Approfondimenti

Omega Seamaster 007: l’orologio di Bond, James Bond

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Ho già scritto molto sul film, sul personaggio e sul suo rapporto con Omega. Detto questo, passiamo all’orologio.
Mai come questa volta il concetto di “Bond Watch” è stato vicino al pubblico comune, a tutti noi. E questo – lo dico subito – mi piace. Mi piace sia questo concetto, sia l’orologio. Mi lascia più freddo il lunghissimo nome (Omega Seamaster Diver 300m Co‑Axial Master Chronometer 42 mm 007 Edition) che preferisco abbreviare in Omega Seamaster 007.

Ma come, mi dirai, tu che hai sempre detto di non voler intervenire sui gusti estetici, mi cadi sull’orologio di 007 dicendo che ti piace? È vero, ti rispondo. Hai ragione. Ma a parte il fatto che l’eccezione conferma la regola, in questo caso dovete un po’ difendervi da quel che dico, almeno relativamente all’estetica “pura”. Effettivamente le mie perversioni relative al gusto non sono poche e potrebbero spingermi in direzioni da non condividere. Mi piace, sì, ma io mi riferisco soprattutto a quella parte di estetica che sconfina con la tecnica, trovando in questo caso un equilibrio interessante.

Bilanciamento tecnico-estetico

Sembra il solito Seamaster, ma non lo è. Parlo di estetica. Il bracciale, ad esempio. Per trovarne uno simile (ma non uguale) in maglia milanese di titanio bisogna andare sul Seamaster Ploprof 1200m. Che però non ha quell’effetto di “pressato” che rende l’Omega Seamaster 007 più comodo al polso del Ploprof. Probabilmente il Ploprof ha bisogno di un bracciale più sviluppato in verticale rispetto a quanto avviene sul Seamaster 007. Altrimenti tende a sbilanciarsi sul polso. Non che un cinturino in maglia milanese sia particolarmente originale, lo so, ma se è realizzato in filo di titanio lo diventa. Non voglio dire che quello dei due orologi citati (Ploprof e 007) sia unico, ma raro, rarissimo, lo è di certo.

E poi – attenti – non è che la cassa dell’Omega Seamaster 007 sia di quelle che vedi tutti i giorni. Per trovare una cassa in titanio del diametro di 42 millimetri, devi scomodare il modello in titanio (appunto) e tantalio, che però ha un cinturino totalmente diverso, meno originale. E comunque qui la cassa è stata rivista e modificata nelle dimensioni. Non parlo di diametro, ma di spessore. Il “trucco” sta nell’aver utilizzato non il solito vetro bombato, ma uno di quelli, sempre in zaffiro sintetico, a forte curvatura periferica. Un vetro “box”, tanto per intenderci.

Non è un cambiamento di poco conto. Perché questo minor spessore della cassa, unito al minor peso del titanio, rende più stuzzicante alternare l’uso del bracciale con quello di un cinturino Nato. Che è una buona idea non solo per risparmiare più di mille euro: l’Omega Seamaster Diver 300m Co‑Axial Master Chronometer 42 mm 007 Edition costa 9.200 euro che scendono a 8.100 per quella con cinturino Nato. Ma anche per scapricciarsi con varianti cromatiche personali. Altre notazioni tecniche le lascio, come al solito, per le didascalie alle foto, così non appesantisco troppo il testo.

L’Omega Seamaster 007: caratteristiche…

Parlando in generale, l’Omega Seamaster 007 non si discosta poi molto dalla collezione Seamaster di serie. Anche se l’impressione è che alcuni dettagli potrebbero far parte di una evoluzione gradualmente applicata a tutti i modelli.

L’Omega Seamaster 300m è una collezione d’orologi con tenuta stagna garantita, appunto, fino alla pressione di 30 atmosfere. Tanta impermeabilità serve davvero a chi scende in profondità con uno scafandro sul quale è fissato l’orologio, oppure per chi lavora in ambienti iperbarici “asciutti”. Non a caso è presente la valvola di decompressione, che serve per la fuoriuscita dell’elio eventualmente penetrato nella cassa: di solito in quelle condizioni si respira infatti una miscela di ossigeno ed elio.

La valvola non è automatica, ossia non è composta da una molla che scatta da sé quando la pressione interna alla cassa supera di circa 3 atmosfere la pressione esterna alla cassa. Si tratta di una scelta spesso effettuata da professionisti che preferiscono fidarsi di sé stessi piuttosto che di una molla non direttamente controllabile. Che, magari nel tempo, potrebbe bloccarsi o avere difficoltà nel tornare in sede dopo l’uso. La soluzione manuale viene semplicemente considerata più affidabile da molti professionisti. Ma solo perché più facilmente controllabile.

