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De Ville Tourbillon, Omega reinventa il tourbillon centrale

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Dice, riferendosi al De Ville Tourbillon Master Chronometer: ma che si è messa in testa, Omega? Di essere una marca d’alta orologeria? Dico: all’occorrenza sì. Fa parte della sua storia. Basti pensare che nel 1885 sforna il primo movimento industriale, prodotto in serie. Ma pochi anni dopo (1892: Omega si chiamava ancora Louis Brand & Frère) ti lascia a bocca aperta con il primo movimento da polso con ripetizione minuti.

Ricordo che quando nel 1994 ci portarono a vedere il primo tourbillon centrale (allora noi giornalisti di orologeria eravamo davvero quattro gatti), qualcuno obiettò che Omega era una marca “industriale”. Il responsabile di quello che io chiamo “il reparto godereccio” (oggi Atelier Toubillon) tornò a sventolargli sul naso il tourbillon centrale. E a ricordargli che già nel 1947 Omega aveva prodotto un tourbillon da polso, che aveva già fatto un calendario perpetuo e altre complicazioni avrebbe fatto nel futuro.

Morale della favola: Omega è una fabbrica industriale di orologi, con vette sublimi di automazione “buona” (come, ad esempio, un uso perfettamente bilanciato degli olii lubrificanti); ma possiede da sempre un reparto (mica tanto piccolo) nel quale si esplorano in maniera quasi artigianale le mille evoluzioni dell’orologeria tradizionale. Dopodiché chi vuole ignorare questo aspetto della personalità di Omega è libero di farlo, ma è un peccato. Perché non capisce che un grande marchio sa sempre ricordare le proprie origini, indipendentemente dal successo strabordante di altri modelli più acclamati come lo Speedmaster. Cronografo che comunque è uscito più volte anche in versione con calendario perpetuo.

L’Omega De Ville Tourbillon Master Chronometer è uno degli orologi da polso più sorprendenti mai creati. Su questo non c’è dubbio. Perché mettere la gabbia del tourbillon al centro del quadrante è banalmente logico da un punto di vista estetico, ma maledettamente complesso da un punto di vista tecnico. Tanto per entrare subito in argomento, il problema vero non è la posizione in cui sistemi la gabbia: quello – lo sappiamo – è solo una questione di come imposti l’architettura del movimento. Ma se la gabbia è al centro del quadrante, come caspita gestisci le lancette di ore e minuti? Dove le imperni?

Alla fine venne trovata una soluzione di straordinaria eleganza: tourbillon centrale con ore e minuti “misteriosi”. Come vedremo meglio nelle didascalie, il moto viene trasmesso dall’organo regolatore (a tourbillon) verso la periferia esterna del movimento e da lì a due dischi sovrapposti di vetro zaffiro sui quali sono fissate le lancette di ore e minuti. La cosa divertente è che nulla di tutto ciò è spiegato nella cartella stampa, come se in Svizzera avessero deciso di fare un test sulla competenza tecnica dei giornalisti… 😊 Sta di fatto che la definizione di tourbillon centrale va maledettamente stretta, a questo De Ville Tourbillon Master Chronometer di Omega. In realtà si tratta di un tourbillon centrale con ore e minuti misteriosi.

Per quale ragione nasce quest’orologio? Per la bella abitudine del marchio di rivedere la propria storia e la propria produzione in funzione di nuovi risultati tecnologici raggiunti. Tanti. Partiamo dalla cassa, realizzata in oro Sedna™ e oro Canopus™. Cosa sono? Nel primo caso si tratta di una particolare lega di oro rosa, in cui la componente di rame (che conferisce il caratteristico colore) è resa più stabile grazie all’inclusione di altri metalli nella fase di fusione. L’oro, inoltre, è in un certo senso “temprato” dal processo di lavorazione per cui risulta più resistente agli urti e ai graffi, pur mantenendo le quote legali di metallo prezioso (750 parti d’oro su 1000, nel caso del 18 carati).

Altrettanto vale per il secondo, il Canopus, che però è oro bianco. Perché agitarsi tanto e non usare i metalli che usano (quasi) tutti gli altri? Perché l’oro certe volte si comporta come un metallo vivo e non ama l’aggiunta di altre componenti. Il risultato è che dopo anni l’oro rosa potrebbe (il condizionale è d’obbligo) apparire un po’ meno “tinta unita”, nel caso il rame dovesse affiorare.

Per l’oro bianco è ancora peggio. Non ostante all’oro giallo venga aggiunto un metallo bianchissimo come l’argento, per rispettare le percentuali di legge (750/1000), il colore finale tende sempre al giallo e quindi (quasi) tutti coprono le superfici di rodio tramite un processo galvanico, come avviene in genere per la platina e i ponti del movimento. Solo che la leggera rodiatura esterna è soggetta a consumarsi nel tempo e a diventare meno luminosa. Bene, l’oro Canopus (Canopo è la seconda stella più luminosa nel nostro firmamento) non muta nel tempo e oltretutto è più resistente a graffi e urti.

Nel De Ville Tourbillon Master Chronometer l’astuto oro Sedna è stato impiegato anche per la platina e i ponti del Calibro 2640. Che gode di tutte, ma proprio tutte, le bellurie tecniche cui Omega ci ha abituati, compresa la capacità di non magnetizzarsi nemmeno a fronte di campi magnetici eccezionalmente intensi. Il che – a ben vedere – è un altro accorgimento teso, come il tourbillon, ad aumentare la precisione dell’orologio nel tempo. Preciso oggi, domani e dopodomani. Anche per questo si è scelto di eliminare l’automatismo di carica, che talvolta illude di essere il moto perpetuo pur senza esserlo; chi tende alla sedentarietà, come me, col cavolo che riesce a ricaricare bene l’orologio, anche se l’esperienza mi ha insegnato che le soluzioni usate da Omega hanno una sorprendente efficienza.

Come sempre mi astengo dal commentare gli aspetti estetici, pur avendo l’impressione che sul piano del design la gestione di Raynald Aeschlimann (Ceo di Omega dal 2016, quando aveva già vent’anni d’esperienza in Swatch Group e in Omega) stia facendo passi da gigante. Ma non posso tacere la bellezza dell’architettura di questo Calibro 2640. La simmetria dei ponti, sul lato fondello, è semplicemente esemplare, e la finitura tipica delle migliori realizzazioni d’alta orologeria. Sul lato quadrante, dominato dalla gabbia del tourbillon, persino l’inedito (credo) ponte per il dispositivo di ricarica/sincronizzazione ha un proprio stile estetico che gli appassionati più “tecnici” sapranno apprezzare.

Mi tremano le dita sulla tastiera, ma ho l’impressione che il prezzo di questo Omega De Ville Tourbillon Master Chronometer (con tourbillon centrale, ore e minuti misteriosi) sia “concorrenziale”, dall’alto dei suoi 168.300 euro. Perché quest’orologio è unico sia sul piano estetico sia su quello tecnico. A proposito di tecnica, infine, troverete maggiori informazioni nelle didascalie. Da non mancare per arricchire la propria cultura orologiera, con un pizzico di sorridente invidia per chi potrà comprarlo.