Qualche parola ancora sui negozi di orologi. Questa volta però non ci focalizziamo più sul discorso dei prezzi: puntiamo invece l’attenzione su due diversi argomenti. Uno più “leggero”, nel nostro stile di intrattenimento: l’inaugurazione di nuove boutique monomarca – in Italia soprattutto, ma con una “puntata” anche dall’altra parte dell’oceano. L’altro, più serio e di respiro internazionale, riguarda invece la difficile situazione dell’Est europeo. Cominciamo da qui.
L’invasione ucraina
No, non abbiamo intenzione di mettervi ansia pure da queste pagine: quanto si vede in televisione e si legge sui giornali è già abbastanza angosciante. Ma vogliamo informarvi sul fatto che la guerra in Ucraina ha ripercussioni anche nel mondo dell’orologeria. Con approcci diversi in relazione alla nazionalità del marchio o del gruppo cui ci si riferisce. Anche se nessuno per ora ha fatto dichiarazioni spontanee riguardo al conflitto, attraverso varie fonti di informazione trapelano già le prime notizie.
Swatch Group per esempio ha comunicato al sito inglese WatchPro di aver interrotto le esportazioni di tutti gli orologi dei propri marchi in Russia. E, per quanto ne sappiamo, è la prima presa di posizione di questo tipo all’interno dell’industria delle lancette. Sicuramente un bel gesto, anche se la filiale russa e i negozi dei marchi che fanno capo al Gruppo rimangono aperti, almeno per il momento. Ma la situazione è in divenire e non si sa cosa succederà nel prossimo futuro.
Del resto le sanzioni prese a livello internazionale nei confronti del governo di Putin hanno drasticamente limitato il movimento del denaro contante in Russia e chiuso i mercati azionari. Succede quindi che i russi più ricchi acquistino orologi e gioielli come beni rifugio, nel tentativo di preservare la propria ricchezza. Perciò “la sospensione delle vendite di beni come gli orologi è significativa”, ha scritto Rob Corder proprio sulle pagine di WatchPro. “Si pensa che le élite russe stiano acquistando beni di alto valore poiché il rublo in caduta libera erode la loro ricchezza. E gli orologi, come i gioielli e l’oro, sono facili da trasportare”.
Tant’è vero che Jean-Christophe Babin, Ceo di Bulgari, ha dichiarato a Bloomberg (la rete di canali tv satellitari e via cavo specializzata in economia e finanza) che le vendite nei negozi della maison romana in Russia sono aumentate negli ultimi giorni. “Nel breve termine (la situazione, ndr) ha probabilmente potenziato il business”, ha affermato Babin, che ha descritto i gioielli e gli orologi di Bulgari come “un investimento sicuro”. Ma, ha aggiunto, “è difficile dire quanto durerà perché in effetti, con le misure Swift pienamente attuate, esportare in Russia potrebbe diventare difficile se non impossibile”.
Intanto però LVMH, che oltre a Bulgari ha in portafoglio anche Hublot, TAG Heuer e Zenith, ha donato 5 milioni di euro al Comitato internazionale della Croce Rossa proprio per aiutare le vittime della guerra in corso. In una dichiarazione apparsa due giorni fa sul sito ufficiale, il gruppo sostiene anche di avere come prima preoccupazione la sicurezza dei propri dipendenti in Ucraina (circa 150 persone), cui fornisce un’assistenza finanziaria e operativa essenziale. In più ha attuato una raccolta fondi tra le 76 maison che lo compongono e i dipendenti in sede. “Il comitato di crisi del gruppo LVMH segue costantemente la situazione e adatterà le sue misure secondo necessità”, conclude la dichiarazione. Stiamo a vedere in concreto cosa succederà*. D.F.
Negozi e nuove aperture
Flagship store
La Fashion Week meneghina appena conclusa ha portato a Hublot l’inaugurazione della quarta boutique in Italia. Dopo Capri, Forte dei Marmi e Roma, il marchio di Nyon ha aperto i battenti a Milano, nel Quadrilatero della moda, in via Verri 7. A gestire il nuovo punto vendita, 60 metri quadri suddivisi su due piani, è lo storico partner Pisa Orologeria. Per il taglio del nastro c’erano il Ceo Ricardo Guadalupe e l’ambasciatrice del brand, Chiara Ferragni. Poi, cena di gala agli East End Studios con catering Da Vittorio e concerto con Mahmood e Blanco.
Travel retail
Rocca 1794 ha inaugurato una boutique all’aeroporto di Milano Linate. Il marchio, parte del gruppo Damiani, recentemente premiato come eccellenza nel settore della distribuzione di gioielli e orologi di alta gamma, in Italia è presente con 20 negozi nelle vie dello shopping chic. Ed è già presente nello scalo romano di Fiumicino e in quello Malpensa. Nel nuovo spazio gli appassionati potranno scoprire le creazioni del Gruppo Damiani e di vari marchi di orologeria: Hublot, Panerai, Tudor, TAG Heuer, Longines, Tissot, Gucci e Swatch.
Lifestyle boutique
Soho, 134 di Wooster Street. Impossibile non notare la vetrina fiammeggiante, con la porta d’ingresso di un garage che si apre sugli interni rossi. Sui muri della nuova boutique di New York, Roger Dubuis ha fatto scrivere il proprio motto a caratteri cubitali: No Rules Our Game. E così è. Accanto agli orologi, un’esposizione temporanea sui generis finora ha ospitato un aereo Icon A5 giallo canarino e una Lamborghini Huracan STO 2022 bianca. Per l’occasione, è uscito anche un Excalibur Monobalancier dedicato: iperorologeria nello stile del marchio.
*Aggiornamento del 6/3/2020
In questi giorni in effetti c’è stato qualche sviluppo.
LVMH infatti ha annunciato la chiusura di tutte le sue 146 boutique in Russia. Ma ha comunicato anche di voler continuare a pagare gli stipendi ai propri dipendenti, che nel Paese sono circa 3500. La notizia, riportata dal giornale americano WWD che l’ha raccolta da una portavoce del gruppo, è rimbalzata poi sugli altri media a livello globale. Ed è stata seguita da dichiarazioni dello stesso tenore di altri colossi del lusso.
Già venerdì scorso, infatti, il Gruppo Richemont ha affidato a un post su LinkedIn la decisione di aver sospeso dal 3 marzo tutte le attività commerciali in Russia (in Ucraina le aveva già bloccate il 24 febbraio). Inoltre ha affermato di voler assicurare ai propri dipendenti tutto il supporto finanziario, logistico e morale necessario. E di aver anche effettuato una cospicua donazione a Medici senza Frontiere impegnate sul campo, mentre ulteriori contributi sono in atto da parte delle propre maison.
Un annuncio simile è stato pubblicato sul social network “professionale” anche da Hermès, che ha comunicato la temporanea chiusura delle proprie boutique in Russia e la sospensione di tutte le attività commerciali, ma la volontà di restare al fianco dei team locali. E da Chanel, che ha aggiunto in più di aver bloccato anche l’ecommerce. Idem per Kering Group, che ha divulgato la notizia ieri con un Tweet.
Ricordiamo che lo scorso anno la Russia è stata il 17° mercato mondiale per l’orologeria elvetica (secondo i dati della FHS). Ha mosso un flusso di esportazioni dalla Svizzera di 260 milioni di franchi svizzeri, con un valore al dettaglio di oltre mezzo miliardo di franchi.