…e dettagli che mi piacciono

Un altro dettaglio molto interessante dell’Omega Seamaster 007 è l’uso del Super-LumiNova di un colore definito “vintage”. Un color sabbia che al buio si illumina tutto di azzurro, eccezion fatta per il punto luminescente al 12, sulla lunetta girevole, e per la lancetta dei minuti. In questo caso al buio il colore è verde.

Personalmente, poi, apprezzo moltissimo la chiusura Naiad del fondello. Si tratta di una variante della chiusura a baionetta, apprezzabile non soltanto perché consente di posizionare in modo sempre uguale il fondello (cosa che con quelli avvitati è di fatto impossibile), ma anche perché elimina il rischio di maltrattamenti alla guarnizione di tenuta.

Una bella soluzione che sarebbe fantastico adattare un giorno anche sulla corona. Oggi come oggi è praticamente impossibile per via del rapporto fra dimensioni e robustezza del dispositivo; ma sembra che in parecchi ci stiano lavorando attivamente e magari gli sforzi saranno coronati da successo. Jaeger-LeCoultre aveva proposto anni fa la chiusura Compressor, ma sembra averla abbandonata proprio per le critiche sulle “eccessive” dimensioni.

Due parole sul titanio

Negli orologi vengono generalmente utilizzate leghe di titanio fra la 2 e la 5. La scelta viene fatta, di solito, in base ad esigenze di lavorazione (la 2, ad esempio, viene considerata dai tecnici più facile da spazzolare, la 5 più facile da lucidare) e meno in relazione alla resistenza, che comunque è elevatissima. Il titanio più puro va dal grado 1 al 4, ma non è detto che sia la purezza a determinarne il valore. Dal grado 5 iniziano le leghe che si suddividono in una enorme quantità di gradi. Circa 40, ma la catalogazione delle leghe è in continua evoluzione.

Ognuno di questi gradi, più o meno come avviene per la catalogazione degli acciai, ha poi la possibilità di trasformarsi in varianti concepite per usi specifici. Ad esempio, sia l’acciaio 316L (usato da quasi tutta l’industria orologiera) che il 904H (usato quasi esclusivamente da Rolex) sono leghe “di base” sulle quali le singole marche possono chiedere ai fornitori specifiche varianti. Altrettanto avviene per il titanio, con la differenza di una situazione che oggi appare ancora molto aperta a soluzioni sperimentali.

Riguardo al Seamaster 007, in cui Omega ha utilizzato un titanio grado 2, mi chiedo con quale diavolo di pressione e temperatura si sia riusciti a dare al bracciale l’effetto “appiattito” che non era presente nel Ploprof. E mi chiedo anche come si sia riusciti a lavorare le piccole parti che compongono la chiusura pieghevole del bracciale. Ma io sono solo un divulgatore, non un tecnico specifico. Io posso solo notare e far notare alcuni dettagli. Sui quali però mi riprometto di tornare.

Il Calibro 8806

È una variante aggiornata del Calibro 8800, uno dei migliori movimenti meccanici industriali – se non il migliore – attualmente in produzione. Spirale in silicio, bilanciere ad inerzia variabile, scappamento Co-Axial, automatismo di carica efficace in entrambe le direzioni, anti-magnetismo ai massimi livelli, finitura di notevole qualità… È un movimento che Omega utilizza in una vasta gamma di orologi, che spazia dal Railmaster al Seamaster 007, appunto.

Ah, dimenticavo che la frequenza di funzionamento è di 25.200 alternanze/ora. Ma la percezione – guardando la lancetta dei secondi – è di una velocità superiore, perché il Co-Axial fornisce alla ruota di scappamento tre impulsi ad alternanza invece dei soliti due. La differenza con il Calibro è l’assenza di datario. Una scelta che condivido dal momento che il datario (piccolo) è una delle poche cose migliorabili di questo movimento. Sul quale c’è ben poco da dire: frutto di investimenti colossali, è ai massimi livelli, almeno per quanto riguarda la produzione industriale. Ho provato a sottoporlo a parecchie “torture” (qui abbiamo verificato la resistenza ai campi magnetici di un suo “cugino”), ma senza mai riuscire a metterlo in crisi.

L’Omega Seamaster 007 insomma è un orologio degno di Bond, James Bond. Ma soprattutto degno del nostro polso, anche in virtù di un rapporto eccellente fra prezzo e qualità.