acquistare o vendere “diamanti insanguinati” né diamanti provenienti da fonti sospette o sconosciute, o da paesi e regioni che non aderiscono al Kimberley Process.

Sempre nell’ottica del “Viaggio verso il lusso sostenibile”, Chopard nel 2016 ha compiuto un ulteriore passo facendosi promotore di un’altra nuova iniziativa pionieristica. Ha infatti sviluppato una partnership esclusiva con Gemfields, il principale produttore mondiale di pietre preziose colorate, proprio per utilizzare gemme provenienti da fonti responsabili. Da cui è scaturita la capsule collection di alta gioielleria Green Carpet, creata con smeraldi “garantiti”. Ma ne è anche prova il fatto che in occasione della crisi dei Rohingya in Myanmar, Chopard abbia immediatamente interrotto l’acquisto di rubini e altre pietre preziose dall’ex Birmania.

Si inscrive sempre nell’ottica del “Viaggio verso il lusso sostenibile” e di approvvigionamento controllato delle materie prime anche la creazione del nuovo Lucent Steel A223. Ovvero un tipo di acciaio esclusivo, frutto di quattro anni di sviluppo, realizzato al 70 per cento da acciaio riciclato e al restante 30 da acciaio “tracciato” in quanto proveniente da una filiera rispettosa dell’ambiente. Fuso più volte seguendo un iter produttivo complesso, risulta particolarmente luminoso, bio-compatibile e dalla straordinaria durezza (attestata a 223 Vickers, da cui il nome). Per ora la maison lo utilizza nella collezione di orologi Alpine Eagle, ma non si esclude l’estensione in futuro su una produzione più vasta.

Ed è almeno da segnalare infine la collaborazione di Chopard con varie organizzazioni, tese proprio ad aiutare i propri fornitori nell’impiego di pratiche responsabili. Oltre alle già citate Eco-Age, partner nel progetto “Viaggio verso un lusso sostenibile”, e a Gemsfield, è da ricordare l’Alliance for Responsible Mining (Arm), una Ong indipendente che sostiene a livello mondiale l’equità e il benessere delle comunità che svolgono attività mineraria artigianale su piccola scala (Asm). L’Asm rappresenta l’80 per cento della forza lavoro delle miniere e produce quasi il 20 per cento dell’oro mondiale. E merita un cenno pure Lucara Diamond Corp., una compagnia di estrazione di origini canadesi che opera nelle miniere del Botswana e con cui sono stati messi punto standard di best practice internazionali nell’estrazione dei diamanti.

Ma l’impegno di Chopard non si limita a tutto questo. La maison promuove altre azioni e iniziative in ambiti diversi, proprio a testimonianza del fatto che la responsabilità è un dovere, non solo un’opportunità. Ne riparleremo.