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Premier Majestic Art Déco, il flashback di Harry Winston

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All’inizio del secolo scorso un ragazzino di 12 anni, figlio di immigrati ucraini, riconobbe tra la bigiotteria esposta in un banco dei pegni di periferia uno smeraldo autentico di oltre due carati. Lo acquistò per 25 cent e lo rivendette due giorni dopo, nella piccola gioielleria del padre, per 800 dollari. Il padre si rallegrò non tanto per l’affare concluso dal figlio, quanto per aver scoperto che la gemma più rara l’aveva in casa. Oltre ad affidargli piccole commissioni, infatti, cominciò a dargli sempre più spazio e responsabilità, tanto che, alla soglia dei trent’anni, il giovane Harry fu in grado di avviare un business a suo nome. Lo stesso nome che ancora oggi fa sognare le clienti con orologi come il Premier Majestic Art Déco, ispirato al gusto, allora “modernissimo”, degli anni Venti e Trenta.

Harry Winston aveva un incredibile fiuto per le pietre preziose e una vera passione per i diamanti, che lo portò a possedere alcune delle gemme più famose al mondo. Il più noto è il leggendario Hope, un diamante blu di oltre 45 carati che si diceva portasse sfortuna, donato nel 1958 alla Smithsonian Institution. Mr. Winston lo spedì al museo di Washington D.C. per posta, in una scatola di cartone: affrancato con 2 dollari e 44 cent, e coperto da un’assicurazione di 151 dollari. Perché, disse, in chi altri avrebbe potuto riporre la propria fiducia, se non nel servizio postale americano? 

Continuando a frequentare le aste, Harry Winston ogni tanto vi scopriva veri e propri tesori ceduti al banco dei pegni da grandi famiglie della upper class rovinate dal crollo di Wall Street del ’29, e su questi acquisti costruì la propria fortuna. Il segreto del gioielliere non fu soltanto nella capacità di riconoscere le pietre preziose, ma nel saperle valorizzare con un design contemporaneo, che incontrava i gusti dei nuovi ricchi e delle star di Hollywood. I gioielli francesi dell’Ottocento perdevano, con la rilettura di Mr. Winston, la patina old fashioned delle vetrine di place Vendôme. E sposavano le correnti artistiche del nuovo secolo, battezzato dall’Art Déco con il suo geometrismo astratto.

Il Premier Majestic Art Déco ricorda appunto il momento magico in cui a New York sorgevano grattacieli sempre più alti e stazioni monumentali; mentre i porti battezzavano transatlantici titanici e tutta l’oggettistica, anche quotidiana, aveva decorazioni non figurative. Tra le forme Déco più tipiche c’erano i pattern a raggiera, come nel Chrysler Building; e poi le scale modulari, i rettangoli, i triangoli, i coni, i contrasti ottici di colori, tra i quali primeggiavano il bianco, il nero, il rosso e il verde. Anche la figura umana veniva vista come una sovrapposizione di solidi regolari: non a caso in quegli stessi anni esplodeva il cubismo. Quando nel 1932 Harry Winston aprì la boutique sulla Fifth Avenue, questa non poteva che avere uno stile dinamico e geometrico.

Lo stesso che si ripropone oggi con il Premier Majestic Art Déco. Che mostra la cassa in oro bianco di 36 mm con il quadrante finemente decorato e incastonato di gemme, tutte giocate sul contrasto cromatico tra bianco e nero. Il decoro a raggiera con slancio verticale richiama il Chrysler Building. Mentre il cinema dei telefoni bianchi si riflette nei piccoli cabochon di madreperla alternati ai diamanti che decorano la superficie, illuminandola come un camerino d’artista. Sullo sfondo intarsiato, a ore 12, spicca una grande giada nera taglio smeraldo, la forma preferita da Mr. Winston per tutte le gemme e per i diamanti in particolare.

Il movimento, meccanico a carica automatica con il rotore squelette, è perfettamente rifinito: lo si può ammirare attraverso il fondello di vetro zaffiro. Si tratta del calibro HW2008, realizzato in esclusiva, e dotato di spirale in silicio antimagnetica e di un’autonomia di tre giorni. Coerente con lo schema cromatico black & white, l’orologio è fornito di un cinturino in alligatore nero perlato, che si allaccia al polso con una fibbia ad ardiglione in oro bianco arricchita da diamanti.